Gli italiani diventano più pessimisti sul futuro dei loro risparmi
e le ristrettezze economiche aumentano, tanto che nell'ultimo anno
le famiglie in difficoltà sono state quasi quattro su 10 e la fetta
di coloro che sono riusciti a mettere soldi da parte si è
assottigliata. A farsi sentire sono anche gli effetti della crisi
dei mutui Usa, che sembrano aver indotto molti investitori ad
allontanarsi dal tanto amato “mattone”. A scattare la fotografia
sulla situazione degli italiani e il risparmio è stata l’Acri
(l’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane e delle
Fondazioni di Origine Bancaria).
Le 1.000 interviste condotte mostrano come la debole svolta
ottimista del 2006 sia svanita e aleggi quindi un “pessimismo quasi
rassegnato” con poche speranze in un rapido cambio di
condizioni.
E se anche nel 2007 la maggior parte degli italiani (il 51%) si
considera soddisfatta della propria situazione economica personale,
questa fetta è diminuita rispetto allo scorso anno (53%), ma
soprattutto rispetto al 2001 (65%). Aumentano inoltre le famiglie
che faticano a mantenere il proprio tenore di vita (il 46% contro
il 42% del 2006) e si riducono quelle che riescono a mantenerlo
senza particolari problemi (25% contro il 28%).
Il segnale di preoccupazione è rafforzato anche dal minor numero di
persone ottimiste riguardo a un miglioramento complessivo nei
prossimi tre anni: i pessimisti quest’anno sono saliti dal 36% al
46%, mentre gli ottimisti sono scesi dal 46% al 34%.
Analizzando in particolare le tendenze al risparmio, si nota che il
38% delle famiglie è in difficoltà (32% nel 2006) e si riduce
sempre più la quota di coloro che riescono a risparmiare (appena il
33%, contro il 37% dello scorso anno e il 48% del 2001) e al tempo
stesso cresce il numero di coloro che non riescono a vivere
tranquilli se non mettono da parte qualcosa (il 43% contro il 26%
nel 2001).
Inoltre dal 2001 ad oggi sono più che raddoppiate (al 27%) le
famiglie che ricorrono a prestiti o intaccano i risparmi
accumulati. Quanto alla destinazione dei propri “gruzzoletti”, si
conferma la propensione alla liquidità, che caratterizza quasi due
italiani su tre anche a causa della scarsa fiducia nei regolamenti
a tutela del risparmio. In pole position tra le diverse forme di
investimento campeggia sempre “il mattone”, ma per la prima volta
dal 2001 si assiste all’arresto del trend di crescita e dal 70%
delle preferenze per gli acquisti di case si è passati al 55%. Tra
le cause di ciò anche il timore per la crisi dei mutui Usa, anche
se il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti assicura che sui
subprime “in Italia siamo al riparo”.
Fonte: www.demaniore.it
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