Si blocca il
terzo Decreto correttivo del Codice dei
contratti, annunciato, alcuni giorni orsono, dal Ministro delle
Infrastrutture
Antonio Di Pietro.
Il Governo in due riunioni di pre-consiglio dei Ministri, con una
decisone lunga e contrastata, ha deciso di non andare oltre
l’ordinaria amministrazione.
In verità, in un primo momento la decisione era quella di rendere
il provvedimento più leggero facendo sparire alcune delle norme
nello stesso previste; ma ragioni di opportunità politica, anche su
indicazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
hanno definitivamente fatto accantonare il provvedimento che
contenendo alcune norme relative a:
- Promotore nella Finanza di Progetto
- Riconoscimento a favore dei creditori
- Criteri di individuazione delle offerte anormalmente basse
- Stazione unica appaltante
non rientrava, ovviamente nell’ordinaria amministrazione.
Con l’occasione ricordiamo che i due anni previsti nell’articolo
25, comma 3 della legge delega n. 62/2005 per poter apportare
correzioni con il sistema dei decreti legislativi e, quindi, senza
dover utilizzare la via ordinaria con l’approvazione di nuove
leggi, scade alla fine del mese di giugno.
Riteniamo, pertanto, che difficilmente si potrà più operare con lo
strumento del decreto legislativo e che bisognerà ricorre agli
strumenti di legislazione ordinaria in quanto il nuovo Governo non
dovrebbe avere nei mesi di maggio e giugno il tempo tecnico per
nuovi aggiustamenti del codice stesso anche in considerazione del
fatto che la definitiva approvazione di una variazione con lo
strumento del decreto legislativo (sempre entro la fine del mese di
giugno) potrebbe essere effettuata soltanto dopo l’acquisizione dei
parere delle competenti commissioni di Camera e Senato, del
Consiglio di Stato e della Conferenza delle Regioni.
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