Appalti pubblici e filiera delle costruzioni: una rivoluzione all’insegna della chiarezza normativa
L'intervento dell'on. Mazzetti: per garantire il completamento delle opere è necessario superare la complessità normativa e sostenere la capacità realizzativa del sistema Paese
“Bene che siano stati investiti e finanziati miliardi in opere pubbliche, ma adesso è necessaria una rivoluzione burocratica con appalti per cassa e non per competenza, agevolando il partenariato pubblico-privato”. A ribadirlo, nel corso di un incontro istituzionale con ANCE, è stata l’on. Erica Mazzetti, responsabile del Dipartimento Lavori pubblici di Forza Italia e presidente dell’Intergruppo parlamentare “Progetto Italia”, delineando le direttrici di un piano di azione riformatore in materia di edilizia, infrastrutture e appalti pubblici.
Opere pubbliche: una nuova stagione per il settore delle costruzioni
Al centro, la volontà di favorire una nuova stagione per il settore delle costruzioni, non solo attraverso l’investimento di risorse - oltre 200 miliardi di euro, di cui 12 miliardi l’anno per la sicurezza idrica - ma mediante un ripensamento complessivo delle regole.
Dopo anni di stratificazione legislativa, il Codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 36/2023) ha segnato un primo passo verso un sistema più digitale e orientato al risultato. Tuttavia, permane secondo la parlamentare la necessità di un intervento strutturale in termini di semplificazione normativa, chiarezza e maggiore prevedibilità. A ciò si affianca la gestione dei fondi stanziati, con particolare riferimento al PNRR, ai fondi europei pluriennali (FESR e FSC).
In questo contesto, Mazzetti sottolinea come sia necessario passare da una logica di “appalti per competenza” a una gestione “per cassa”, “fondamentale per la liquidità delle imprese e per il completamento delle opere: su questo sto preparando una provvedimento da sottoporre al governo”.
Le proposte operative
Secondo l’on. Mazzetti, il rafforzamento della filiera delle costruzioni passa da alcune direttrici strategiche quali:
- la semplificazione normativa, riducendo il numero di norme, accorpandole e rendendole più chiare e omogenee, soprattutto per gli operatori economici di piccole e medie dimensioni;
- la garanzia di pagamenti certi e rapidi, valorizzando il principio di tempestività sancito anche dal Codice dei contratti;
- la formazione e la sicurezza in cantiere, rafforzando la cultura tecnica e la professionalizzazione degli operatori, in un’ottica di sicurezza e qualità dell’opera pubblica.
- la rigenerazione urbana e sociale, attraverso la promozione di politiche integrate che vedano nell’edilizia uno strumento di trasformazione del territorio, nella logica del principio “urbano è umano”.
Una proposta che ambisce a superare la tradizionale dicotomia tra pubblico e privato, puntando su sinergie e responsabilizzazione degli attori: “L'Italia deve fare un passo avanti verso la modernità con il completamento delle opere infrastrutturali e l'ammodernamento dell'esistente per garantire sicurezza, affidabilità ed efficienza, assicurando stabilità al settore edile e favorendo una completa rigenerazione urbana, sociale ed economica”, conclude Mazzetti.