Una “cittadella” per ricomporre una ferita urbana che si era aperta
con la scomparsa delle industrie. Dal punto di vista urbanistico è
questo il senso profondo del progetto che Renzo Piano ha
messo a punto, per conto del gruppo Risanamento, nell'area delle
ex Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni: uno spazio di
1.300.000 metri quadrati coperto oggi di padiglioni in rovina e
separato tanto dall'attigua ferrovia quanto dal resto della
città.
La vegetazione spontanea che già ora si è rimpossessata dei ruderi
sarà il centro nodale del nuovo intervento, che sarà sottoposto al
vaglio del consiglio comunale di Sesto nelle prossime
settimane.
Dieci mila nuovi alberi e spazi verdi occuperanno infatti quasi un
milione di metri quadrati e la flora sarà al centro di un programma
di fitorigenerazione per la bonifica del suolo, a cui sta
partecipando il fisico Carlo Rubbia. Attorno al grande
parco, solcato longitudinalmente da una “ramala” prevalentemente
pedonale, nasceranno le nuove edificazioni.
A sottolinearne il carattere non invasivo, le “case alte”, che
ospiteranno i circa 30.000 alloggi, non poggeranno a terra se non
con la loro struttura, in modo che diano l'effetto di “volare”
sopra l'erba.
Ma la nuova cittadella non sarà soltanto un quartiere
dormitorio. Accanto agli edifici residenziali Piano ha pensato
di collocare centri di ricerca specialistica, che faranno della
grande città delle fabbriche, una “fabbrica di idee”. Vi troveranno
posto istituti universitari, vivai d'impresa che sorgeranno accanto
ad alcuni vecchi padiglioni, come la Pagoda, il Laminatoio, il
Bliss, la Rettifica filiere, veri monumenti di archeologia
industriale. In particolare nel Laminatoio saranno realizzati tre
laboratori di ricerca (uno di botanica, uno medico e uno
energetico) e, probabilmente, un museo di arte contemporanea.
L'intervento di riconversione urbanistica non ha dimenticato la
progettazione del sistema dei trasporti. La vecchia stazione
ferroviaria di Sesto sarà trasformata in una struttura a ponte e
gli spostamenti locali saranno garantiti da 9 linee di “elfi”,
piccoli mezzi su gomma alimentati da idrogeno. La sostenibilità
ambientale sarà un tratto comune di tutta la nuova cittadella, che
sfrutterà acque di falda, biomasse e pannelli solari per
l'approvigionamento energetico. Una “città del futuro” è quello che
il Presidente della repubblica Giorgio Napolitino si è
augurato diventi quest'area. “La modernità è stata fatta nelle
fabbriche - ha spiegato al Presidente il progettista dell'intera
opera, Renzo Piano - e Sesto è stata la città che ha inventato le
fabbriche e la modernità. Sarebbe bello che da città delle
fabbriche diventasse una fabbrica di idee”.
Un “progetto aperto” in cui da una parte la natura ha un ruolo
predominante e dall'altra hanno il medesimo diritto di cittadinanza
abitazioni per ricchi e per meno abbienti, centri di ricerca e
luoghi del divertimento.
La visita presidenziale si è concentrata nell'enorme spazio dell'ex
laminatoio, dove troveranno posto tre laboratori, uno medico, uno
botanico e uno sull'energia e dove potrebbe sorgere la sede di un
nuovo museo di arte contemporanea.
Grande interesse è stato espresso dal Presidente Napolitano. “Mi è
stato presentato - ha detto poi il capo dello Stato ai giornalisti
- un progetto di trasformazione e allo stesso tempo di
valorizzazione della storia di Sesto, che è stata una grande storia
operaia e democratica. Una storia che può rivivere e già rivive”.
Per Renzo Piano Sesto San Giovanni è stata “la città delle
fabbriche. Fabbriche di tecnologia, di modernità, ma anche di
crescita democratica e sociale” e la città di questo porta i segni
“nell'urbanistica dei luoghi ma anche nella sua cultura e nella
dignità dei cittadini”.
E tutto questo “il progetto di trasformazione in corso non lo può
ignorare. Mi piacerebbe restasse fabbrica: una fabbrica di idee.
Vedo centri di ricerca, università, vedo dei giovani al lavoro e un
vivaio di imprese, in un contesto di nuovi mestieri”. “Certo ci
saranno negozi - sottolinea - certo ci saranno residenze, uffici,
luoghi di scambio e di cultura e un grande parco, secondo l'unico
modello di città che ci appartiene (quello della città che mescola
mille attività rendendola viva). Ma la vera anima deve continuare
ad essere quella della fabbrica. Da città di fabbrica a fabbrica di
idee”.
Quanto al progetto, per Piano non può essere che “un sistema
aperto: cadono i muri della Falck e improvvisamente la comunità
intera si appropria di un grande parco. Le strade si connettono, il
verde invade nuovo e vecchio e si costruiscono i ponti tra la città
esistente e l'area industriale, al di sopra e al di sotto del fiume
di binari della ferrovia.
Il parco, grande, anche più grande di quel che si potesse
immaginare - ha concluso Piano dinanzi al Capo dello Stato - è
tutto un mondo nel quale riaffiorano di tanto in tanto dei
frammenti della fabbrica, memoria viva e nobile di un fortissimo
passato”.
Sarà perseguito - ha detto il Presidente di Risanamento
zumino - il progetto “di realizzare un intervento
urbanistico che farà storia nel recupero di aree ex industriali”.
In questo lavoro di squadra Risanamento metterà in campo il
know-how e l'esperienza maturati negli anni.
Sesto San Giovanni cambierà faccia lasciando spazio a una nuova
città immersa in un parco di oltre 1 milione di metri quadri, in un
armonioso equilibrio tra rovine industriali e avveniristiche torri
sospese sul verde.
Fonte: www.demaniore.it
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