Fino al 10 aprile chi entrerà all'Urban Center di Milano
potrà, con un solo colpo d'occhio, ammirare in anteprima il
nuovo profilo di Milano, che vedrà la luce quando, da qui al
2014, saranno realizzati tutti i grattacieli ancora in fase di
costruzione. L'assessorato all'Urbanistica ha deciso di istallare
nel proprio spazio conferenze 14 pannelli su cui si ergono i
plastici delle torri milanesi di ieri e di domani.
Con la mostra “La Città che sale” il Comune di Milano, che conta di
vedere rivoluzionato il suo skyline, vuole innanzitutto offrire una
panoramica storica, ma in chiave sinottica, delle costruzioni alte
che dagli anni Cinquanta fino agli anni Venti del nuovo millennio
hanno connotato e connoteranno l'aspetto del capoluogo
lombardo.
Non a caso la prima miniatura riproduce l'ormai emblematico Palazzo
Pirelli, attuale sede della Regione, costruito tra il 1956 e il
1960 sul progetto del team di architetti guidati da Giò
Ponti. A fare da pendant al Pirellone, nel plastico accanto,
svetta il modello del complesso ideato da Pei Cobb Freed &
Partners che con i suoi 87 mila metri quadrati di costruzione e
la torre di 39 piani su 161 metri dal 2009 ospiterà gli uffici di
Regione Lombardia. Presente e futuro si guardano e si tendono la
mano. “Abbiamo voluto questa mostra - ha spiegato l'assessore
all'Urbanistica Carlo Masseroli - per aprire un dibattito non
ideologico sullo sviluppo in verticale della nostra città.
La discussione infatti non deve essere su grattacielo sì
grattacielo no, ma deve ruotare intorno a come le costruzioni alte,
di cui anticamente Milano è stata antesignana, possano ancora
contribuire allo sviluppo della città e al miglioramento della
qualità della vita”.
Il vero “pezzo da novanta” della mostra del Comune, che raccoglie i
progetti di 14 differenti proprietà, è il plastico sul progetto che
prenderà forma nell'area della vecchia fiera cittadina. E' la prima
volta, infatti, che vengono esposti i plastici delle tre torri
firmate da Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind,
vero cuore del nuovo insediamento della cordata di Citylife.
Tra il Comune e gli sviluppatori privati, guidati da Salvatore
Ligresti, è in corso di ultimazione una trattativa per la
definitiva variante urbanistica che dia avvio ai lavori. E il
plastico all'Urban Center già anticipa alcuni contenuti delle
modifiche. La torre di Isozaki, che con i suoi 216 sarà la regina
del futuro skyline milanese è stata infatti già riprodotta con una
rotazione di 45 gradi rispetto all'orginaria formulazione del
masterplan, per lasciare lo spazio alla nuova stazione della
metropolitana. “La Città che sale” vuole anche offrire anche spunti
di riflessione sulle torri a destinazione residenziale, in una
Milano che tradizionalmente ha interpretato i grattacieli solo per
funzioni terziarie.
Le torri realizzate da Massimiliano Fuksas nell'area un
tempo occupata dagli stabilimenti Om, la futuristica e lussuosa
Torre delle Arti che sorgerà nel 2010, le tre Vele in via Savona e
ancora il Bosco Verticale di Stefano Boeri nel nuovo
quartiere di Porta Nuova in costruzione grazie a Aedes Italia,
testimoniano come, anche a Milano, si stia affermando accanto alla
filosofia del “lavorare in alto” anche quella del “vivere in alto”.
Accanto alle 10 torri che già costellano la skyline di Milano, il
Comune conta di poterne realizzare altre 15, tutte oltre i 60 metri
da qui ai prossimi sette anni, con la speranza che il nuovo profilo
della città possa essere un buon viatico nella partita per ospitare
l'esposizione universale del 2015.
Fonte: www.demaniore.it
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