Un immediato problema per il nuovo Governo è quello legato alla
procedura d’infrazione aperta dalla Commissione della
comunità europea relativamente al codice dei contratti con una nota
del 30 gennaio 2008.
La procedura d’infrazione tocca, con 15 rilievi principali, una
pluralità di disposizioni legislative assunte con il Codice degli
appalti pubblici di cui al D.Lgs. n. 163/2006, in recepimento delle
Direttive 17 e 18.
Il Governo dovrà, dunque, procedere a rispondere alla Commissione
procedendo a modificare, per la terza volta, il D.Lgs. n. 163/2006
in quelle parti che violano palesemente le due direttive.
In verità, allo stato attuale sino al
30 giugno 2008 (data
di scadenza della delega fissata nella legge in due anni), si
potrebbe operare con il sistema del decreto legislativo sempre che
entro tale date il nuovo decreto correttivo possa passare indenne i
vari passaggi procedurali necessari (Conferenza Stato-Regioni,
Consiglio di Stato) ma ove i tempi si dovessero dilatare oltre il
30 giugno si dovrebbe fare ricorso alle procedure ordinarie.
Il
nuovo Governo per potere predisporre il terzo decreto
correttivo oltre il 30 giugno ha proposto, con un
emendamento
presentato martedì scorso al disegno di legge di conversione
del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59 recante “disposizioni
urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari”, un articolo
aggiuntivo e precisamente l’articolo 8-bis che modifica la legge
delega n. 62/2005 e con cui il termine per procedere alle modifiche
al codice originariamente previsto in due anni (Art. 8-bis
All'articolo 25, comma 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62, le
parole: «Entro due anni» sono sostituite dalle seguenti: «Entro tre
anni» 8. 011. Governo.) e, quindi, scadente il 30 giugno prossimo,
diventa di tre anni con una nuova scadenza il 30 giugno del
2009.
Ma non tutto potrebbe essere così semplice come sembra perché i
funzionari di Montecitorio avrebbero già avanzato seri dubbi sulla
possibilità di modificare una legge delega con la conversione in
legge di un decreto-legge ed il problema, pur se si dovesse
risolvere in sede parlamentare potrebbe trovare un doloroso stop
all’atto della firma del Capo dello Stato
Giorgio Napoletano
che potrebbe non firmare la legge di conversione.
Ricordiamo che nel corso di un convegno organizzato dall’Istituto
gradi infrastrutture (IGI) alla fine dello scorso mese di aprile, è
stata distribuita una
nuova bozza di decreto correttivo che
è stato messo a punto dai tecnici del Ministero delle
Infrastrutture sviluppando il testo del terzo decreto correttivo
che, in verità, non è mai arrivato sul tavolo del Consiglio dei
Ministri.
La bozza di questo decreto correttivo contiene le prime indicazioni
sulle risposte che il Governo dovrebbe dare alle censure della
Commissione europea.
In particolare notiamo nella bozza stessa:
- l’eliminazione del diritto di prelazione a favore del
promotore;
- l’integrazione della norma sulla verifica dei requisiti nelle
gare in cui viene utilizzata la cosiddetta “forcella” ;
- la proposta della soppressione della norma in tema di dialogo
competitivo;
- la riscrittura delle procedure sulla finanza di progetto;
Ricordiamo, per ultimo, che il
nuovo Regolamento di
attuazione del codice dei contratti approvato in via definitiva
dal Consiglio dei ministri il
21 dicembre 2007, sembra sia
in dirittura d’arrivo e che entro la prima metà del prossimo mese
di giugno, dopo il visto della Corte dei Conti, dovrebbe essere
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento che avverrà 180
giorni dopo la pubblicazione del provvedimento stesso sulla
Gazzetta, andrà in pensione il precedente Regolamento n. 554/1999
ed entreranno, definitivamente, in vigore alcune importati parti
del Codice stesso quali il
dialogo competitivo e
l’
appalto integrato di progettazione e lavori.
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