LAVORI IN CORSO

13/12/2007

Martedì scorso 11 dicembre le Commissioni riunite II (Giustizia) e X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei deputati hanno ripreso l’esame del disegno di legge sulla “Riforma delle professioni” interrotto il 7 novembre.
Dopo quasi due mesi dalla presentazione della propria proposta, i due relatori della Maggioranza Pieruligi Mantini e Giuseppe Chicchi, per recepire le istanze e le critiche dei rappresentanti di categoria e del Governo stesso, hanno depositato alcune correzioni al testo.
Queste ultime modifiche hanno suscitato le contestazione dell’opposizione e Maria Grazia Siliquini, ha preliminarmente dichiarato di avere preso visione da pochi istanti della nuova versione del testo dei relatori Mantini e Chicchi ritenendo che non sia possibile procedere in modo serio poiché le proposte della maggioranza variano continuamente.
L’esponente di Alleanza nazionale ripercorrendo l'iter dei provvedimenti all'esame ha ricordato che:
  • si è partiti dal disegno di legge Mastella (che, nella versione consegnata al Parlamento era già stato variato rispetto a versioni diffuse precedentemente dal Governo);
  • successivamente in Commissione si è proceduto ad un ciclo di audizioni che hanno chiarito gli innumerevoli problemi esistenti in relazione al testo governativo;
  • quindi i due relatori, in un momento inoltre piuttosto particolare poiché contemporaneamente il Governo era stato sfiduciato al Senato, hanno consegnato un nuovo testo, che ha ricevuto in breve termine una vera e propria bocciatura dal Governo (nella persona del sottosegretario Scotti).
Attualmente, ha precisato, quindi, la Siliquini, non è chiaro se si discuta sul testo Mastella, ovvero su quello dei relatori, che hanno inoltre presentato una nuova versione diversa da quella originaria e ritiene che la maggioranza si debba coordinare e convergere su un unico testo da portare in discussione; sarebbe opportuno, inoltre, che il necessario dibattito si svolga in seno alle Commissioni, poiché a dire il vero il dibattito si è, sempre, svolto al di fuori delle commisioni stesse.

Alle osservazioni della Siquilini ha risposto il presidente Pino Pisicchio che ha effettuato alcune puntualizzazioni sui punti sollevati dall'intervento della collega Siliquini.
Il Presidente ha ribadito che, anche di fronte ad un testo del Governo, il Parlamento è autonomo nelle sue decisioni e nelle sue prerogative ed è chiaro, quindi, che il testo sul quale le Commissioni debbono dibattere è quello proposto dai due relatori Mantini e Chicchi, testo che tenta di mettere insieme e trovare una sintesi della varie proposte di legge, del testo del Governo, delle osservazioni esposte nel corso delle audizioni.
Che poi tale testo si discosti, anche notevolmente, dal testo presentato dal Governo, è del tutto naturale e ritiene che possa anche essere un punto di merito del Parlamento, che per una volta ha dimostrato pienamente la sua autonomia.
Sul documento distribuito dai relatori, occorre specificare che non si tratta di un nuovo testo, ma di una nota esplicativa delle parti per così dire più”sensibili” del testo sulle quali si rendono disponibili a suggerimenti ed integrazioni. Infine, sottolinea che le comunicazioni e le dichiarazioni rilasciate ai giornali non sono certo impegnative rispetto al percorso che le Commissioni decidono di intraprendere nella loro assoluta autonomia. Ritiene che oggi sia possibile cominciare a stabilire una data per la presentazione degli emendamenti, che sono in definitiva lo strumento più idoneo per entrare nel merito delle proposte legislative.

Pierluigi Mantini, relatore per la II Commissione, ringrazia i colleghi per gli approfonditi interventi ma si dispiace che la nota distribuita sia stata male interpretata perché non si tratta di un nuovo testo, ma di appunti di lavoro pensati con la finalità di snellire e semplificare il dibattito, indicando su quali parti del testo i relatori erano pronti ad accogliere eventuali modifiche ed integrazioni ed anche ad “autoemendarsi”.

Giuseppe Chicchi, relatore per la X Commissione, concorda completamente con la ricostruzione degli avvenimenti fornita dal presidente Pisicchio e precisa che il testo proposto dai relatori si pone come una nuova sintesi emersa a seguito del dibattito, delle audizioni, delle varie posizioni manifestate. Il lavoro effettuato raccoglie infatti quel dissenso di cui si è parlato rispetto al disegno di legge del governo ed ha avuto come obiettivo quello di assegnare il ruolo di protagonisti della riforma proprio agli ordini professionali. Ritiene quindi a questo punto opportuno fissare una data per la presentazione degli emendamenti e proseguire nella definizione del testo.

All’intervento dei due relatori è seguito quello di Luigi Scotti, sottosegretario di stato alla giustizia, che dopo aver ringraziato i relatori e gli altri colleghi per gli interventi effettuati. ha ribadito alcune osservazioni già sviluppate in precedenza a proposito dell'eccesso di delega del disegno di legge originario, il Governo si era già dichiarato disponibile a trasformare i principi di delega in norme di carattere generale sulle quali eventualmente intervenire nel dettaglio con decreti delegati e ribadisce tale disponibilità.
Su uno dei punti centrali dell'impianto del testo del governo, quello della riduzione del numero degli ordini professionali, ritiene che la risposta data dal testo dei relatori non sia sufficiente. Poi, ritiene non definita sufficientemente la differenza tra ordini ed associazioni, mentre questo criterio deve essere definito adeguatamente per proseguire nel lavoro.
Nel testo del governo si era scelta una soluzione che consentiva da un lato il permanere degli ordini e dall'altro la creazione di associazioni di professioni, sulla base di requisiti ben definiti. Questa soluzione non è risultata gradita, ma ritiene che nel testo proposto la differenziazione di base tra ordini ed associazioni non sia sufficiente ed è dirimente trovare un'intesa su questioni così rilevanti.

Alle osservazioni del sottosegretario Scotti ha risposto il relatore Mantini precisando che ai relatori sembra chiara la distinzione fra ordini ed associazioni sul piano giuridico, logico e politico.
La soluzione trovata può non essere condivisa ma è chiara; la pregiudiziale che veniva posta era quella delle cosiddette attività riservate, ma è piuttosto chiaro che non sempre dove c'è un ordine ci sono attività riservate (esempio evidente, l'ordine dei commercialisti). La vera distinzione quindi deve prendere in considerazione le attività riservate e quelle non riservate: su tutte le attività non riservate è ammissibile l'esistenza di associazioni. Il regime, infatti, deve essere di concorrenza e nello stesso tempo prevedere una chiara distinzione fra ordini e associazioni, ovvero una corretta denominazione professionale.

Prima del termine della seduta è stato ritenuto opportuno prevedere appena possibile una seduta dedicata all'approfondimento del dibattito proponendo una seduta per la discussione sui temi sollevati dall'intervento del governo, ed anche su altri temi di carattere generale che si palesassero successivamente, prima di votare il testo base ed indicare una data per la fissazione del termine di presentazione degli emendamenti (data che ritiene potrebbe essere il 15 gennaio).

A cura di Paolo Oreto


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