Il Presidente del Comitato unitario delle professioni (CUP) , nel
corso del congresso dei consulenti del lavoro tenutosi a Roma dal
29 novembre all’1 dicembre, ha annunciato che, lo scorso 29
novembre, sono state consegnate, allegate alla proposta di legge,
all’Ufficio servizio per i testi normativi della camera le 80mila
sottoscrizioni raggiunte (30mila in più di quelle richieste).
Il coordinatore del Comitato promotore nazionale, il presidente del
Consiglio nazionale dei geologi
Pietro Antonio De Paola ha,
così, commentato la presentazione della proposta di legge: “Il
Comitato ha deciso di sospendere l'ulteriore raccolta delle firme a
quota 80.000 per evitare inutile dispendio di risorse”.
“Tra qualche mese la proposta di legge approderà alla Camera e
testimonierà due importanti aspetti: la volontà dei professionisti
di procedere alla riforma delle professioni; la capacità dei
professionisti di redigere una proposta di riforma organica,
equilibrata e moderna”, ha aggiunto De Paola.
Inoltre, prosegue la nota, il Comitato critica la proposta del
governo perché “non fa esplicitamente salve le attuali professioni
regolamentate e non fissa precisi criteri sulla eventuale loro
unificazione, sui loro percorsi formativi e sulle competenze;
perché invece prevede ... di riorganizzare le attività riservate a
singole professioni, limitandole a quelle che tutelano diritti
costituzionalmente garantiti e che perseguono finalità primarie di
interesse generale, criteri che escluderebbero quasi tutte le
professioni, che, invece, incidono su interessi generali e
collettivi; perché ritiene che la competitività si traduce nella
sola eliminazione delle tariffe minime...; perché le norme si
limitano alla disciplina delle società e non si preoccupano degli
aspetti connessi alla gestione dello studi”.
La proposta di legge di iniziativa popolare punta invece a una
riforma organica “che valorizza l'economia dei saperi come volano
di sviluppo socio-economico e che dovrà essere posta alla base
della riforma delle professioni ove si voglia perseguire la
condivisione, il consenso e la partecipazione attiva del mondo dei
professionisti”, conclude De Paola.
Ricordiamo che l’iniziativa di raccolta delle firme era partita lo
scorso mese di giugno e che un nuovo testo di riforma delle
professioni, quindi, che tra qualche mese affiancherà quello
attualmente in discussione a Montecitorio, firmato dai due relatori
Pierluigi Mantini e
Giuseppe Chicchi.
L’ultimo progetto di legge sulle professioni firmato da Mantini e
Chicchi non soddisfa gli ordini in più punti, come d’altra parte, è
possibile osservare nel documento predisposto recentemente dal CUP
“Perché eleva al rango di professione qualunque lavoro
intellettuale; perché gli attestati di competenza possono essere
rilasciati dalle associazioni anche sulla base di percorsi
formativi alternativi a quelli universitari; perché alle
associazioni viene concesso il potere di identificare la
professione; perché non è stata prevista una netta distinzione tra
professione intellettuale e impresa; perché non fa esplicitamente
salve le attuali professioni regolamentate e non fissa precisi
criteri sulla eventuale loro unificazione, sui loro percorsi
formativi e sulle competenze”.
Ma non manca l’apertura al dialogo di uno dei due firmatari del
disegno di legge attualmente in discussione alle Commissioni
riunite Giustizia e Attività produttive della Camera Pierluigi
Mantini, che ha rinnovato la disponibilità ad accogliere i
suggerimenti utili a migliorare l’impianto della legge. Che, ha
ricordato a chiare lettere, “delega agli ordini stessi il compito
di riformarsi”.
Al CUP ha risposto per le rime il
Coordinamento libere
associazioni professionali (COLAP) il cui Coordinatore
nazionale
Giuseppe Lupoi ha così commentato, negativamente,
il documento predisposto dal CUP: “Ci siamo stupiti leggendo il
documento del Cup sulla proposta Mantini/Chicchi di trovarci
completamente d’accordo con il fatto che “non può esserci
professione laddove l’attività esercitata prevalentemente con
lavoro intellettuale non sia espressione di una competenza”.
“Certo - continua Lupoi - sarebbe riduttivo, miope, anacronistico e
parruccone pensare che le competenze derivino esclusivamente dalla
conoscenza formalizzata: l’Europa avrebbe davvero speso tempo
inutile a parlare di formazione formale e formazione informale ed a
equiparare le due tipologie di formazione e il Ministro Mussi
avrebbe sbagliato a prevedere la valutazione dei crediti formativi
del pregresso inteso come esperienza e formazione non
formalizzata.
Lo stesso decreto di recepimento della direttiva qualifiche, ormai
in vigore, parla di titoli professionali equiparandoli agli studi
necessari (quindi non necessariamente formalizzati) per svolgere
un’attività professionale: non si può continuare a negare quello
che ormai esiste!”. La conclusione è che non esiste un sistema
migliore di quello associativo che è in grado di provvedere alla
formazione e al controllo dell’aggiornamento, sistema che alcuni
Ordini stanno tentando, vanamente, di scimmiottare, non
accorgendosi del limite invalicabile di essere enti pubblici”
ironizza Lupoi.
“Naturalmente siamo sorpresi di scoprire che il CUP non consideri
professioni intellettuali i ragionieri, i geometri e i periti, sol
perché non hanno la laurea!”
“Non condividiamo per nulla - conclude il Coordinatore Nazionale
Colap - la proposta di un riconoscimento della professione e non
dell’associazione perché è l’ennesimo ottuso tentativo di fondare
nuovi “ordini”, di ancorare anche le nuove professioni ad un
sistema statico non rappresentativo del mercato e dell’evoluzione
delle competenze”.
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