Il 16 febbraio scorso in prima lettura dal Parlamento europeo ha
approvato la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei
servizi nei Paesi dell'Unione europea.
Nel testo, profondamento modificato rispetto alla versione
originale, sparisce la norma più controversa, quella sul paese
d'origine e, quindi, il prestatore dei servizi dovrà rispettare le
leggi del Paese in cui opera e non quelle dello Stato di origine
dell'azienda ed il principio del paese d'origine è sostituito con
quello della libera circolazione dei servizi.
Per quanto riguarda i professionisti, ricordiamo che gli
ingegneri, per i quali non esiste una norma che regoli lo
svolgimento della professione in un Paese diverso da quello di
origine (a differenza degli architetti, disciplinati dalla
direttiva sulle qualifiche professionali) temevano la concorrenza
di colleghi stranieri, che avrebbero potuto derogare alle tariffe
italiane e non sottostare agli obblighi di formazione e di
iscrizione agli Ordini professionali.
La nuova versione della direttiva ha contenuto il campo di
applicazione e non riguarda i servizi professionali ed in caso di
contrasto, prevalgono le disposizioni della direttiva
36/2005/CE sul riconoscimento delle qualifiche
professionali.
Per ultimo, secondo la citata direttiva 36/2005/CE, l'accesso alle
professioni è regolato dalle norme dello stato di origine, mentre
l'esercizio dell'attività è disciplinato dal paese di
destinazione.
La direttiva Bolkestein passerà adesso all'esame del Consiglio
europeo e quindi tornerà all'assemblea di Strasburgo per
l'approvazione definitiva.
© Riproduzione riservata