Mentre abbiamo notizia che nella versione finale del
decreto
legislativo sulle qualifiche, approvato dall’ultimo consiglio
dei ministri, sono saltati gli attestati di competenza dei
professionisti non iscritti all’albo è stato definita dai due
relatori di maggioranza
Pierluigi Mantini e
Giuseppe
Chicchi il nuovo testo di
riforma delle professioni che
prende le deleghe contenute nel ddl Mastella e le trasferisce ai
diretti interessati.
Il testo è composto da
37 articoli in 8 Capi contenenti:
- Oggetto e principi
- Trasformazione di Ordini e Collegi
- Principi comuni organizzativi per gli ordinamenti di
categoria
- Disposizioni comuni all’esercizio delle professioni
intellettuali
- Codice deontologico e sanzioni
- Riconoscimento delle associazioni professionali non
regolamentate
- Società e associazioni tra professionisti
- Norme finali
Il
nuovo testo del progetto di legge Mantini-Chicchi, di
fatto, mette insieme diverse iniziative già depositate ed il 24
ottobre scorso è stato illustrato all’interno del comitato
ristretto delle commissioni giustizia e attività produttive della
Camera dei deputati.
Di notevole importanza nel nuovo testo l’articolo 3 con cui i
Consigli nazionali delle categorie professionali attualmente
organizzate in ordini e collegi, sentiti gli organismi
territoriali, adottano, entro e non oltre dodici mesi dall’entrata
in vigore della presente legge, il nuovo ordinamento di categoria,
con proprio regolamento, nel rispetto dei seguenti principi
specifici:
- riconoscimento e attuazione in forma specifica dei principi
fondamentali di cui all’art. 3;
- organizzazione territoriale basata su principi democratici e di
trasparenza gestionale, con specifica valorizzazione delle
strutture regionali;
- specificazione del ruolo degli ordini professionali a tutela
dei cittadini utenti anche attraverso forme di convenzionamento con
le associazioni dei consumatori;
- previsione di forme specifiche di formazione permanente, anche
attraverso un sistema di crediti, con un monte ore comunque non
inferiore a 60 ore annuali;
- riconoscimento della pubblicità informativa sui requisiti
soggettivi e i contenuti delle prestazioni professionali
offerte;
- obbligo di concordare preventivamente con il cliente il prezzo,
in relazione ai contenuti, le modalità e i tempi prevedibili delle
prestazioni professionali;
- riconoscimento del diritto all’equo compenso dei praticanti,
della riduzione del periodo di tirocinio, della semplificazione
dell’esame di Stato con la previsione che i componenti delle
commissioni giudicatrici non possono essere in maggioranza
appartenenti all’ordine professionale della sede territoriale in
cui si svolge l’esame;
- obbligo di adeguata copertura assicurativa per i rischi
professionali a garanzia del cliente;
- attuazione del principio di separazione organica tra consigli
dell’ordine e organi di disciplina, eletti contestualmente e
separatamente dai consigli degli ordini, che amministrano i
procedimenti sanzionatori e che devono comunque essere composti con
la presenza di membri territorialmente esterni all’ordine di
appartenenza del professionista.
Altra novità contenuta nell’articolo 5 è l’
istituzione
dell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria, nel quale
sono iscritti i soggetti in possesso di titoli di studio
universitario triennale di matrice tecnica, nonché i professionisti
attualmente iscritti agli albi professionali dei geometri, dei
periti agrari e periti agrari laureati e dei periti industriali e
periti industriali laureati.
Il testo proposto fissa i suoi pilastri: poche deleghe, equo
compenso per i praticanti, minimi inderogabili per le opere
pubbliche, riconoscimento delle associazioni e conseguente
iscrizione alla cassa di previdenza privata per i professionisti
non iscritti ad albo, snellimento degli ordini. Questi i principi
di base sui quali si fonda la riflessione di Mantini e Chicchi ma
non tarda l’intervento dell’opposizione.
Maria Grazia Siliquini responsabile dell’ufficio libere
professioni di An, infatti, in un
comunicato stampa di ieri 25
ottobre precisa che “Il
testo proposto dai relatori
della maggioranza ieri in commissione giustizia sulla riforma delle
professioni è
pura propaganda elettorale: sanno infatti
benissimo che la riforma non vedrà mai la luce perchè il governo è
agli sgoccioli, in piena caduta libera già ieri al senato, come ha
evidenziato lo stesso presidente della camera. La maggioranza
quindi sta cercando, furbescamente, di mettere le mani avanti per
la ormai prossima campagna elettorale, per sostenere con gli ordini
di avere gettato le basi per una “buona” riforma, nel tentativo di
recuperare un po’ di quel consenso totalmente evaporato dopo gli
atti compiuti da questo governo contro i professionisti
ordinistici” precisando anche che I relatori Mantini e Chicchi -
esponenti del nuovo PD - consapevoli che i provvedimenti di
Bersani, Visco e il DDL Mastella hanno fortemente bistrattato le
categorie professionali, hanno avviato la loro personale campagna
elettorale cambiando le loro proposte con una versione edulcorata,
meramente finalizzata ad una captatio benevolentiae
elettorale”.
“Ormai la frittata è stata fatta in questo anno e mezzo –ha
proseguito Siliquini- ed in particolare, da ultimo, con il decreto
varato il 22 ottobre in consiglio dei ministri, che ha recepito la
direttiva sulle qualifiche professionali”.
“La proposta di ieri pertanto, che giunge dopo ben 5 mesi di
inerzia (da giugno erano terminate le audizioni e l’opposizione
chiedeva di continuare i lavori con un nuovo testo), viene avanzata
guarda caso proprio il giorno in cui il governo è al suo punto di
massima fibrillazione, con previsioni di caduta entro il mese di
novembre”.
Per contro, invece, proprio Mantini e Chicchi ritengono che lo
spirito che li ha mossi nella determinazione di questo testo di
base sia stato quello di cercare di rendere il mondo delle
professioni più competitivo, più aperto alla libera concorrenza e
con principi di modernizzazione e qualità.
In allegato è disponibile il testo del progetto di legge.
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