Si è svolto lo scorso 11 dicembre a Roma un
Convegno organizzato
dall’Istituto Grandi Infrastrutture dal titolo: “Codice degli
appalti tra Stato e Regioni: La Corte costituzionale scioglie molti
nodi”.
Mentre la Corte costituzionale con la sentenza n. 401 del 23
novembre scorso si è pronunciata respingendo quasi totalmente i
ricorsi con cui alcune regioni e province autonome avevano
impugnato alcuni articoli del codice dei contratti, in atto le
imprese che parteciperanno a gare bandite secondo norme legate a
leggi regionali in conflitto con il codice stesso non potranno fare
altro che impugnare i relativi bandi.
A margine del Convegno IGI il presidente dell’Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici
Luigi Giampaolino ha
precisato che “quello che è certo è che le regioni, in futuro, non
potranno legiferare su materie attinenti la concorrenza; invece per
le leggi regionali in vigore si dovrà attendere l’esito dei ricorsi
presentati dallo stato o aspettare che siano sollevate ulteriori
questioni di legittimità costituzionale contro i provvedimenti
regionali”.
Ovviamente, ha continuato il Presidente Giampaolino, “la Corte non
potrà che valutare i ricorsi alla luce degli importanti principi
affermati nella sentenza e, presumibilmente, procedere
all’annullamento di molte parti di esse; in futuro mi auguro che si
vada verso un sistema in cui il potere pubblico perda il vizio di
legiferare dettagliatamente, per avere poche regole e una autorità
che controlli. E’ inutile nascondersi che oggi l’operatore si trova
in un reticolo di norme che ledono la stessa concorrenza”.
Al convegno dell’IGI dopo l’apertura del lavori del presidente
Giuseppe Zamberletti hanno fatto seguito l’intervento
introduttivi del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza
e del mercato
Antonio Catricalà e le relazioni dell’Avvocato
dello Stato
Claudia Linda e del Prof.
Alfonso Celotto
Ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma tre.
In allegato alla presente unitamente alla sentenza della Corte
costituzionale gli interventi di Zamberletti, di Catricalà e di
Celotto.
Ma anche l’
Ance ha ritenuto necessario intervenire con la
propria
circolare n. 33 del 10 dicembre scorso in cui ha
precisato come con la sentenza n. 401/2007 la Corte costituzionale
pone finalmente un punto fermo nell’annosa questione dei rapporti
tra competenza legislativa statale e competenza legislativa
regionale relativamente alla disciplina dei lavori pubblici.
Nella relazione l’Ance, dopo aver spiegato il problema parla:
- della competenza esclusiva dello Stato;
- della competenza concorrente;
- della potestà regolamentare dello Stato;
- delle ulteriori disposizioni impugnate;
- degli appalti sotto soglia;
- delle conclusioni e prospettive.
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