Soluzione di
compromesso per gli arbitrati.
La Commissione ambiente della Camera dei Deputati nella seduta del
21 novembre scorso ha affrontato il problema relativo
all’
articolo 138 della legge Finanziaria 2008 e dall’esito
della seduta si profila una soluzione parlamentare di
mediazione.
Il Relatore
Salvatore Margiotta(PDU-U) ha, inizialmente,
sottolineato che intendeva soffermarsi sul contenuto dell'articolo
138, che reca
disposizioni in materia di arbitrato per le
pubbliche amministrazioni, gli enti pubblici economici e le società
pubbliche, il quale - di fatto - vieta gli arbitrati in
relazione ai contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, forniture
e servizi, e, in particolare, impedisce l'inserimento di clausole
compromissorie in tutti i contratti ovvero, relativamente ai
medesimi contratti, la sottoscrizione di eventuali compromessi.
Al riguardo, Margiotta, ha riconosceìiuto che tale articolo risulta
piuttosto controverso, poiché si basa su una posizione fondata del
Governo, esplicitamente illustrata nella relazione introduttiva, ma
che investe anche profili di una certa delicatezza ed ha ricordato,
peraltro, che l'
Autorità per la vigilanza sui contratti
pubblici ha inviato una apposita segnalazione al Parlamento su
tale argomento, esprimendo talune perplessità sulla disposizione in
questione. Sull’argomento Margiotta conclude giudicando, pertanto,
opportuno prospettare una possibile soluzione alternativa, che, in
luogo della totale soppressione dell'istituto, preveda di demandare
tutte le questioni alla Camera arbitrale, ivi inclusi i poteri di
nomina del terzo arbitro e di regolazione delle tariffe, in modo
che sia fissato un apposito tetto ai compensi.
Sulla stessa lunghezza d’onda
Franco Strabella(FI) che ha
precisato l’opportunità di prestare la massima attenzione
all'articolo 138 del disegno di legge finanziaria, che prevede la
totale eliminazione degli arbitrati, segnalando che la soluzione
individuata con tale testo rischia di creare seri problemi
all'ordinato funzionamento dei lavori infrastrutturali e, in
particolare, di mettere una vera e propria “pietra tombale” sui
vigenti istituti di partecipazione dei privati al finanziamento di
opere pubbliche. A tal fine, auspica l'individuazione di scelte
alternative, che evitino di accogliere, in modo semplicistico,
l'idea di una completa abolizione dell'istituto arbitrale.
Sembra, quindi, chela possibile soluzione sia quella di rimodellare
la normativa vigente, demandando tutte le questioni alla Camera
arbitrale inclusi i poteri di nomina del terzo arbitro e di
regolazione delle tariffe in modo che sia fissato un tetto ai
compensi.
Tale soluzione sarà possibile attraverso un emendamento predisposto
da
Paola Mariani del Partito democratico, sottoscritto da
altri esponenti della maggioranza ma sul quale concorderebbe,
anche, l’opposizione che, dal suo canto, h presentato alcuni
emendamenti soppressivi dell’articolo 138 e che lascerebbero
uìinalterata la situazione attuale.
Con l’emendamento del Partito democratico verrebbe ripristinati il
cosiddetto arbitrato amministrato dalla Camera arbitrate,
contenendo, così, anche i fenomeni evidenziati dall’Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
”.
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