Nella prima sessione tecnica del
convegno nazionale dei giovani
imprenditori dell’Ancededicato al tema “Housing sociale: un
contratto con le città” e che si è tenuto a Roma, presso Villa
Miani, il 23 e 24 novembre scorso sono state affrontate alcune
proposte economico-finanziarie quali, ad esempio, la possibilità
che le fondazioni possano lanciare dei fondi immobiliari per
l’housing sociale, che vengano ricercate nuove aree, anche facenti
parte del verde pubblico, e che vengano eliminati gli strumenti
urbanistici ritenuti d’intralcio come i piani di zona.
Il dibattito è stato aperto dal vicepresidente dei giovani
dell’Ance,
Paola Malabaila, che ha posto l’attenzione sul
“prodotto abitativo” ovvero sulla possibilità di creare un’offerta
consona per degli
inquilini potenziali, che hanno cioè reddito
annuo tra i 18 ed i 30 mila Euro, di cui il 20% viene destinato
al pagamento dell’affitto, dato che nell’ultima stagione politica
il baricentro si è spostato dalla proprietà all’affitto.
A fare parte di questa fetta di potenziali inquilini sono circa
sei milioni di residenti di cui circa 4 milioni sono
immigrati stabilizzati: visto il gran numero di utenti, l’Ance è
pronta a scendere in campo ma la sua rappresentante verde ha
chiesto quattro garanzie fondamentali. La principale di queste
riguarda l’utilizzo di aree disponibili e quindi una riforma del
governo del territorio per poi passare a dei finanziamenti leggeri
che contribuiscano ad abbattere i costi di costruzione, ad una
ripartizione più esplicita delle competenze stato-regione ed,
infine, ad un regime civilistico che, al termine della locazione,
garantisca la reale disponibilità degli immobili anche per la
vendita.
Il punto cruciale di queste garanzie è senza dubbio la prima che ha
come conseguenza la
fine della pianificazione conservatrice e
statica che ha caratterizzato l’edilizia italiana
dall’emanazione della prima legge urbanistica, ovvero 65 anni
fa.
Secondo il presidente dei giovani imprenditori edili,
Simona
Leggeri, infatti, la soluzione è quella di
eliminare quelle
regole che impediscono la flessibilità nella destinazione d’uso
in modo da riuscire a costruire ciò che richiede il mercato.
Bisogna, quindi, riuscire a superare il dirigismo antieconomico che
contraddistingue i piani di zona: nel governo del territorio,
infatti, per mantenere accettabili i rapporti tra pubblica
amministrazione e imprenditori sono necessarie chiarezza e
semplicità. Il tema ha destato parecchie discussioni tant’è che
Linda Lanzillotta, ministro per gli affari regionali, ha
dichiarato che
550 milioni di Euro verranno destinati
all’housing sociale a partire dalla prossima conferenza
stato-regioni, ricevendo grande approvazione e la richiesta che gli
interventi partano immediatamente dopo la conferenza stessa, senza
ulteriori dilazioni.
Per quanto riguarda la seconda garanzia richiesta, ovvero i
finanziamenti più leggeri, un ruolo determinante è stato delineato
dal presidente dell’Acri (associazione delle fondazioni bancarie),
Giuseppe Guazzetti, che è anche presidente della Fondazione
Cariplo: il fondo Abitare 1, ad esempio, emesso proprio della
Fondazione Cariplo, ha stanziato 85 milioni che verranno utilizzati
per la costruzione di 100 appartamenti a Crema e 700 a Milano.
Sul fronte dei tagli ai costi di costruzione è intervenuto, invece,
Luca Navarra, secondo vicepresidente di Ance giovani, che ha
addirittura ipotizzato l’utilizzo di aree verdi a costo zero. La
soluzione non è stata respinta nemmeno da
Enzo Proietti,
direttore generale di risorse per Roma.
Su questo rapporto stato-imprenditori è intervenuto anche
Pier
Ferdinando Casini cha ha auspicato una nuova stagione
sarcosiana di rilancio della creatività dell’architettura, anche
attraverso progetti più osè, che possano lasciare il segno della
nostra epoca nel panorama storico-artisico italiano. Casini ha,
inoltre, rilasciato una dichiarazione che prendeva le distanze
dalla posizione del ministro
Rosi Bindi che, comparendo al
convegno, ha sottolineato il fatto che il governo abbia spostato la
sua attenzione in favore dell’affitto in funzione
antispeculativa.
Casini ha, infatti, dichiarato “Privilegiare l’affitto, bollando
come speculazione l’acquisto della casa da parte delle classi medie
è una linea statalista che non favorisce la crescita e nemmeno la
mobilità sociale”. La conseguenza di questa dichiarazione è stata
quella di sostenere che, nel momento in cui il suo fronte tornerà
alla guida del paese, l’attenzione all’housing sociale sarà
diversa. .
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