Il Ministro dei trasporti Alessandro Bianchi intervenendo al
convegno OICE del 23 ottobre scorso, in merito alla
necessità di apportare ulteriori modifiche al quadro normativo
vigente, ha affermato che “va modificata l’eccessiva presenza
pubblica nel settore della progettazione perché è giusto che
l’amministrazione si occupi di programmare e controllare e non di
progettare”.
Sposando la linea politica che da anni l’OICE conduce, in sintonia
con gli ordini professionali, il Ministro ha voluto espressamente
ribadire che “l’attenzione alle fasi di indirizzo e controllo può
rappresentare la vera svolta per un efficace ruolo pubblico nel
settore delle opere pubbliche”.
Il Ministro dei trasporti ha anche sottolineato come l’eccessiva
regolamentazione della materia, con procedure farraginose e
complesse fa sì che “lo Stato si sia dichiarato nemico di se
stesso”. Va invece esaltato il momento della “discrezionalità: sono
dell’idea che si debba andare verso la massima discrezionalità
delle scelte con la massima responsabilizzazione di chi le fa”.
Sullo stesso tema Luigi Giampaolino, presidente
dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ha messo
invece l’accento sul fatto che vi è un chiaro “problema di regole:
la presenza di diversi legislatori, forse troppi; un procedimento
autorizzatorio complesso per la presenza di interessi tutti degni
di tutela, ma forse troppo tutelati con potestà di veti
pregiudiziali; la presenza di parti (regioni, enti locali, enti
pubblici e privati) ritenute tutte parti necessarie al fine del
decidere”.
In particolare per Giampaolino, “normative regionali che
moltiplicassero e diversificassero in maniera troppo divergente
discipline riguardanti una eguale attività, potrebbero risolversi
in appesantimenti per le imprese e in un disorientamento per gli
operatori economici. Ed è per questo che un’attenzione alla
legislazione regionale appare indispensabile per assicurare un
quadro ordinato e coerente di sviluppo”.
Fonte: www.oice.it
© Riproduzione riservata