Per tutto il 2007 il mercato immobiliare ha registrato una tenuta
dei prezzi, ma le compravendite e le intenzioni di acquisto sono ai
minimi storici. Il dato emerge dal primo dei tre rapporti
quadrimestrali sul mercato immobiliare del centro studi
Nomisma, presentato a Bologna.
Nel 2007 il calo delle compravendite, in particolare nelle grandi
aree urbane (ma non ne sono immuni anche le città medie), è stato
del 5%, un trend al ribasso confermato anche nei primi mesi del
2008. Per il capitolo prezzi invece Nomisma parla di una
sostanziale tenuta. '”L'incremento dei prezzi è stato in media del
5,1% nelle grandi città e del 5,9% per le abitazioni nelle città
intermedie - ha spiegato Gualtiero Tamburini, presidente di
Nomisma -. Il dato si spiega con la solidità patrimoniale delle
famiglie italiane, ad un contenuto tasso di insolvenze”.
La quantità di immobili compravenduti, che nel 2006 ha toccato le
845mila unità, è prevista in flessione del 5-7% con un ulteriore
calo del 10% per le grandi città, a prezzi stabili in termini
nominali, portandosi a meno di 800 mila. Nei primi mesi del 2008 -
analizza Nomisma - si sta assistendo ad un fermo delle
compravendite “ma senza alcun tipo di allarmismo o preoccupazione”,
sostiene Tamburini.
“Le compravendite sono in calo in termini reali, ma i prezzi
rimangono ampiamente nella media con incrementi su base annuale
attorno ai sei punti percentuali e riduzioni del ritmo di crescita
nelle grandi aree urbane attorno al tasso di inflazione”.
Per quanto riguarda il segmento non residenziale, invece, i prezzi
sono cresciuti nelle città intermedie del 6,1% per gli uffici, del
6% per i negozi e del 6,5% per i capannoni industriali.
Le difficoltà attraversate dall'economia americana e dalla crisi
del settore immobiliare (sub-prime) si fanno sentire anche in
Italia con una riduzione della liquidità. “Il rovescio della
medaglia è però che chi ha liquidità ha l'occasione di fare
operazioni immobiliari importanti”, ha aggiunto Tamburini.
“Non è prevista una tempesta da aumento dell'offerta con
conseguente calo dei prezzi, così come sta avvenendo negli Usa,
perché la situazione mutui in Italia non è in sofferenza come oltre
oceano”, ha detto il presidente di Nomisma.
Il rapporto Nomisma ha analizzato anche l'andamento dell'offerta di
costruzioni tra il 2000 (l'anno dal valore più basso dal secondo
dopoguerra, cui è stato dato il valore base di 100) al 2007.
“Il risultato è che non c’è stata assolutamente un'emissione in
eccesso sul mercato di immobili residenziali e che se i dati
annuali vengono deflazionati con i valori inflattivi settoriali ne
deriva una media dell'offerta pari a 97, con punte più alte nelle
grandi città, ma assolutamente lontani da una
sovrapproduzione”.
“Per il 2008 è prevista una tenuta consistente del settore in
particolare di alta gamma e in particolare di quello legato alla
logistica e alle riqualificazioni, ad esempio delle aree militari
dimesse”.
In generale, ha concluso Tamburini “la domanda è in contrazione per
quanto riguarda gli immobili di scarsa qualità, rimane alta,
invece, la richiesta sia nel residenziale che nel direzionale, di
immobili di alta qualità”. Il raffreddamento della domanda di
acquisto e del numero delle transazioni (durante il 2007 e nei
primi mesi del 2008) si traduce in un allungamento delle
tempistiche di vendita (5-6 mesi) ma non in un ampliamento degli
sconti praticati che rimangono sempre attorno al 10-11 per
cento.
Tra le 13 città di dimensioni intermedie prese in considerazione
nella prima rilevazione dell'anno da Nomisma, spiccano i valori in
ascesa dei prezzi delle abitazioni nuove a Salerno (+8,3%), Taranto
(+7,9%) e Messina (+7,0%), mentre per le abitazioni usate le
variazioni maggiori sono state registrate a Taranto (+8,1%),
Salerno (+7,2%) e Livorno (+6,6%).
Fonte: www.demaniore.it
© Riproduzione riservata