"Il pacchetto di proposte legislative presentate questa mattina
dalla Commissione europea per affrontare i problemi delle energie
rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas serra contiene
molti aspetti positivi. Ma l'obiettivo sulle rinnovabili assegnato
all'Italia risulta troppo oneroso". Così il Ministro per le
Politiche Europee, Emma Bonino, che sottolinea "l'importante passo
compiuto oggi verso un'economia a basso contenuto di carbonio".
Il primo degli obiettivi da raggiungere è la quota del 20% di
energie rinnovabili sui consumi totali entro il 2020. La
Commissione europea ha proposto i criteri per ripartire lo sforzo
tra gli Stati membri (burden sharing) e incentivare la diffusione
di queste tecnologie, assegnando all'Italia un obiettivo pari al
17% dei consumi.
"E' necessario ed utile - spiega Bonino - aumentare il nostro
consumo di energie rinnovabili, anche per i positivi effetti che
questo può avere dal punto di vista tecnologico. Ma l'obiettivo che
ci viene dato è troppo oneroso per l'Italia, e difficilmente potrà
essere raggiunto, se non con il ricorso alle importazioni".
Gli obiettivi nazionali sono stati calcolati combinando un
incremento uguale per tutti gli Stati membri (5,75%) ed un
incremento basato sul loro reddito (PIL). "Questo significa -
dichiara il Ministro per le Politiche Europee - che la Commissione
ha scelto di non tener conto delle peculiarità degli Stati, a
partire dalle loro caratteristiche naturali, ma solo della loro
ricchezza relativa, sul presupposto che gli Stati più ricchi
debbano fare lo sforzo maggiore".
"L'idea che un criterio di equità debba essere presente - precisa
Bonino - è condivisibile. Tuttavia, non siamo d'accordo con un
approccio che non considera le conseguenze in termini di costi di
sistema e competitività delle imprese. Si può risolvere parte del
problema - come ha fortemente chiesto l'Italia - consentendo di
importare energia rinnovabile dai Paesi confinanti con l'UE che
hanno forti potenzialità, come i Balcani o gli Stati del Nord
Africa: questo permetterà di produrre dove è più conveniente. Al
momento è consentito solo il commercio fisico: l'Italia cercherà
nel negoziato di far includere nella direttiva anche la previsione
di un commercio virtuale di energia con i Paesi terzi. Una maggiore
flessibilità potrà essere ottenuta anche attraverso il commercio -
fisico e virtuale - di energia rinnovabile all'interno
dell'UE".
La proposta di direttiva stabilisce anche un obiettivo sui
biocarburanti (10%). Nel ricordare le forti preoccupazioni sugli
effetti che la produzione dei biocarburanti nel mondo sta
provocando sull'ambiente e sui mercati dei prodotti alimentari, la
Bonino ha aggiunto che l'obiettivo "potrà essere raggiunto
dall'Italia soprattutto attraverso il commercio, data la bassissima
disponibilità di terreni adatti e l'esigenza di non confliggere con
la produzione agroalimentare".
Per il ministro Bonino l'obiettivo di riduzione delle emissioni
assegnato all'Italia per i settori non Emission Trading (-13%
rispetto al 2005) "è estremamente rilevante, ma anch'esso molto
ambizioso: è stato ottenuto infatti con criteri analoghi rispetto
alle rinnovabili. Più opportuno sarebbe stato far riferimento a
criteri addizionali come le emissioni pro capite. Ma come per le
rinnovabili si è preferito un approccio che rischia di portare a
costi maggiori".
Un aspetto positivo è la definizione di un trattamento
preferenziale per alcuni settori industriali ad alta intensità
energetica, per i quali si vuole evitare il rischio di un
trasferimento in massa in Paesi con normative meno stringenti e
costi più bassi. La Commissione specificherà nel 2010 il dettaglio
dei settori che potranno ottenere fino al 100% di permessi gratuiti
di emissione, dopo un periodo di analisi basato su alcuni criteri
individuati nella direttiva: sarà fondamentale un tempestivo e
pieno coinvolgimento degli Stati Membri in questa decisione.
"L'Italia farà la sua parte - conclude Bonino - la sfida
tecnologica ed economica è enorme e richiede una vera e propria
trasformazione del sistema industriale per renderlo adatto a
competere anche in questi settori. Nelle discussioni che porteranno
all'approvazione delle direttive, l'Italia cercherà di migliorarle
ulteriormente, portando avanti una posizione unitaria e concordata
tra tutte le Amministrazioni nell'interesse del Paese".
Fonte: Governo.it
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