A Torino ell’ambito del piano di riqualificazione urbana delle aree
industriali dimesse degli anni Settanta, a fine 2006 è stata
inaugurata la
nuova chiesa parrocchiale del Santo Volto,
costruita nella zona degli stabilimenti della Michelin e delle
fonderie e dei laminatoi della Fiat risalenti agli anni Trenta.
Il progetto è firmato
Mario Botta e dimostra come un luogo
di culto, oltre ad essere necessario per l’espansione di una città,
può essere un elemento idoneo alla riqualificazione di aree
periferiche degradate.
La chiesa si trova in quell’area che è stata denominata “Spina 3” e
che è delimitata dal passante ferroviario, in costruzione, e da
un’ansa della Dora: in questa zona, dove è prevista la costruzione
di servizi, la presenza di oltre 10000 abitanti, la creazione di un
“Parco della Dora” di 450000 mq e del Parco tecnologico Eurotorino
di 250000 mq, si è cercato di mantenere la memoria delle vecchie
fabbriche. Sono, infatti, stati esposti dei pezzi di macchinari
industriali che erano stati conservati fino ad oggi ed è stato
affidato alla vecchia ciminiera delle ex acciaierie una funzione
simbolica: l’elemento, situato vicino alla chiesa e alto 60 metri,
è inviluppato da una struttura elicoidale in acciaio alla cui
sommità si trova una croce argentea e sostituisce, di fatto, il
campanile anche se le campane, materialmente, sono poste alla sua
base, affianco alle gradinate che danno accesso al sagrato.
In planimetria
la chiesa ha la forma di un ingranaggio collocato
in un piazzale/sagrato in cui trova spazio anche un edificio ad
L. Il corpo principale, di 14 lati, è la basilica vera e propria: a
pianta centrale, racchiude la grande aula, che può contenere 800
fedeli in 2300 mq, ed è impostata su travature di 32 metri di luce
e su un cerchio di 12 colonne binate. L’interno è rivestito di
legno di acero o intonaco a calce e, alle spalle dell’altare, trova
spazio un mosaico a rilievo costituito da mattoncini di pietra
“rosso di Verona” e raffigurante il Santo Volto della Sindone.
Nella parte superione, ad incorniciare l’aula, ci sono
7 torri,
alte 35 metri a forma di parallelepipedo che simboleggiano i sette
peccati capitali sotto le quali si collocano altrettante
cappelle, sovrastate da un numero doppio di elementi costruttivi
tronchi, che indirizza all’interno la luce attraverso dei lucernari
in vetro. Il rivestimento esterno è in mattoni faccia a vista
mentre la copertura si manifesta come un alternarsi di pieni e
vuoti che insistono sul soffitto piramidale dell’aula. Nella parte
sotterranea, infine, trova spazio una sala polivalente per le
assemblee pastorali.
Nel corpo a L, invece, che come si specificava precedentemente,
contorna lo spazio esterno, sono stati inseriti il Centro pastorale
diocesano, con gli uffici della curia torinese, gli appartamenti,
la casa canonica, le strutture di formazione e ricreazione per i
giovani.
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