RIAPRE DOPO CINQUE ANNI DI LAVORI

16/10/2007

Riapre a Roma, dopo cinque anni di lavori di ristrutturazione e dopo il sequestro giudiziario, il Beaubourg, il Palazzo delle Esposizioni della capitale che costituisce uno dei più importanti musei d’arte contemporanea del mondo.
La ristrutturazione, che doveva terminare nel 2004 ma che è stata interrotta per l’inchiesta sul crollo nel cantiere avvenuto nel settembre 2004, è costata 28 milioni di Euro ed è stata realizzata sull’idea progettuale dell’architetto Firouz Galdo, nato a Teheran ma italiano di adozione, minimalista, teorico del bianco e progettista di interni, che ha anche curato il progetto di recupero del Castello di Alcamo con annesso museo del vino e la galleria del russo Larry Gagosian che ha deciso di aprire proprio a Roma.

I lavori dell’edificio, inaugurato, in via Nazionale, nel 1882 dall’architetto Pio Piacentini, sono stati affidati alla direzione artistica dell’architetto Michele De Lucchi, autore, peraltro del restyling della Triennale di Milano, del nuovo logo di Banca Intesa e della nuova immagine di Poste Italiane.
Il museo Beaubourg, con questa ristrutturazione, aumenta la sua superficie di 3100 mq. destinati ad esposizione sui 12 mila complessivi dell’edificio, ma soprattutto guadagna una serra in vetro, aperta verso il cielo, che ospiterà il ristorante in cima all’edificio (opera di Paolo Desideri, autore della Tav di Roma Tiburtina).
A muovere le fila di questa ristrutturazione è, quindi, l’idea di poter vivere questi spazi per l’intera giornata tant’è che è stato realizzato anche un cinema da 139 posti, un auditorium da 90 posti, un laboratorio artistico pensato anche per i bambini e, infine, 1860 metri quadrati di spazio destinato a negozi, tra i quali un bookshop, una caffetteria ed un wine bar.
L’arredamento interno, poi, è stato affidato a quattro aziende facenti capo al gruppo Poltrona Frau e precisamente per la caffetteria i tavoli e le sedie saranno di Alias, per il ristorante principale l’arredamento contemporaneo sarà quello di Cappellini, per la sala cinema sarà di Gufram e per il centro polifunzionale sarà proprio di Poltrona Frau che darà il suo contributo anche per la caffetteria sopraccitata. Alla presentazione, oltre al Presidente della Repubblica Napoletano ed il Ministro dei Beni Culturali Rutelli, era presente il sindaco Veltroni che ha dichiarato, rispettando il fine per cui sono stati ampliati gli spazi, che la struttura, rinascendo per dare nuovi impulsi alla culturalità della città, può essere fruita per l’intera giornata dai visitatori.

L’attuale ristrutturazione è la seconda in pochi anni: i primi lavori furono infatti, deliberati negli anni ’80 dall’assessore Nicolini e terminati nel ’91 costando 20 milioni di euro per un lavoro di dimensioni ridotte rispetto a quelli terminati in questi giorni.
Secondo il sindaco Veltroni, la somma investita è stata quindi spesa bene soprattutto perché il Palaexpo servirà a dotare Roma di un’altra struttura culturale di cui c’era necessità.
Con questi lavori, infatti, si è giunti quasi al termine di quel ciclo di interventi di ristrutturazioni museali volute dalla giunta Veltroni che comprendevano anche quelli dei musei capitolini ridisegnati, in parte, da Carlo Aymonino, a quelli dell’Ara Pacis di Meyer, a quelli di palazzo Braschi e anticipano l’apertura del nuovo Macro e del Maxxi affidato a Zaha Hadid. Queste strutture si sommano alle “Case” volute, dalla giunta Veltroni, come luoghi di incontro ovvero la casa del jazz, quella del cinema e quella, di prossima realizzazione, dei giovani.

La gestione della struttura è affidata all’azienda speciale Palaexpo, che fa capo direttamente al comune e che gestisce anche le scuderie del Quirinale e la Cassa di risparmio di Roma, di cui è presidente Giorgio Van Straten, secondo il quale questo palazzo è uno dei più grandi centri culturali europei.
Per l’inaugurazione della struttura, infine, sono state preparate tre retrospettive: una dedicata a Mario Ceroli, una seconda a Stanley Kubrick e l’ultima a Mark Rothko, che ritorna nella capitale dopo l’ultima apparizione avvenuta nel 1962.

A cura di Paola Bivona


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