Nuove regole per gli appalti a tutela della sicurezza e del
lavoro. I piani di sicurezza nei cantieri dovranno
essere sottoposti a verifica obbligatoria, prima di ogni
gara, da parte di strutture tecniche accreditate. Giro di vite
sul lavoro irregolare, quello più esposto agli incidenti: il
documento unico di regolarità contributiva dovrà essere prodotto in
tutte le fasi dell’appalto: dalla qualificazione alla
aggiudicazione, dalla firma del contratto fino al collaudo. Chi non
è in regola non partecipa alle gare e può subire la risoluzione del
contratto. Le casse edili, inoltre, verificheranno se il numero dei
lavoratori regolari dichiarati nei cantieri è congruo: in caso
contrario (e dunque in caso di sovrautilizzo della forza lavoro o
impiego di irregolari) la stazione appaltante può risolvere il
contratto d’appalto. Nel caso di inadempienze contributive e
retributive dell’impresa, infine, ogni stazione appaltante provvede
a versare contributi e stipendi ai lavoratori, rivalendosi sulle
somme spettanti all’appaltatore.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il
nuovo regolamento sui contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture. Il Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di
Pietro lo considera un risultato dal valore storico: “è il
primo testo, dall’Unità d’Italia ad oggi che contiene tutte le
disposizioni regolamentari relative a lavori, forniture e servizi:
d’ora in avanti, per gli appalti , si farà riferimento unicamente
al Codice dei contratti ed al Regolamento che ne detta le procedure
esecutive”.
Oltre alla tutela del lavoro, gli altri obiettivi del Regolamento
sono la legalità, la prevenzione contro l’infiltrazione criminale
negli appalti, la diminuzione del paralizzante contenzioso e
l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche per garantire
velocità, semplificazione e trasparenza.
Di Pietro ha voluto maggiori controlli sul sistema di
qualificazione, per evitare che al mercato delle opere
pubbliche partecipino imprese “a rischio”, che in passato hanno
falsificato i propri requisiti per accreditarsi come capaci di
eseguire anche grandi lavori. Il Regolamento contiene una
stretta sia sugli organismi che attestano e accreditano le
imprese (le SOA) sia sugli operatori: sono previste sanzioni
pecuniarie graduali e consistenti per i comportamenti irregolari,
fino alla revoca delle autorizzazioni e delle attestazioni e
all’esclusione dal mercato.
“Finora - prosegue Di Pietro - imprese legate alla criminalità
hanno spesso avuto buon gioco negli appalti grazie alla compiacenza
di alcuni organismi di attestazione che hanno operato in modo
disinvolto: grazie al Codice e al Regolamento, gli organi di
vigilanza hanno gli strumenti normativi per evitare ciò che è
successo in passato. Il mercato delle opere pubbliche deve vedere
protagoniste imprese solide, responsabili e pulite”. E poiché anche
l’aggiudicazione delle gare con ribassi impossibili stimola spesso
irregolarità e contenzioso, il Regolamento contiene sia l’obbligo
di “verifica” dei prezzi a base di gara, da sottoporre ad
aggiornamento obbligatorio, sia meccanismi di selezione delle
offerte che non favoriscono ribassi spropositati ed
insostenibili.
L’altro grande problema che paralizza i lavori e moltiplica
la spesa pubblica è quello del contenzioso per il quale l’Italia
detiene un triste primato a livello comunitario.
La maggior parte del contenzioso è legata al progetto delle opere,
la cui presunta inadeguatezza porta le imprese a produrre riserve e
ricorsi. “Per evitare tutto questo- spiega Di Pietro- abbiamo
inserito nel Regolamento la verifica obbligatoria dei progetti
da porre a base di gara da parte di strutture interne o esterne
all’amministrazione ma sempre accreditate che, se sbagliano,
pagano”.
