La Regione Sicilia ha varato, nei giorni scorsi, il
piano
triennale per l’edilizia che prevede la messa in sicurezza della
maggior parte degli edifici scolastici della regione. Da un
rapporto di
Legambiente, infatti, è risultato che la Sicilia
è la penultima tra le regioni meridionali in termini di adeguamento
alle norme in materia di sicurezza tant’è che solo il 12,79% degli
edifici possiede il certificato di prevenzione incendi.
L’adeguamento è, quindi, previsto per circa
900 scuole in tre
anni con una spesa di circa 130 milioni di euro che, in parte,
proverranno dal buono scuola per le famiglie che, di fatto, non
verrà più erogato, mentre dal 2010 si provvederà alla costruzione
dei nuovi edifici.
L’assessore regionale alla pubblica istruzione,
Nicola
Lenza, ha sottolineato l’impegno gravoso a cui si sta
sottoponendo la Regione per l’adeguamento precisando che i Comuni
hanno redatto un’analisi del fabbisogno edilizio scolastico che ha
permesso di stilare un’anagrafe scolastica fondamentale per la
pianificazione dei lavori da affrontare. Il piano in questione,
depositato al ministero della Pubblica istruzione il 24 ottobre
2007, è in lavorazione da aprile quando, cioè, l’assessore Leanza
ha firmato il primo bando di interventi per 25 milioni (5 milioni
per le opere di completamento di progetti approvati e per
l’eliminazione di doppi turni e locazioni e 20 milioni per
interventi per l’adeguamento degli impianti elettrici e
antincendio) e la cui istruttoria dovrebbe completarsi entro la
metà di dicembre con la firma dei decreti di finanziamento. Questo
bando, afferma inoltre l’assessore, è servito per la compilazione
di una ‘graduatoria che permetterà di finanziare gli interventi per
il 2007 e verrà utilizzata anche nei prossimi tre anni: non sarà
necessario affrontare ulteriori percorsi burocratici, ma si
potranno stanziare immediatamente le risorse che si renderanno
disponibili.
I fondi, come già accennato, verranno recuperati sia dalle casse
della Regione, per un importo di 75 milioni, di cui una parte verrà
prelevato dal capitolo del buono scuola, sia direttamente dal
ministero, per un importo di 25,4 milioni di euro, sia dai fondi
per l’edilizia scolastica previsti nel Fesr, asse vivibilità dei
centri urbani, e nel Pon.
Per l’assegnazione delle risorse alle varie province, invece, ha
spiegato
Patrizia Monterosso, dirigente dell’assessorato
regionale alla Pubblica istruzione, sono stati seguiti dei criteri
legati, soprattutto, all’anno di costruzione, all’esistenza di
doppi turni, all’ insicurezza degli edifici. Sottolinea, inoltre,
che per quegli enti locali che non hanno provveduto ad inviare le
informazioni richieste, sono stati inviati dall’assessorato stesso
degli ingegneri che espletassero il compito richiesto, soprattutto
perché gli interventi triennali riguarderanno tutti gli edifici
inseriti nell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ad esclusione
degli edifici in affitto, dato che lo vieta la legge. Afferma il
segretario regionale della Flc Cgil Sicilia,
Giusto
Scozzari, infatti, a seguito di una ricognizione effettuata nel
2006, a Palermo su 62 istituti superiori, 15 sono risultati in
affitto mentre a Catania, su 69 istituti, il risultato è stato di
48 edifici in affitto: oltre, quindi, alle spese vive di locazione,
questi istituti sono ospitati in edifici costruiti non con questa
destinazione d’uso e, di conseguenza, non a norma per il settore
scolastico. La soluzione al problema sarebbe la costruzione di
nuovi edifici, cosa di cui si potrà parlare solo alla fine del
piano triennale, in modo da non dover impegnare ulteriori somme
che, di fatto, la Regione sta semplicemente spostando da un
capitolo all’altro, ovvero dal buono scuola all’edilizia, e
soprattutto perché l’assessore Leanza ha già presentato un disegno
di legge all’Assemblea regionale che prevede la costruzione di
nuovi edifici in project financing.
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