PRESENTATA LA RELAZIONE SUL 2007

11/07/2008

Lo scorso 9 luglio il Presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, Luigi Giampaolino ha presentato alla Camera dei Deputati la relazione annuale 2007.
Il presidente Giampaolino, ha precisato che nell’esercizio della propria funzione, l’Autorità ha richiamato le Stazioni appaltanti per il mancato rispetto delle disposizioni in materia di contratti pubblici con 66 deliberazioni; le determinazioni, ovvero atti generali di regolazione del mercato, sono state 8 e 4 le segnalazioni al Governo e al Parlamento in materia di deroga alle disposizioni del Codice per l’attuazione degli interventi di emergenza, di disciplina dell’arbitrato nell’ambito dei contratti pubblici, di sicurezza nei cantieri e di opere provvisionali e di declaratoria delle lavorazioni relative a barriere e protezioni stradali.

La relazione annuale tratta, in particolare, i seguenti argomenti:
  • il mercato degli appalti pubblici;
  • la qualificazione delle imprese;
  • l’attività di vigilanza sugli appalti;
  • le indagini conoscitive di settore;
  • gli aspetti sociali del settore dei contratti pubblici;
  • la risoluzione delle controversie in fase di gara.
Il Presidente ha spiegato che “Gli appalti sotto i 150.000 euro (per i quali non è previsto l’obbligo di comunicazione all’Autorità) ammontano a 2,7 miliardi ma sono 41.128 contro i 35.502 di importo superiore a 150.000 e se si considera che il costo amministrativo di gestione di un appalto è sostanzialmente indipendente dall’importo a base di gara, l’elevato numero di appalti per importi inferiori a 150.000 euro impone una riflessione sulla necessità di intervenire per razionalizzare i costi di gestione delle stazioni appaltanti anche attraverso un loro accorpamento.”

Nel settore dei lavori pubblici, si rileva che la quasi totalità dei bandi di gara (poco più del 97%) è di importo compreso tra 150.000 e 5.000.000 di euro, ovvero sotto la soglia comunitaria fissata, nel 2007, a 5.278.000 euro. Le procedure maggiormente utilizzate per l’aggiudicazione sono quelle aperte. Il 56% del valore complessivo dei contratti viene infatti aggiudicato attraverso tali procedure. Il ricorso alle procedure ristrette riguarda il 34% del valore degli affidamenti, anche se in termini di numerosità rappresentano solo il 10%; le procedure negoziate sono utilizzate per un esiguo 6% del valore dei contratti.

Per quanto concerne i lavori pubblici, la relazione è stato trattato un aspetto importante e cioè quello della tempistica programmata al fine di rendere fruibile l’opera da parte della collettività nei tempi stabiliti e dai dati dell’Osservatorio emergono delle criticità nella fase di realizzazione delle opere, per cui spesso i lavori ultimati si rivelano inadeguati a causa del mutamento delle necessità del territorio.
Dalle elaborazioni è emerso che la durata effettiva dei lavori risulta superiore in media dell’85% rispetto a quella inizialmente preventivata. Il dato è stato determinato sulla base di un campione di 25.000 appalti di lavori aggiudicati nel periodo 2000-2007 pari al 18% di tutti gli appalti aggiudicati nello stesso periodo.
Permane, quindi, una situazione di eccessiva lentezza del processo amministrativo. Dalla fase di progettazione a quella di aggiudicazione definitiva dell’opera sono, infatti, necessari mediamente 900 giorni.

Per ultimo, ricordiamo che, per la prima volta, la relazione annuale 2007 contiene i dati sul mercato delle forniture ed anche in questo caso, oltre il 78% delle gare è compreso tra 150.000 ed 1.000.000 di euro con la precisazione che le stazioni appaltanti hanno scelto di effettuare procedure di tipo negoziato per quasi la metà degli affidamenti.

A cura di Paolo Oreto


© Riproduzione riservata