Grazie al Codice degli appalti ed al regolamento attuativo, fanno
ingresso anche in Italia le procedure telematiche negli
affidamenti, che consentono di partecipare alla gara davanti ad
un computer. Il Regolamento disciplina le modalità di svolgimento
dell’asta elettronica, con una serie di norme, frutto del confronto
con i massimi operatori economici comunitari di settore, che
consentono di evitare la gara “statica” (con una sola offerta da
parte di ogni operatore) e aprono il campo ad una gara
“dinamica”, con un meccanismo di continui rilanci che dovrebbe
favorire grandi risparmi per le amministrazioni. Il regolamento
introduce una tecnica innovativa che consente di “vivacizzare”
costantemente la gara evitando che gli operatori economici
propongano i rilanci concentrandosi tutti a ridosso della scadenza
del termine ultimo.
Tra i nuovi istituti che entrano nel mercato delle opere pubbliche
in Italia, di cui il Regolamento definisce la fase esecutiva, va
ricordato il “dialogo competitivo”, una procedura
utilizzabile nelle opere particolarmente complesse, che consente
alla stazione appaltante di acquisire il “know how” di imprese
specializzate attraverso un confronto articolato e trasparente, che
si conclude con la definizione della migliore soluzione da porre a
base di gara. Il Regolamento prevede che vinca la gara l’impresa
che produce il miglior progetto preliminare . Essa fornirà i
successivi livelli progettuali e provvederà all’esecuzione
dell’opera.
Per venire incontro alle richieste delle piccole e medie imprese di
costruzioni ed evitare la rincorsa ai ribassi impossibili nei
momenti di oscillazione verso il basso del mercato, è stato
ridimensionato il requisito della cifra d’affari in lavori,
troppo dipendente dalle oscillazioni del mercato, per valorizzare
anche altri requisiti di affidabilità degli operatori economici
come il patrimonio netto, il personale, le attrezzature. “Si tratta
di misure- spiega Di Pietro- che daranno respiro soprattutto alle
imprese più affidabili, altrimenti in balia della rincorsa a
ribassi impossibili”. Maggiore flessibilità anche per i
requisiti di qualificazione dei progettisti, che tra l’altro
potranno utilizzare anche i servizi di ingegneria svolti per
privati, certificati dai competenti ordini professionali.
Agevolazioni anche per i consorzi, che usufruiranno di agevolazioni
tariffarie per la qualificazione.
Tra le innovazioni più significative una è legata particolarmente
alle preoccupazioni “ambientali”: per promuovere la divulgazione e
la diffusione delle tecnologie non invasive che consentono di
operare nel sottosuolo senza alcuna, o con una ridotta, operazione
di scavo in trincea è stata predisposta l’istituzione di una nuova
categoria specialistica che concerne gli interventi a basso impatto
ambientale. Si tratta di tecnologie che evitano, per esempio, di
“sventrare” il manto stradale delle città, salvaguardando la
scorrevolezza del traffico e limitando l’impatto acustico degli
interventi .
Il regolamento disciplina anche il tanto atteso “performance
bond”, la garanzia globale di esecuzione, obbligatoria per le
opere di maggiore importo. “La garanzia globale- conclude Di
Pietro- è un sistema inteso ad associare alla semplice garanzia
fìdejussoria di buon adempimento una più vasta “garanzia di fare”.
E’ un sistema non presente finora in l'Italia, ma di uso frequente
negli Stati Uniti ed in altri Stati, che dovrebbe favorire una
essenziale funzione di selezione qualitativa delle imprese, ai fini
dell'accesso alle gare. La garanzia globale dovrebbe consentire di
conseguire, in caso di inadempienza grave delle imprese esecutrici,
non già il semplice risarcimento monetario, ma la stessa
realizzazione sollecita dell'opera attraverso “sostituti”
precedentemente individuati ed in possesso dei requisiti.
Tra le maggiori novità, infine, l’introduzione della finanza di
progetto in adattamento della disciplina per i lavori, che
consentirà agli operatori privati di proporre all’amministrazione
progetti per servizi in grado di autofinanziarsi, di interesse
pubblico ma a costo zero per l’amministrazione.
Fonte: www.infrastrutture.gov.it
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