IN COMMISSIONE IL TERZO DECRETO CORRETTIVO

24/07/2008

Continua presso l’VIII Commissione permanente (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati l’esame dello schema di decreto legislativo concernente ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (Terzo decreto correttivo) che dovrebbe concludersi martedì 29 luglio con una deliberazione sulla proposta di parere che presenterà il relatore Mauro Pili. In riferimento al citato schema di decreto legislativo correttivo, si sono svolte presso la VIII Commissione della Camera, nella seduta del 22 luglio scorso, le audizioni informali dei rappresentanti di Confindustria e associazioni di imprese aderenti e di rappresentanti dell'ANCI.

Per l’Ance (Associazione costruttori edili) era presente il Direttore centrale Opere pubbliche Cesare Loria che, in sintesi:
  • ha mostrato di non condividere la posizione del Consiglio di stato sulla finanza di progetto (ritenuta un inutile duplicato della concessione);
  • relativamente al problema dei lavori di notevole contenuto tecnologico (art. 37, comma 11 Codice dei contrattio) è favorevole al subappalto al posto dell’obbligo di raggruppamento ma non è, invece, d’accordo sul limite dell`8% e sul pagamento diretto del subappaltatore, previsioni ritenute incostituzionali e in contrasto con la normativa europea;
  • ha difeso, relativamente al tema della qualificazione delle imprese di costruzioni, la norma governativa, contestata dal Consiglio di Stato, che consentirebbe di fare valere i cinque migliori anni dell’ultimo decennio in quanto finalizzata a frenare gli effetti negativi derivanti dal forte ridimensionamento degli appalti pubblici.
Erano presenti anche Confindustria e Finco, federazione industrie prodotti, impianti e servizi per le costruzioni aderente a Confindustria.
La posizione di Confindustria, presente in audizione con Cesare Trevisani, è stata netta a favore del ripristino del diritto di prelazione nelle norme in materia di finanza di progetto. Per Trevisani il governo, nel sopprimere, all’epoca del secondo decreto correttivo, il diritto di prelazione si è dimostrato, nei confronti della Commissione europea, più «realista del re», mentre occorre invece rilanciare il ruolo propositivo delle imprese.
Sul problema relativo ai lavori di notevole contenuto tecnologico, di opposto parere rispetto a quello dell’Ance sia la Finco, presente con il direttore generale Angelo Artale, sia Confindustria, , che hanno invece chiesto lo stralcio della modifica proposta dal Governo e il mantenimento della norma oggi in vigore, sia per tutelare la qualità dei lavori, sia per evitare i pericoli di infiltrazione malavitosa, sia ancora per ragioni di trasparenza.

All’audizione hanno partecipato, anche il Presidente dell’Oice Braccio Oddi Baglioni, il direttore generale Massimo Ajello e il direttore dell’ufficio legale Andrea Mascolini, che hanno presentato le proposte della categoria, concordate con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e degli Architetti.
In particolare l’Oice ha affrontato il problema della progettazione e dell’appalto integrato, evidenziando, per il primo, l’esigenza di limitare il ricorso al prezzo più basso e affermando, per il secondo, la necessità di tutelare il principio della centralità della progettazione attraverso il ricorso all’appalto integrato sul progetto preliminare soltanto sopra i 50 milioni e per opere complesse.
L’Oice ha poi posto la necessità di favorire la crescita delle società di ingegneria e delle aggregazioni fra progettisti anche attraverso l’estensione del periodo di utilizzo dei requisiti personali che vengono portati all’interno della società.
È stato infine chiesto dall’Oice il ripristino della procedura ristretta per i servizi di ingegneria e architettura (in adeguamento alla disciplina comunitaria) e l’opportunità di promuovere il ricorso della pubblica amministrazione al project construct management come strumento di supporto per le stazioni appaltanti nella gestione di appalti complessi.

In definitiva, dunque, le posizioni espresse dai soggetti che hanno partecipato alle audizioni possono essere, così, condensate nelle seguenti richieste:
  • ripristinare il diritto di prelazione per la finanza di progetto;
  • ribadire l’obbligo di raggruppamento per le opere ad elevato contenuto tecnologico che superino il 15%;
  • limitare l’appalto integrato e i ribassi nelle gare di progettazione.
Tutti d’accordo, anche, sulla necessità di trovare correttivi ai rincari dei materiali e sull’opportunità di ripristinare, come chiesto da Confindustria, l’istituto dell’anticipazione.

Riceviamo, anche, copia di una nota dell’Unitel (Unione nazionale italiana tecnici enti locali), indirizzata al presidente dell’VIII Commissione della Camera dei Deputati, con cui il Presidente Bernardino Primiani formula alcune proposte di modifica al terzo decreto correttivo al Codice dei contratti relativamente:
  • alle polizze di responsabilità civile terzi per la copertura dei rischi di natura professionale a favore dei dipendenti che devono essere totalmente a carico delle stazioni appaltanti;
  • ai compensi incentivanti per i coordinatori sicurezza, per i responsabili dei lavori e per i validatori e verificatori del progetto, dei quali viene chiesta la reintroduzione a favore dei pubblici dipendenti ai quali viene affidato l'incarico.
Ricordiamo, per ultimo che sul terzo decreto correttivo si sono già espressi la Conferenza unificata ed il Consiglio di Stato con i pareri allegati alla presente news.

A cura di Paolo Oreto


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