Servizi di ingegneria e architettura: mercato fortemente ridimensionato
Il report del CNI sul primo quadrimestre 2025: settore fortemente ridimensionato. Pesa la fine della spinta post pandemia data dal PNRR e dal Superbonus
Il 2025 si apre all’insegna del ridimensionamento per il mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Dopo un triennio movimentato – tra superbonus, PNRR e gare record – i primi quattro mesi dell’anno registrano una brusca frenata: secondo il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), il valore complessivo delle gare pubblicate tra gennaio e aprile si ferma a 159,4 milioni di euro, quasi la metà rispetto ai 295 milioni rilevati nello stesso periodo del 2024.
Mercato SIA: 2025 in forte ridimensionamento
Un arretramento che – se da un lato segna un ritorno alla “normalità” dopo gli anni eccezionali del post-pandemia – dall’altro espone con evidenza le fragilità strutturali del settore. E in particolare, mette in crisi i liberi professionisti, che faticano a reggere la competizione nelle fasce d’importo medio-alto.
Per il presidente del CNI Angelo Domenico Perrini, il calo non è del tutto inatteso: “Tramontata la fase espansiva garantita dal PNRR e dai bonus edilizi – spiega – stiamo tornando in un alveo più ordinario. Ma questo nuovo scenario desta preoccupazione, soprattutto per chi lavora in proprio. Per questo continueremo a insistere su strumenti come l’Equo compenso, che possono garantire dignità e sostenibilità alla professione”.
Un punto su cui insiste anche Marco Ghionna, presidente del Centro Studi CNI “Avevamo già previsto un ridimensionamento, ma ora i numeri certificano il rischio concreto di marginalizzazione per i liberi professionisti, soprattutto sopra i 140mila euro. Serve una strategia che li tuteli, perché oggi sono troppo deboli contrattualmente”.
Cambia la struttura del mercato: meno progettazione, più esecuzione
Ma non è solo una questione di valori assoluti: cambia anche la struttura del mercato. La quota di servizi “tipici” – progettazione, direzione lavori, collaudi – scende al 28,8% del totale, quasi la metà rispetto al 52,3% dello scorso anno. A crescere sono invece le gare con esecuzione, in particolare gli appalti integrati, che oggi rappresentano oltre il 65% degli importi.
Il rischio? Una compressione del ruolo tecnico dei progettisti, sempre più schiacciati in un mercato dove si accentua il peso delle imprese e delle grandi strutture di ingegneria.
Nel dettaglio, i liberi professionisti riescono a ritagliarsi ancora uno spazio nella fascia di gare sotto i 140mila euro, dove ottengono circa il 60% degli affidamenti e oltre il 52% del valore complessivo. Ma appena si sale di fascia, le cifre crollano: solo il 6,7% delle gare ha importi tra 140 e 215 mila euro, mentre il 22,6% è sopra i 215 mila. In questa fascia alta, i liberi professionisti ottengono appena 3,6% delle gare e 1,2% degli importi
A dominare restano le società e i raggruppamenti temporanei d’impresa (RTI/ATI), che si aggiudicano l’87,6% degli importi totali.
Ribassi in calo grazie all’equo compenso
C’è però un dato incoraggiante. Secondo lo studio del CNI, il meccanismo dell’equo compenso, entrato in vigore da un anno, sta cominciando a produrre effetti tangibili. I ribassi medi si attestano intorno al 22,5% (erano 21,1% nel 2024), mentre i ribassi massimi scendono in modo netto, fermandosi al 75%, oltre 10 punti in meno rispetto all’anno precedente.
Un segnale che va nella direzione della tutela della qualità e della sostenibilità economica delle prestazioni professionali, anche se resta da capire se il trend si consoliderà nei prossimi mesi.