Da Torino gli architetti di tutto il mondo lanciano il loro
manifesto.
Cala il sipario sul XXIII Congresso Mondiale di Architettura
che in quattro giorni ha affrontato con seminari, incontri,
workshop e tavole rotonde il difficile rapporto tra architettura e
società. Dalle utopie al vivere quotidiano, gli architetti si
interrogano sulla fisionomia di un modello di architettura oggi
proponibile che recuperi soprattutto un alto profilo all'insegna
dell'ecocompatibilità.
Da Torino, il Congresso Mondiale degli Architetti lancia un grande
“Manifesto” che sintetizza l'obiettivo delle nuove frontiere:
'”Riconciliarsi con la natura, con uno stile di vita più sobrio e
modelli costruttivi ecocompatibili basati sull'utilizzo delle
energie rinnovabili”.
Il Congresso mondiale traccia così la via per una nuova
modernità che è quella di superare un modello di sviluppo
giunto a sconvolgere i cicli climatici e l'ecosistema planetario.
Il Manifesto, letto all'interno di un gremito Palavela, ha puntato
l'indice sulla corsa inarrestabile allo sviluppo economico, che
'”ha prodotto conseguenze drammatiche che ci fanno oggi vivere
un'emergenza ambientale, energetica e urbana'”. Affrontarla con una
scelta netta verso le energie rinnovabili, puntando sul riciclaggio
dei rifiuti e sul controllo dell'inquinamento 'ӏ ormai un percorso
obbligato”. Gli architetti - è questo il messaggio che parte da
Torino - dovranno farsi carico di tutto ciò per il ruolo decisivo
che svolgono nei processi di trasformazione del territorio. A
discuterne alcuni dei grandi nomi dell’architettura contemporanea e
delle giovani promesse dell'architettura con oltre 100 incontri e
seminari.
Nella sua lectio magistralis, Massimiliano Fuksas ha
affrontato il tema della città ideale che “è quella - ha detto - di
un luogo senza la disperazione”, dove esista “l'eliminazione delle
enormi differenze tra i ricchi divenuti ricchissimi e i poveri
divenuti poverissimi”.
Parte da Torino anche un importante progetto per raccontare,
attraverso video, documentari e reportage come l'architettura
incida sulle trasformazioni del tessuto urbano, sotto ogni punto di
vista. E’ la sfida di “Check-in Architecture”, iniziativa lanciata
a livello europeo da Mini, in collaborazione con Torino 2008 World
Design Capital e il Congresso mondiale degli Architetti.
Oltre seicento studenti e ricercatori di venti città europee
saranno coinvolti in un progetto dinamico che durerà tre mesi e
sarà capace di espandersi utilizzando tutti i canali e i linguaggi
della comunicazione. La tradizionale “Gold Medal” è stata assegnata
quest’anno al messicano Teodoro Gonzales de Leon, 82 anni,
esponente del Movimento Moderno che ha firmato le ambasciate
messicane di Brasilia e Berlino. Tra i premiati anche due italiani:
Luca Molinari e il giovane Andrea Veglia, terzo
classificato della sezione Info Point del concorso Uia dedicata
agli architetti under 35.
L'appuntamento di Torino comunque non è del tutto concluso, un
ricco programma di eventi culturali in tutta la città che ha fatto
da contorno al Congresso, proseguirà fino a settembre con varie
mostre di architettura e design.
Fonte: www.demaniore.com
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