I Paesi a bandiera arancione, ovvero quelli con marchio di qualità
turistico-ambientale, hanno richiesto al governo che anche nei
centri storici, grazie alla creazione di aree a distanza e
installazioni in multiproprietà, si possa usufruire di impianti
fotovoltaici.
La richiesta arriva a causa dell’impossibilità attuale di
installare questi impianti sui tetti dei centri storici per via dei
vincoli legati all’aspetto estetico e d’impatto visivo e perché gli
enti locali non vogliono perdere l’occasione del risparmio
energetico. Di questa problematica si è discusso nel convegno
“
Qualità della vita e solare fotovoltaico” che si è svolto a
Roma il 20 novembre e a cui hanno preso parte il presidente della
camera,
Fausto Bertinotti, il presidente di Copaco,
Claudio Scajola, e i deputati
Grazia Francescano dei
Verdi,
Ermete Riallacci del PD ed
Eugenio Minasso di
An.
L’art. 30-bis e seguenti della prossima Finanziaria, avviano di
fatto, anche in Italia, la
riforma degli incentivi alle energie
rinnovabili che sono un’opportunità anche per il settore
dell’edilizia. Grazia Francescato dei Verdi, che è rappresentante
del suo partito alla commissione ambiente, a questo proposito ha
aggiunto “in questo modo si gettano le basi per centrare
l’obiettivo del 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili
entro il 2020 deciso dall’Unione europea, necessario per
raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto ed evitare le
sanzioni previste.
L’obiettivo è quello di diffondere energie alternative come
eolico,
fotovoltaico e
biomasse agricole, nel
rispetto delle esigenze ambientali. C’è volontà di venire incontro
ai piccoli comuni che intendono adottare impianti fotovoltaici al
di fuori dei centri storici.
Tutto questo a dimostrazione che c’è una strada diversa dal
nucleare”.
Il testo di legge, infatti, nello specifico prevede che per gli
impianti al di sotto di 1 Mw si crei un sistema di ritiro
dell’energia prodotta ad una tariffa che per 15 anni sarà fissa
così come già accade per il conto energia sul fotovoltaico.
Per gli impianti, invece, al di sopra di 1 Mw gli incentivi avranno
la forma di certificati verdi, che avranno sempre la durata di 15
anni, e che serviranno a differenziare gli incentivi stessi in base
fonte energetica che utilizzano.
I comuni facenti parte dell’associazione paesi a bandiera
arancione, per bocca del loro presidente,
Fulvio Gazzola,
chiedono però misure più specifiche: “bisogna dare la possibilità
di installare impianti in aree a distanza usufruendo sempre della
tariffa più vantaggiosa prevista. Inoltre, bisogna consentire
l’installazione in multiproprietà, cosa che avviane in Germania, ma
che è vietata in Italia. La proposta piace agli addetti ai lavori.
Da parte dei rappresentanti del parlamento c’è stata una
condivisione di questa richiesta, che ora sarà presentata nelle
sedi opportune”.
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