Osservando lo sviluppo territoriale italiano emerge un
Paese che viaggia a due velocità, con il Nord che gode di
un'ampia pianificazione e ha quadri regionali aggiornati e
approvati, mentre il Sud deve risolvere ancora diversi
problemi.
Se infatti le province di Trento e Bolzano e il Friuli Venezia
Giulia hanno prodotto nuove leggi urbanistiche tra il 2005 e il
2007, Sicilia, Sardegna, Basilicata e Molise sono ancora prive
di documenti di piano.
E' quanto emerge dal “Rapporto dal Territorio 2007”,
elaborato dall'Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu), che
sottolinea la necessità di una nuova legge urbanistica nazionale.
La sua mancanza - è stato detto - rappresenta una delle principali
cause del rallentamento dell'attività legislativa delle regioni tra
il 2005 e il 2007.
“Oggi - ha spiegato Pierluigi Properzi, curatore della
ricerca - c'è il problema di raccordare i soggetti che operano sul
territorio in una visione di leale cooperazione istituzionale e di
partecipazione dei privati alla costruzione della città pubblica”.
“In particolare - ha aggiunto - per quanto riguarda i piani
Territoriali di Coordinamento provinciale, i cosiddetti Ptcp, una
questione urbanistica meridionale è evidente, sebbene negli ultimi
due anni il Mezzogiorno sembra stia acquistando nuovo smalto”.
Nel 2005, infatti, Campania, Calabria, Basilicata e Puglia erano
prive di questi strumenti, che invece oggi sono in corso di
redazione.
Del tutto statica è, invece, la situazione siciliana, che annovera
solo il caso virtuoso di Ragusa, dotata di Ptcp approvato e
vigente.
Altro tema di preoccupazione è il consumo del suolo:
insediamenti urbani e industriali “divorano”, infatti, ogni anno,
una porzione di territorio che oscilla tra i 100 e 120 mila ettari.
Lo ha detto il presidente dell'Istituto nazionale di urbanistica,
Federico Oliva, nel corso della presentazione del rapporto.
Cifre imponenti che rischiano di superare in tempi molto rapidi il
livello di guardia. Per tenere sotto controllo la situazione - è
stato sottolineato nel corso della presentazione del rapporto -
s'impone l'intervento dello stato centrale, utilizzando anche la
leva fiscale con una sorta di meccanismo “a consumo”, per il quale
chi “usa” il territorio lo paga. “I dati del consumo del suolo sono
ancora ballerini” - ha infine precisato Oliva - annunciando la
creazione di un Osservatorio dell'Inu, in collaborazione con
Legambiente e con il Politecnico di Milano, che nel giro di un anno
fornirà numeri definitivi.
Fonte: www.demaniore.com
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