Si è tenuto ieri mattina il workshop Rinnovabili e nucleare:
due percorsi paralleli, organizzato da ISES ITALIA
nelle sale di Palazzo Ferrajoli a Roma, al quale hanno preso parte
esponenti di imprese o di associazioni di imprese, impegnate nello
sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
e da nucleare.
Come ha tenuto a precisare il Presidente di ISES ITALIA Vincenzo
Naso, il confronto scaturito dal workshop ha voluto
privilegiare un approccio tecnico e scientifico, con dati, studi e
risultati di prima mano, solo indirettamente si è toccato l’aspetto
politico e sociale nell’ottica di una logica costruttiva.
Nella sua relazione introduttiva il Vice Presidente di ISES ITALIA
G.B. Zorzoli, ha messo in evidenza che in un’economia di
mercato il nucleare, oltre a richiedere il consenso della
popolazione, deve reggersi in piedi senza alcun contributo da parte
dello Stato. Così ha chiesto alle aziende presenti (ENEL e Edison
S.p.A.) se i costi da loro dichiarati includono anche i costi
indiretti del nucleare. Zorzoli ha anche approfondito gli aspetti
tecnologici, finanziari, autorizzativi degli impianti nucleari di
terza generazione. L’analisi, da lui stesso definita ottimistica,
non lascia speranze di avere 1 kWh prodotto da nuove centrali
nucleari, anche se si vincessero le fortissime resistenze delle
popolazioni, prima di 13 –14 anni, ossia non in tempo per gli
obiettivi del 2020. Ha anche sottolineato che lo sviluppo delle
Fonti Energetiche Rinnovabili, e dell’Efficienza Energetica, deve
portare al più presto alla loro competitività.
L’interazione tra rinnovabili e nucleare può contribuire a
soddisfare il fabbisogno energetico nazionale di energia: questa la
posizione di Maurizio Cumo, docente dell’Università La
Sapienza di Roma, il quale ritiene che nucleare e Fonti Energetiche
Rinnovabili non solo non siano in competizione, ma possano
contribuire alla crescita energetica del Paese. Anche il problema
dei tempi e dei costi per Cumo è superabile: “Per quanto
riguarda tempi non sono pessimista come il Vice Presidente Zorzoli.
C’è sì il problema dell’istruttoria, troppo lunga, così come quello
dell’accettazione sociale da parte della popolazione. Ma se
riusciamo a mantenere bassi i costi, credo che rinnovabili e
nucleare possano interagire”.
La complessità delle tecnologie pulite ha fatto sì che il loro
sviluppo non abbia avuto l’exploit atteso. Secondo il Direttore del
Dipartimento Tecnologie per l’Energia, le Fonti Rinnovabili e il
Risparmio Energetico, Giorgio Palazzi, c’è bisogno di
definire strutture adeguate che supportino le energie rinnovabili,
visto che quelle di cui tuttora disponiamo necessitano ancora di
anni per raggiungere un giusto grado di efficienza. “Maggiore
responsabilità da parte delle Regioni – ha dichiarato Palazzi
– e maggiore coraggio da parte delle imprese italiane
potrebbero aumentare la competitività nazionale e far sì che le
tecnologie energetiche rinnovabili raggiungano costi minori di
quelli attuali”.
È seguita poi la Tavola Rotonda “Rinnovabili e
nucleare: due scelte a confronto. Possibili scenari
energetici”, che ha visto la partecipazione di tutti i
soggetti interessati al futuro energetico nazionale, sia sul fronte
rinnovabile che su quello nucleare. C’è un problema di governance,
secondo Mauro Basili (ENEA), che va superato attraverso un
ragionamento approfondito che ridisegni la roadmap del nucleare e
la sua relativa policy. E altrettanto venga fatto per le
rinnovabili. Secondo Basili, l’utilizzo delle tecnologie
rinnovabili va reso pervasivo, soprattutto nelle città, dove
sarebbe auspicabile una riorganizzazione urbanistica che contempli
un’integrazione ottimale del fotovoltaico negli edifici. Per il
nucleare, si chiedono indicazioni chiare, e solo con la definizione
di uno scenario politico chiaro si può sperare che le imprese
riprendano la sfida del nucleare. Vittorio Vagliasindi
(ENEL) invece, controbatte alle dichiarazioni di Palazzi, secondo
il quale ENEL è un po’ troppo timida sulle rinnovabili, rispondendo
che l’azienda non ha vincoli di investimento sulle Fonti
Energetiche Rinnovabili, ma deve comunque fare i conti con vincoli
esterni, quali ad esempio gli iter autorizzativi o le moratorie
sull’eolico. Secondo Vagliasindi, l’impegno sulle rinnovabili non
esclude però la necessità di produrre energia elettrica da nucleare
e carbone e assicura che l’ENEL non intende avvalersi di aiuti
pubblici in materia.
Un mix produttivo, dunque, potrebbe essere una soluzione? Forse sì,
per Paolo Quaini (Edison S.p.A.), che critica l’incapacità
delle rinnovabili di sostituire gli impianti a gas nel breve
periodo, anche se ribadisce che ancora sul nucleare non abbiamo
risposte certe, pur affermando che dei relativi oneri Edison S.p.A.
è disponibile a farsi totalmente carico, senza supporti finanziari
pubblici se e solo se le condizioni politiche mostreranno scenari
chiari e non conflittuali.
Gianni Silvestrini (Kyoto Club), ha sottolineato che l’efficienza
energetica è la risposta prioritaria ai nostri problemi energetici
e ambientali. Viceversa il nucleare, che solo con la quarta
generazione potrebbe dare risposte ai problemi tuttora irrisolti,
dovrà fare i conti con tecnologie delle rinnovabili, soprattutto il
fotovoltaico, che saranno largamente competitivi, quando, tra 20
anni o più, un eventuale successo delle ricerche da condurre sul
nucleare le porterà sul mercato.
Considerare gli oneri per il mancato raggiungimento degli
obiettivi, assunti non solo in termini di produzione, ma anche in
termini di consumi, è prioritario. Questa l’idea di Simone
Togni (ANEV), il quale si auspica non tanto il raggiungimento
di un piano energetico regionale, quanto il raggiungimento di
regole condivise. “Le semplificazioni autorizzative – ha
dichiarato Togni – devono essere contemplate soprattutto per le
fonti diverse da quelle fossili o dal nucleare”.
Ha chiuso i lavori Vincenzo Naso, Presidente di ISES ITALIA,
che ha osservato come la formula scelta da ISES ITALIA di mettere
attorno ad un tavolo chi opera nel settore delle rinnovabili e
dell’efficienza energetica assieme a chi mostra interesse per le
applicazioni elettronucleari ha funzionato. Esso ha mostrato la
maturità delle rinnovabili e dell’efficienza che possono
contribuire già oggi in modo decisivo al raggiungimento degli
obiettivi europei del 2020. Incertezze e impraticabilità,
tecnologica e sociale, caratterizzano invece il nucleare in Italia:
gli stessi grandi Gruppi condizionano ogni loro impegno alle
definizioni di condizioni politiche e sociali certe e definite, che
oggi non appaiono imminenti e mature.
Fonte: ISES Italia
© Riproduzione riservata