Recentemente, a firma dell’Osservatorio mercato immobiliare
dell’Agenzia del territorio, diretto da
Mario Picardi, è
stato pubblicato il primo
Rapporto sui mutui ipotecari per
l’acquisto della prima casa.
Da questa analisi è risultato che tra il 2004 ed il 2006 gran parte
della popolazione italiana ha acquistato una casa e acceso un mutuo
con cui pagarla, mutuo destinato a divenire sempre più alto ed
impegnativo.
Il rapporto è stato stilato mettendo in relazione i dati delle
iscrizioni ipotecarie, le note di trascrizione delle compravendite
e gli identificativi catastali con i relativi vani e classamenti e
l’esito è stato una conferma dell’aumento delle compravendite
assistite da mutui che nel triennio considerato sono salite da
368568 a 408969 per un capitale erogato che è salito da 39,9
miliardi a 51,6 miliardi.
Dallo stesso rendiconto si è potuto, inoltre, appurare che
al
Nord l’incidenza del capitale erogato sui volumi totali di
compravendita resta molto più alto che al Centrosud tant’è che
nel 2006 al Nord per un valore d’acquisto di 448000 € il mutuo ne
copre il 53% (50,5% nel 2004) mentre al Centro nel 2006 la quota di
mutuo rispetto al valore di acquisto si attesta sul 47,9% (45,5%
nel 2004).
Al Sud, secondo questo rapporto, i volumi del credito erogato
restano ancora bassi ma, rispetto al Centro, il progresso è
sensibilmente maggiore: per un volume medio compravenduto di 217000
€, infatti, nel 2004 il mutuo copriva il 34,9% mentre nel 2006 il
38,4%.
Sottolinea a questo proposito
Gianni Guerrieri, direttore
dell’Osservatorio, che questi dati rappresentano “numeri che
rivelano un avanzamento della bancarizzazione nella popolazione del
Mezzogiorno”. Si sta diffondendo, infatti, la forma mentis del tax
planning che induce a finanziarsi con il mutuo in funzione
dell’abbattimento fiscale che si ottiene con la detraibilità degli
interessi del 19%.
Il problema, secondo Guerrieri, è che al Sud i tassi non scendono:
se, infatti, per la stipula di nuovi contratti, il tasso medio
nazionale era, nel 2004, del 3,85% con al Nord una media del 3,70%
e al Sud del 4,19%, nel 2006 siamo passati al 4,33% della media
nazionale con al Nord un tasso del 4,47 e al Sud del 4,69% dato
che, comunque, testimonia un accorciamento delle distanze.
Al Sud, inoltre, chi acquista un casa piccola riceve il 26,6% del
valore capitale contro il 47% che si riceve al Nord a parità di
dimensione senza contare il fatto che c’è differenza di incidenza
dei mutui sul valore di immobili che si trovano in capoluoghi di
provincia rispetto a immobili che si trovano in zone extraurbane,
per esasperarsi nei tre centri urbani più grossi ovvero Milano dove
si raggiunge il 77,2%, Napoli dove si arriva al 89,6% e Roma. Il
dato, invece, generalizzato è quello dell’allungamento della durata
del mutuo: la media nazionale è di 22 anni, tre in più rispetto al
2004.
Da questo rapporto, però, emerge una differenza rispetto ai dati
della Banca d’Italia: secondo i dati in loro possesso, infatti, i
finanziamenti per la casa ammontano a cifre che superano di 10
miliardi di lire i dati ricavati dal rapporto ma questa differenza
viene spiegata direttamente da Guerrieri.
Il direttore chiarisce infatti che “il catasto registra solo le
iscrizioni di ipoteca, mentre in banca si ottengono anche altre
forme di finanziamento” come ad esempio finanziamenti per
ristrutturazioni a medio termine, mutui chirografari e prestiti
ponte in attesa del mutuo.
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