Sono stati pubblicati i
risultati della nona indagine sulla
qualità della vita condotta sulle province italiane ed è stata
incoronata
regina del 2007 la città di Bolzano.
Ultima in questa classifica, elaborata da Italia oggi con
l’università La Sapienza, è risultata
Isernia che ha
scalzato Crotone, pecora nera del 2006.
Bolzano, dopo essere stata regina nel 2001 si ripropone nel 2007
grazie al primato ottenuto in diverse delle graduatorie che
contribuiscono alla redazione della classifica.
Servizi
pubblici, tutela dell’ambiente, affari e lavoro, criminalità e
popolazione: sono queste le liste in cui primeggia la città di
Bolzano che, a detta del sindaco,
Luigi Spagnoli, dipende
anche da una situazione privilegiata. “La provincia autonoma di
Bolzano ha la possibilità di auto-regolare alcuni aspetti della
vita che altrove vengono governati da norme statali che spesso non
tengono conto delle peculiarità delle aree in cui vengono
applicate”.
Il sindaco Spagnolli aggiunge inoltre: “è vero che a livello di
bilancio abbiamo più denaro di altre città ma i trasferimenti che
riceviamo sono già tutti allocati per garantire la fruizione di
servizi già in essere. Al momento, per esempio, forniamo 4 mila
pasti gratuiti ai cittadini meno abbienti, cosa che non fanno altri
comuni”.
E questo rapporto di rispetto tra amministrazione e cittadini è
confermato anche dall’attenzione che la cittadinanza pone ad alcune
problematiche rilevanti come, ad esempio, il tema dell’ambiente. Il
sindaco sottolinea, infatti, come tra i diversi condomini si sia
creata una competizione per chi riesca a “generare il più alto
livello di rifiuti differenziati”.
Restando nel campo ambientale, inoltre, continua Spagnolli,
“abbiamo implementato una rete di piste ciclabili che copre quasi
tutta la città. E questo ha fatto sì che soltanto il 32% degli
spostamenti avvenga atraverso l’utilizzo dell’auto. Il 30% delle
persone fa uso della bicicletta, mentre il 38% prende i mezzi
pubblici”.
Altro campo di notevole sviluppo è quello delle attività economiche
che rappresenta il fulcro della provincia autonoma: “da oltre due
decenni un terzo della superficie urbana di Bolzano è soggetta a un
processo di trasformazione produttivo. Da quando la grande
industria è venuta meno, le aree utilizzate in passato da impianti
metallurgici sono stati convertiti per accogliere piccole e medie
aziende”. Sono, infatti, nati dei palazzi polifunzionali
all’interno dei quali trovano sede anche 50 aziende diverse. C’è un
settore dove ancora la città può migliorare ed è quello del tempo
libero: molti cinema, negli ultimi anni, hanno chiuso i battenti
(anche se ultimamente il consiglio comunale ha approvato l’apertura
di un multisala) e il numero di palestre risulta, in percentuale,
molto inferiore rispetto ala media italiana probabilmente perché
alle attività classiche si preferiscono lo sci in inverno ed il
trekking in estate.
L’ultimo posto, invece, è occupato dalla cittadina del Molise che
ha perso ben sedici posizioni rispetto al 2006 a causa dell’
alto
livello do disoccupazione, della scarsa tutela ambientale e
dell’insufficiente attenzione alle attività per il tempo
libero.
