Riapre a Roma, dopo cinque anni di lavori di ristrutturazione e
dopo il sequestro giudiziario, il
Beaubourg, il Palazzo delle
Esposizioni della capitale che costituisce uno dei più
importanti musei d’arte contemporanea del mondo.
La
ristrutturazione, che doveva terminare nel 2004 ma che è
stata interrotta per l’inchiesta sul crollo nel cantiere avvenuto
nel settembre 2004, è costata
28 milioni di Euro ed è stata
realizzata sull’idea progettuale dell’architetto
Firouz
Galdo, nato a Teheran ma italiano di adozione, minimalista,
teorico del bianco e progettista di interni, che ha anche curato il
progetto di recupero del Castello di Alcamo con annesso museo del
vino e la galleria del russo Larry Gagosian che ha deciso di aprire
proprio a Roma.
I lavori dell’edificio, inaugurato, in via Nazionale, nel 1882
dall’architetto
Pio Piacentini, sono stati affidati alla
direzione artistica dell’architetto
Michele De Lucchi,
autore, peraltro del restyling della Triennale di Milano, del nuovo
logo di Banca Intesa e della nuova immagine di Poste Italiane.
Il museo Beaubourg, con questa ristrutturazione,
aumenta la sua
superficie di 3100 mq. destinati ad esposizione sui 12 mila
complessivi dell’edificio, ma soprattutto guadagna una
serra in
vetro, aperta verso il cielo, che ospiterà il ristorante in
cima all’edificio (opera di Paolo Desideri, autore della Tav di
Roma Tiburtina).
A muovere le fila di questa ristrutturazione è, quindi, l’idea di
poter vivere questi spazi per l’intera giornata tant’è che è stato
realizzato anche un
cinema da 139 posti, un
auditorium da
90 posti, un
laboratorio artistico pensato anche per i
bambini e, infine,
1860 metri quadrati di spazio destinato a
negozi, tra i quali un bookshop, una caffetteria ed un wine
bar.
L’arredamento interno, poi, è stato affidato a quattro aziende
facenti capo al gruppo Poltrona Frau e precisamente per la
caffetteria i tavoli e le sedie saranno di Alias, per il ristorante
principale l’arredamento contemporaneo sarà quello di Cappellini,
per la sala cinema sarà di Gufram e per il centro polifunzionale
sarà proprio di Poltrona Frau che darà il suo contributo anche per
la caffetteria sopraccitata. Alla presentazione, oltre al
Presidente della Repubblica
Napoletano ed il Ministro dei
Beni Culturali
Rutelli, era presente il sindaco
Veltroni che ha dichiarato, rispettando il fine per cui sono
stati ampliati gli spazi, che la struttura, rinascendo per dare
nuovi impulsi alla culturalità della città, può essere fruita per
l’intera giornata dai visitatori.
L’attuale ristrutturazione è la seconda in pochi anni: i primi
lavori furono infatti, deliberati negli anni ’80 dall’assessore
Nicolini e terminati nel ’91 costando 20 milioni di euro per
un lavoro di dimensioni ridotte rispetto a quelli terminati in
questi giorni.
Secondo il sindaco Veltroni, la somma investita è stata quindi
spesa bene soprattutto perché il Palaexpo servirà a dotare Roma di
un’altra struttura culturale di cui c’era necessità.
Con questi lavori, infatti, si è giunti quasi al termine di quel
ciclo di interventi di ristrutturazioni museali volute dalla giunta
Veltroni che comprendevano anche quelli dei musei capitolini
ridisegnati, in parte, da
Carlo Aymonino, a quelli dell’Ara
Pacis di
Meyer, a quelli di palazzo Braschi e anticipano
l’apertura del nuovo Macro e del Maxxi affidato a
Zaha
Hadid. Queste strutture si sommano alle “Case” volute, dalla
giunta Veltroni, come luoghi di incontro ovvero la casa del jazz,
quella del cinema e quella, di prossima realizzazione, dei
giovani.
La gestione della struttura è affidata all’
azienda speciale
Palaexpo, che fa capo direttamente al comune e che gestisce
anche le
scuderie del Quirinale e la
Cassa di risparmio
di Roma, di cui è presidente
Giorgio Van Straten,
secondo il quale questo palazzo è uno dei più grandi centri
culturali europei.
Per l’inaugurazione della struttura, infine, sono state preparate
tre retrospettive: una dedicata a
Mario Ceroli, una seconda
a
Stanley Kubrick e l’ultima a
Mark Rothko, che
ritorna nella capitale dopo l’ultima apparizione avvenuta nel
1962.
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