DA CITTA' DELLE FABBRICHE A FABBRICA DI IDEE

12/12/2007

Una “cittadella” per ricomporre una ferita urbana che si era aperta con la scomparsa delle industrie. Dal punto di vista urbanistico è questo il senso profondo del progetto che Renzo Piano ha messo a punto, per conto del gruppo Risanamento, nell'area delle ex Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni: uno spazio di 1.300.000 metri quadrati coperto oggi di padiglioni in rovina e separato tanto dall'attigua ferrovia quanto dal resto della città.
La vegetazione spontanea che già ora si è rimpossessata dei ruderi sarà il centro nodale del nuovo intervento, che sarà sottoposto al vaglio del consiglio comunale di Sesto nelle prossime settimane.
Dieci mila nuovi alberi e spazi verdi occuperanno infatti quasi un milione di metri quadrati e la flora sarà al centro di un programma di fitorigenerazione per la bonifica del suolo, a cui sta partecipando il fisico Carlo Rubbia. Attorno al grande parco, solcato longitudinalmente da una “ramala” prevalentemente pedonale, nasceranno le nuove edificazioni.

A sottolinearne il carattere non invasivo, le “case alte”, che ospiteranno i circa 30.000 alloggi, non poggeranno a terra se non con la loro struttura, in modo che diano l'effetto di “volare” sopra l'erba.
Ma la nuova cittadella non sarà soltanto un quartiere dormitorio. Accanto agli edifici residenziali Piano ha pensato di collocare centri di ricerca specialistica, che faranno della grande città delle fabbriche, una “fabbrica di idee”. Vi troveranno posto istituti universitari, vivai d'impresa che sorgeranno accanto ad alcuni vecchi padiglioni, come la Pagoda, il Laminatoio, il Bliss, la Rettifica filiere, veri monumenti di archeologia industriale. In particolare nel Laminatoio saranno realizzati tre laboratori di ricerca (uno di botanica, uno medico e uno energetico) e, probabilmente, un museo di arte contemporanea.

L'intervento di riconversione urbanistica non ha dimenticato la progettazione del sistema dei trasporti. La vecchia stazione ferroviaria di Sesto sarà trasformata in una struttura a ponte e gli spostamenti locali saranno garantiti da 9 linee di “elfi”, piccoli mezzi su gomma alimentati da idrogeno. La sostenibilità ambientale sarà un tratto comune di tutta la nuova cittadella, che sfrutterà acque di falda, biomasse e pannelli solari per l'approvigionamento energetico. Una “città del futuro” è quello che il Presidente della repubblica Giorgio Napolitino si è augurato diventi quest'area. “La modernità è stata fatta nelle fabbriche - ha spiegato al Presidente il progettista dell'intera opera, Renzo Piano - e Sesto è stata la città che ha inventato le fabbriche e la modernità. Sarebbe bello che da città delle fabbriche diventasse una fabbrica di idee”.

Un “progetto aperto” in cui da una parte la natura ha un ruolo predominante e dall'altra hanno il medesimo diritto di cittadinanza abitazioni per ricchi e per meno abbienti, centri di ricerca e luoghi del divertimento.
La visita presidenziale si è concentrata nell'enorme spazio dell'ex laminatoio, dove troveranno posto tre laboratori, uno medico, uno botanico e uno sull'energia e dove potrebbe sorgere la sede di un nuovo museo di arte contemporanea.
Grande interesse è stato espresso dal Presidente Napolitano. “Mi è stato presentato - ha detto poi il capo dello Stato ai giornalisti - un progetto di trasformazione e allo stesso tempo di valorizzazione della storia di Sesto, che è stata una grande storia operaia e democratica. Una storia che può rivivere e già rivive”. Per Renzo Piano Sesto San Giovanni è stata “la città delle fabbriche. Fabbriche di tecnologia, di modernità, ma anche di crescita democratica e sociale” e la città di questo porta i segni “nell'urbanistica dei luoghi ma anche nella sua cultura e nella dignità dei cittadini”.

E tutto questo “il progetto di trasformazione in corso non lo può ignorare. Mi piacerebbe restasse fabbrica: una fabbrica di idee. Vedo centri di ricerca, università, vedo dei giovani al lavoro e un vivaio di imprese, in un contesto di nuovi mestieri”. “Certo ci saranno negozi - sottolinea - certo ci saranno residenze, uffici, luoghi di scambio e di cultura e un grande parco, secondo l'unico modello di città che ci appartiene (quello della città che mescola mille attività rendendola viva). Ma la vera anima deve continuare ad essere quella della fabbrica. Da città di fabbrica a fabbrica di idee”.
Quanto al progetto, per Piano non può essere che “un sistema aperto: cadono i muri della Falck e improvvisamente la comunità intera si appropria di un grande parco. Le strade si connettono, il verde invade nuovo e vecchio e si costruiscono i ponti tra la città esistente e l'area industriale, al di sopra e al di sotto del fiume di binari della ferrovia.
Il parco, grande, anche più grande di quel che si potesse immaginare - ha concluso Piano dinanzi al Capo dello Stato - è tutto un mondo nel quale riaffiorano di tanto in tanto dei frammenti della fabbrica, memoria viva e nobile di un fortissimo passato”.

Sarà perseguito - ha detto il Presidente di Risanamento zumino - il progetto “di realizzare un intervento urbanistico che farà storia nel recupero di aree ex industriali”. In questo lavoro di squadra Risanamento metterà in campo il know-how e l'esperienza maturati negli anni.
Sesto San Giovanni cambierà faccia lasciando spazio a una nuova città immersa in un parco di oltre 1 milione di metri quadri, in un armonioso equilibrio tra rovine industriali e avveniristiche torri sospese sul verde.

Fonte: www.demaniore.it


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