A difesa della sua città parla il sindaco
Gabriele Melogli,
che afferma: “la qualità della vita nella nostra provincia è
costantemente aumentata negli ultimi anni. Da quando sono sindaco
abbiamo inaugurato tre nuovi parchi pubblici, i giardini termali di
acque sulfuree rimasti chiusi per oltre 40 anni, risistemato il
centro storico e creato un’isola pedonale”. Sostiene, inoltre, che
il tenore di vita dei suoi cittadini negli ultimi anni è aumentato
consentendo alla città di risultare la più ricca di tutto il
Molise. Ammette, comunque, l’esistenza di problematiche la cui
causa, però viene attribuita alla regione ed al governo centrale e
non all’amministrazione locale: “mi riferisco all’assenza di un
piano di sviluppo industriale in grado di assorbire l’enorme
quantità di personale qualificato presente in città. (…) Fino ad
ora, però, anziché incentivare lo sviluppo di Isernia, lo stato non
ha fatto altro che tagliarci i fondi producendo disoccupati e
malcontento”. Sottolinea, inoltre, il sindaco che l’alto tasso di
disoccupazione è da attribuire anche alla mentalità dei giovani
abitanti di Isernia, soprattutto a quelli appartenenti ad una
classe medio-alta, che sperano in un posto di lavoro nella pubblica
amministrazione che equivale a dire stipendio fisso e prestazioni
lavorative non ossessionanti e che contribuisce a limitare la città
in cui, quindi, manca l’iniziativa imprenditoriale. Anche in questo
caso, però, la responsabilità si deve attribuire al governo
centrale: “che impedisce alle amministrazioni locali più virtuose d
utilizzare i propri fondi per effettuare nuove assunzioni. (…) Lo
scorso anno siamo riusciti a chiudere i conti del comune con un
avanzo di un milione di euro rispetto al nostro budget. (…) Lo
stato tuttavia ci impedisce di utilizzare questo denaro, anche solo
per rimpiazzare alcuni dipendenti che vanno in pensione. E questo
non soltanto si traduce in un aumento del tasso di disoccupazione
ma, nel lungo periodo, potrebbe generare effetti nocivi sulla
capacità del nostro sistema di offrire un alto livello di servizi
alla cittadinanza”.
In sintesi le problematiche riguardano quelle comuni a quasi tutte
le città del Mezzogiorno, come ad esempio, le dimensioni affari
lavoro, ambiente, servizi, tempo libero e tenore di vita anche se,
rispetto all’ultima classificata dello scorso anno, la situazione è
migliore, risultando, invece, relativamente peggiore solo per il
disagio sociale e personale e per la popolazione.
Passando all’analisi dettagliata, graduatoria per graduatoria, si
assiste a quello che negli ultimi anni ormai è diventata una regola
ovvero alla
spaccatura della Penisola in due blocchi, da una
parte un integerrimo Centronord, caratterizzato da un tessuto
economico-industriale in crescita e da una spiccata attenzione alla
problematica ambientale, e dall’altra il Sud e le isole che
continuano ad inseguire standard migliori colpite, soprattutto,
dalle amministrazioni poco efficienti e da un ambiente
imprenditoriale decisamente lontano dalle prestazioni ottenute al
Nord.
Altro dato che spicca dalle diverse classifiche è un andamento
quasi costante a livello regionale: i risultati raggiunti da una
provincia, infatti, non sono casi isolati, bensì sono il trend che
si registra in tutta la regione di appartenenza di quella stesa
provincia. Il caso più eclatante riguarda il
Veneto che è
riuscito a piazzare tutte le sue province nel primo gruppo al
contrario della
Liguria le cui province hanno registrato dei
peggioramenti rispetto alla media delle città nordiche piazzandosi
tutte tra il secondo ed il terzo gruppo e del
Lazio dove le
province, ad eccezione di Frosinone, si sono collocate tutte nel
terzo gruppo.
In
Sicilia, invece, non si registrano solo record negativi:
se la situazione del business non è rosea, si è cercato di
accelerare la situazione in cui operano gli imprenditori locali.
Quattro province, infatti, Enna, Ragusa, Caltanissetta e Agrigento,
hanno scalato la classifica dei fallimenti entrando nelle prime
dieci province italiane in fatto di onestà.
L’unica regione che non ha nessuna provincia nelle posizioni di
vertice è il
Piemonte.
Da sottolineare, poi, un’altra tendenza in atto, ovvero il
rallentamento dei grandi centri urbani che hanno registrato un calo
a livello di qualità della vita quasi generalizzato: ad esclusione
di Torino, infatti, che continua a guadagnare posizioni, arretrano
parzialmente Milano e Roma, mentre crolla Napoli. La motivazione di
questa lentezza deve attribuirsi all’aumento della criminalità ed
il peggioramento della situazione ambientale.
