Affitto casa o la acquisto? Questo è il dilemma che da diversi mesi
attanaglia gli italiani e chi li governa: da un punto di vista
economico certamente l’acquisto della casa ha il sopravvento
sull’affitto anche perché gli investimenti per l’acquisto della
prima casa sono sempre a lunga scadenza. Ma la casa non viene solo
acquistata per un fatto economico ma anche per fattori immateriali
come la sicurezza, la voglia di accumulare un capitale, il lasciare
qualcosa alle generazioni successive.
Per quello che sta succedendo, però, in questi ultimi tre anni il
problema ha scalato la vetta delle priorità: i prezzi immobiliari,
infatti, hanno percorso un iter decennale di aumenti che li ha
portati, soprattutto dal 2004 ad oggi, ad un incremento del 14,3% a
Milano e del 33,9% a Roma. Quasi gli stessi incrementi si sono
registrati con i mutui a tasso variabile che hanno, infatti,
mostrato aumenti di oltre il 20% mentre il trend degli affitti ha
mostrato un percorso opposto (ad eccezione di qualche caso al Sud)
ovvero una stasi o addirittura una diminuzione degli importi.
A questo punto nasce spontaneo il dilemma se acquistare casa o
meno.
Secondo
Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari,
“se consideriamo un periodo di 20 anni e una quota mutuata molto
alta, generalmente non conviene perché la rivalutazione non paga
gli extracosti del mutuo”: sarebbe buona regola, quindi, poter
avere una buona quota di capitale da sottrarre al mutuo perché se,
ad esempio, si riesce ad anticipare il 40% del valore dell’acquisto
al termine del mutuo si ritroverà a pagare il 41% in più del valore
dell’immobile che, nel frattempo, si sarà rivalutato. Aggiunge
ancora Braglia “se però scelgo l’affitto e risparmio la differenza
fra canone e rata mensile investendola in Btp o Cct che rinnovo
ogni anno senza dubbio ottengo una somma maggiore a quella che
frutterebbe la rivalutazione dell’immobile. Ovviamente però chi
compra lo fa anche per altre ragioni”.
L’ideale sarebbe quindi riuscire ad abbassare la quota del mutuo e,
contemporaneamente, innalzare la durata ad almeno 30 anni. A questo
proposito il vicepresidente di Mutuionline,
Roberto Anedda,
specifica “quando si fanno scelte di lungo periodo si può arrivare
a scoprire, tardivamente, che con i soldi dell’affitto si sarebbe
potuta comprare una casa identica, con una serie di evidenti
vantaggi aggiuntivi”.
A premere sulle locazioni c’è, però, come si specificava in
precedenza, il canone che ha rallentato la sua corsa e che sembra
non riservare sorprese nel futuro soprattutto per chi ancora non ha
deciso di acquistare casa. La spiegazione di questa tendenza viene
data direttamente da
Luca Dondi, analista del mercato
immobiliare di Nomisma, che dichiara “le prospettive dell’affitto
sono stabili perché la forchetta rispetto ai valori è arrivata al
massimo. In molte città, poi, si affaccerà nei prossimi anni
un’offerta aggiuntiva di edilizia convenzionata che calmiererà il
mercato”.
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