21/11/2020
Nella conferenza stampa di ieri è stato presentato il
Report Coronavirus Covid-19 della Cabina di regia
relativo al periodo 9 - 15 novembre. Nel Report si
evidenzia un carico rilevante di Covid-19 sui servizi sanitari
territoriali e ospedalieri con un aumento continuo dei ricoveri che
implica una inevitabile erosione delle risorse disponibili per
l’assistenza ospedaliera ai pazienti con altre patologie.
Nel report di ieri viene, anche, osservata una riduzione
nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente
suggerendo un iniziale effetto delle misure di mitigazione
introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020.
Tuttavia, poiché la trasmissibilità in gran parte del territorio è
ancora con un Rt>1 e comporta un aumento dei nuovi casi, questo
andamento non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un
abbassamento dell’attenzione nei comportamenti.
Viene, anche osservato che:
Mentre al presente articolo alleghiamo la Sintesi nazionale, il verbale della riunione della Cabina di Regia del 20 novembre 2020 e i Dati indicatori, a parte il problema legato alle carenze sanitarie che tutti ormai conosciamo, precisiamo che due sono gli indicatori principali che possono rappresentare in maniera del tutto semplice ed intuitivo l’andamento dell’attuale pandemia: l'indice Rt e l’indice Rpt.
L'indice Rt è un valore che rappresenta come varia lo stato di contagiosità in una certa Regione al variare del tempo, che a sua volta dipende da quali misure sono state messe in campo e dalla loro efficacia. L'indice Rt consente di monitorare l'efficacia degli interventi nel corso di un'epidemia e, nello specifico, la soglia indicata per l'allerta, che ad aprile aveva un valore minore o uguale a 1.
Che se questo indice è superiore a 1 (come è attualmente in tutte le Regioni), con le misure attualmente vigenti ogni persona si stima ne contagia almeno un'altra. Un elemento non secondario è che il calcolo dell'indice Rt viene effettuato prendendo in considerazione soltanto i casi sintomatici (ospedalizzati o meno) e non gli asintomatici. Questo perché - così come spiega l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) - i sintomatici sono casi certi. Ma, com'è ormai chiaro, esiste un numero non precisato di asintomatici che rappresentano potenzialmente un fattore di amplificazione ma che non può essere inserito all'interno di questo indice che, proprio per questo, non può essere l'unico parametro per dare informazioni chiare e corrette sull'andamento dell'epidemia.
La definizione dell'indice Rt per le varie Regioni è predisposta dall'Istituto Superiore di Sanità che la distribuisce settimanalmente ed, in atto, l'ultima rilevazione si riferisce al Report 9-15 novembre in cui l'indice Rt nazionale è pari a 1,18 (1.43 -1,72 quelli dei due Report precedenti del 2-8 nov e del 26ott-1nov) mentre quelli Regionali sono i seguenti con la precisazione che è riportato tra parentesi l'indice dei due Report precedenti:
Considerato che una delle poche bussole cui possiamo riferirci è quella dei numeri, possiamo affermare che, oggi, nell’ultimo Report gli indici Rt sono diminuiti in tutte le regioni ed, in particolare sono al di sotto di 1 nelle regioni Lazio, Liguria e Sardegna con un valore minimo pari a 0,84 in Sardegna ed un valore massimo pari a 1,54 in Basilicata.
Nell’ultima settimana il decremento dell’indice nazionale è stato pari a 0,25 (1,43-1,18) e le Regioni che hanno avuto decrementi pari o maggiori a quello nazionale sono state le seguenti dieci: Toscana (0,37), Lombardia (0,36), Umbria (0,34), P.A. Bolzano (0,33), Campania e Liguria (0,28), Molise, Piemonte e Valle d’Aosta (0,27), P.A. Trento (0,25).
L'indice Rpt definisce, invece, la percentuale dei positivi (sintomatici o asintomatici) sul numero di tamponi effettuati e, quindi, dà la possibilità di conoscere, giornalmente, utilizzando i dati prelevati dal bollettino della Protezione Civile, una percentuale che indica, per una data Regione, il numero di positivi riscontrati su cento tamponi effettuati: tanto più alta è questa percentuale, tanto più alta è la possibilità che in una data Regione possano trovarsi individui sintomatici o asintomatici che hanno contratto il Covid-19. Tra l'altro sembra che la la soglia indicata per l'allerta, dovrebbe avere un valore minore a 10.
Con riferimento ai dati del Bollettino della Protezione Civile diffuso ieri l'indice Rpt nazionale è pari a 14,64 (nelle rilevazioni precedenti del 13/11 e 6/11 era, rispettivamente 16,05 e 16,14) mentre quelli regionali sono i seguenti con la precisazione che è riportato tra parentesi l'indice dei giorni 13/11 e 6/11 che coincidono con i giorni in cui sono stati diffusi i due precdenti report della Cabina di regia (13/11 e 6/11)
In pratica, quindi, è possibile affermare come con un indice Rpt nazionale pari a 14,64 si abbia la ragionevole certezza di trovare circa 15 positivi su un campione di 100 soggetti e, pur capendo che tale percentuale è abbastanza alta e che dovremmo trovare soluzioni per cercare di abbassarla, non possiamo trascurare di notare come nelle Regioni Lazio e Molise e della P.A. di Trento l’indice sia inferiore a 10 mentre nelle seguenti 10 regioni l’indice Rpt si è posizionato ieri su una percentuale più alta di quella media nazionale:
Riportiamo, qui di seguito, i grafici relativi all'indice Rpt relativo alla media nazionale con la linea di tendenza mobile a 7 giorni (curva tratteggiata).
ed i grafici con gli indice Rpt delle 10 Regioni in cui tale indice è maggiore di quello relativo alla media nazionale.
In verità, la situazione non è ben delineata e non ha presto una direzione ben definita per i motivi che qui di seguito evidenziamo:
Da precisare, per ultimo, che le 10 regioni con indice Rpt superiore a quello nazionale sono in atto:
Da notare, anche, come:
A cura di Redazione LavoriPubblici.it