E’ iniziato lo scorso giovedì 7 ottobre l’esame da parte delle due
commissioni congiunte giustizia (II commissione)
ed
attività produttive (X commissione) della camera l’esame
dell’ultimo testo di
disegno di legge sulle professioni
presentato dai due relatori di maggioranza
Pierluigi Mantini
e
Giuseppe Chicchi.
Il relatore per la II commissione Pierluigi Mantini evidenzia come
la proposta di testo unificato tenga ampiamente conto, oltre che
del disegno di legge governativo, anche di tutte le proposte di
legge abbinate, delle indicazioni emerse nel corso del dibattito
avutosi nelle precedenti riunioni di commissione ed anche dei
lavori svolti nel corso della precedente legislatura.
La proposta si differenzia strutturalmente dal disegno di legge n.
2160 del Governo: mentre questo è formulato come una legge delega,
il primo è costituito da una serie di principi fondamentali che
regolano la materia delle professioni nonché da principi specifici
diretti ai consigli nazionali delle categorie professionali, ai
quali spetta il compito di adottare il nuovo ordinamento di
categoria, sul quale si prevede l'approvazione con regolamento del
Governo, che ne verifica la conformità con i principi specifici,
previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
Sottolinea, comunque, che anche la proposta di testo unificato
prevede delle deleghe legislative su alcune specifiche materie,
come ad esempio quella relativa alla disciplina delle società tra
professionisti.
Ma, ovviamente, non potevano mancare le osservazioni del Governo
che sono arrivate dal sottosegretario
Luigi Scotti che mette
in luce le
contraddizioni della riforma delle professioni
predisposta dai due relatori di maggioranza Mantini e Chicchi;
il sottosegretario Scotti nel corso della seduta della commissione
si è soffermato su alcune questioni emerse dalla lettura della
proposta di testo unificato dei relatori, riservandosi di
intervenire in maniera più dettagliata in una prossima seduta.
In primo luogo ha osservato che all'articolo 3, comma 1, lettera
f), si prevede opportunamente il principio della unificazione in un
solo ordine o albo professionale delle professioni intellettuali
affini, ma non è ben chiaro quale sia il soggetto chiamato ad
attuare tale principio, considerato che non si tratta di un
principio di delega, quanto piuttosto di un principio fondamentale
che finisce per essere diretto al legislatore nonché agli organi
con potestà normativa secondaria.
Inoltre ha, anche, osservato come nella proposta di testo unificato
venga prevista l'istituzione di nuovi ordini professionali,
nonostante che vi sia una generale condivisione dell'esigenza di
ridurre gli ordini esistenti.
Il sottosegretario, ritenendo che non sia sufficientemente chiara
la distinzione tra i principi fondamentali di cui all'articolo 3 ed
i principi specifici previsti dall'articolo 4, ha, anche,
evidenziato l'opportunità di accorpare le due categorie di principi
contenute nella proposta di testo unificato.
Ha osservato, infine, che dalla proposta di testo unificato non
appare sufficientemente chiara la distinzione tra ordini ed
associazioni professionali, per cui sarebbe opportuno effettuare
delle precisazioni sul punto.
Giuseppe Chicchi ha precisato che il sottosegretario Scotti “ha
consegnato una memoria con alcuni rilievi al testo da noi
presentato, inquadrandolo però in un giudizio di disponibilità del
governo a lavorare a un nuovo impianto per le professioni
attraverso una legge di principi e l’autonormazione”.
Sembra quindi che il nuovo testo non avrà vita facile anche in
considerazione degli attacchi già pervenuti da parte
dell’opposizione e precisamente da
Maria Grazia Siliquini
componente della II commissione e responsabile dell’ufficio libere
professioni di An, infatti, in un comunicato stampa del 25 ottobre
scorso ha precisato che “Il testo proposto dai relatori della
maggioranza ieri in commissione giustizia sulla riforma delle
professioni è pura propaganda elettorale”.
Ma anche il CUP, guidato da
Raffaele Sirica, si è riunito il
7 ottobre scorso delineando le mosse future nei confronti di
governo e parlamento in merito sia al nuovo testo Mantini-Chicchi
sia in riferimento al decreto legislativo di recepimento della
direttiva qualifiche già approvato dal governo ed in attesa di
pubblicazione sulla gazzetta ufficiale; e sempre il CUP ha risposto
alla sollecitazione che Mantini aveva inviato con una lettera
aperta precisando che “
Il CUP ha dato mandato al Consiglio
direttivo per chiedere un confronto con il governo ed il parlamento
per definire un iter condiviso di riforma del settore.”.
Sembra, quindi, che si tratti se non proprio di una guerra aperta,
certamente di una prima fase di scaramucce che porterà sicuramente
ad un duro scontro. ”.
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