Nella classifica del
rispetto ambientale la
palma
d’oro viene conquistata dalla città di
Mantova dove sono
state costruite lunghe piste ciclabili, grandi parchi, sono stati
imposti rigidi divieti di circolazione per le automobili nel centro
storico della città. Questo il commento del sindaco della città,
Fiorenza Brioni, “abbiamo un buon patrimonio che vogliamo
conservare per consegnarlo migliore alle generazioni che verranno
dopo di noi. Senza l’impegno di tutta la città questo risultato non
si sarebbe potuto ottenere. (…) Mi riferisco alla qualità
dell’aria: tutti sanno gli impegni che ci siamo presi per
migliorare l’ambiente, per mettere sotto controllo l’inquinamento e
per difendere il patrimonio di bellezze artistiche e naturali che
ci circondano”.
L’
ultima posizione, invece, è di
Catanzaro dove non
si registrano piste ciclabili, isole pedonali e dove si riscontra
una delle concentrazioni più alte di biossido di azoto e PM10.
La
provincia più produttiva nella sezione
affari e
lavoro è risultata
Cuneo. Secondo il sindaco
Alberto
Valmaggia “si tratta di un primato assolutamente meritato.
Nella nostra città nascono più imprese che bambini. A parte alcune
eccezioni come la Ferrero, si tratta normalmente di realtà piccole
o piccolissime, a conduzione familiare attive nel settore agricolo,
commerciale e industriale”. Sottolinea, inoltre, il grande
attaccamento al lavoro dei suoi concittadini che hanno sicuramente
portato a questo successo: “memori di un passato difficile, gli
imprenditori di Cuneo procedono con molta caparbietà nei propri
affari ma con estrema cautela, un passo alla volta”.
Ultima in questa classifica, anche per quest’anno c’è
Napoli colpa dell’elevato numero di protesti per abitante e
di un’alta percentuale di fallimenti.
Per quanto riguarda il
tenore di vita, al città che registra
il più alto è
Trieste: “raccogliamo i frutti di una
politica di lungo corso orientata alla soddisfazione dei bisogni
della cittadinanza” afferma il sindaco
Di Piazza. “La
ricchezza della città è in parte dovuta alla terziarizzazione della
sua economia, che vive essenzialmente di servizi. Siamo la città
con più over 75 d’Europa e questo è un risultato che ci
inorgoglisce perché significa che qui si guarda alle esigenze delle
fasce più deboli della cittadinanza”. Il sindaco punta, inoltre, ai
ricercatori, il cui numero raggiungere i 7500, che svolgono un
ruolo determinate nell’economia della città, e al turismo dato che
il porto è ricominciato ad essere la meta preferita dalle navi di
crociera.
Chiudono questa classifica Palermo e Agrigento.
La classifica del
tempo libero viene vinta da
Rimini:
“il risultato non giunge certo inatteso” afferma il sindaco
Alberto Ravaioli. “Il turismo rappresenta all’incirca il 50%
del business sviluppato in città. Abbiamo 40 mila camere, 230
stabilimenti balneari e un aeroporto che negli ultimi anni ha
subito numerosi interventi per migliorare la ricettività”. Rimini
conferma, quindi, il primato dello scorso anno precedendo Firenze e
Bologna.
Per quanto riguarda la classifica dei
servizi ai cittadini
la
medaglia d’oro va ad
Aosta dove si trovano
numerosi sportelli bancari, dove la qualità dell’aria è sempre
sotto controllo e dove si registra un numero contenuto di studenti
per classe. “Il primato è merito soprattutto della grande autonomia
che ci concede la regione” afferma il sindaco
Guido Grimod
“questo ci ha consentito di realizzare nel tempo una serie di
servizi orientati al miglioramento della qualità della vita che
oggi ci pongono ai vertici della classifica. Sul dato ha inciso
anche il buon tenore di vita della cittadinanza, che favorisce
l’aggiornamento e il miglioramento continuo dei servizi offerti,
dai trasporti alla sanità, all’istruzione”.
Fanalino di coda della classifica è, in questo caso, Prato,
Trapani e Napoli.
L’ultima graduatoria, quella relativa alla
criminalità, vede
primeggiare
Matera dato che il problema principale delle
grandi città è la sicurezza. A Matera “il territorio è sotto
controllo grazie anche a una presenza capillare di forze
dell’ordine” commenta il sindaco
Emilio Nicola Luccico.
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