Continua presso l’
VIII Commissione permanente (Ambiente,
Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati l’esame
dello
schema di decreto legislativo concernente ulteriori
modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.
163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a
lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive
2004/17/CE e 2004/18/CE (Terzo decreto correttivo) che dovrebbe
concludersi martedì 29 luglio con una deliberazione sulla proposta
di parere che presenterà il relatore
Mauro Pili. In
riferimento al citato schema di decreto legislativo correttivo, si
sono svolte presso la VIII Commissione della Camera, nella seduta
del 22 luglio scorso, le
audizioni informali dei rappresentanti
di Confindustria e associazioni di imprese aderenti e di
rappresentanti dell'ANCI.
Per l’Ance (Associazione costruttori edili) era presente il
Direttore centrale Opere pubbliche
Cesare Loria che, in
sintesi:
- ha mostrato di non condividere la posizione del Consiglio di
stato sulla finanza di progetto (ritenuta un inutile duplicato
della concessione);
- relativamente al problema dei lavori di notevole contenuto
tecnologico (art. 37, comma 11 Codice dei contrattio) è favorevole
al subappalto al posto dell’obbligo di raggruppamento ma non è,
invece, d’accordo sul limite dell`8% e sul pagamento diretto del
subappaltatore, previsioni ritenute incostituzionali e in contrasto
con la normativa europea;
- ha difeso, relativamente al tema della qualificazione delle
imprese di costruzioni, la norma governativa, contestata dal
Consiglio di Stato, che consentirebbe di fare valere i cinque
migliori anni dell’ultimo decennio in quanto finalizzata a frenare
gli effetti negativi derivanti dal forte ridimensionamento degli
appalti pubblici.
Erano presenti anche
Confindustria e
Finco,
federazione industrie prodotti, impianti e servizi per le
costruzioni aderente a Confindustria.
La posizione di Confindustria, presente in audizione con
Cesare
Trevisani, è stata netta a favore del ripristino del diritto di
prelazione nelle norme in materia di finanza di progetto. Per
Trevisani il governo, nel sopprimere, all’epoca del secondo decreto
correttivo, il diritto di prelazione si è dimostrato, nei confronti
della Commissione europea, più «realista del re», mentre occorre
invece rilanciare il ruolo propositivo delle imprese.
Sul problema relativo ai lavori di notevole contenuto tecnologico,
di opposto parere rispetto a quello dell’Ance sia la Finco,
presente con il direttore generale
Angelo Artale, sia
Confindustria, , che hanno invece chiesto lo stralcio della
modifica proposta dal Governo e il mantenimento della norma oggi in
vigore, sia per tutelare la qualità dei lavori, sia per evitare i
pericoli di infiltrazione malavitosa, sia ancora per ragioni di
trasparenza.
All’audizione hanno partecipato, anche il Presidente dell’Oice
Braccio Oddi Baglioni, il direttore generale
Massimo
Ajello e il direttore dell’ufficio legale
Andrea
Mascolini, che hanno presentato le proposte della categoria,
concordate con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e degli
Architetti.
In particolare l’Oice ha affrontato il problema della progettazione
e dell’appalto integrato, evidenziando, per il primo, l’esigenza di
limitare il ricorso al prezzo più basso e affermando, per il
secondo, la necessità di tutelare il principio della centralità
della progettazione attraverso il ricorso all’appalto integrato sul
progetto preliminare soltanto sopra i 50 milioni e per opere
complesse.
L’Oice ha poi posto la necessità di favorire la crescita delle
società di ingegneria e delle aggregazioni fra progettisti anche
attraverso l’estensione del periodo di utilizzo dei requisiti
personali che vengono portati all’interno della società.
È stato infine chiesto dall’Oice il ripristino della procedura
ristretta per i servizi di ingegneria e architettura (in
adeguamento alla disciplina comunitaria) e l’opportunità di
promuovere il ricorso della pubblica amministrazione al project
construct management come strumento di supporto per le stazioni
appaltanti nella gestione di appalti complessi.
In definitiva, dunque, le posizioni espresse dai soggetti che hanno
partecipato alle audizioni possono essere, così, condensate nelle
seguenti richieste:
- ripristinare il diritto di prelazione per la finanza di
progetto;
- ribadire l’obbligo di raggruppamento per le opere ad elevato
contenuto tecnologico che superino il 15%;
- limitare l’appalto integrato e i ribassi nelle gare di
progettazione.
Tutti d’accordo, anche, sulla necessità di trovare correttivi ai
rincari dei materiali e sull’opportunità di ripristinare, come
chiesto da Confindustria, l’istituto dell’anticipazione.
Riceviamo, anche, copia di una nota dell’
Unitel (Unione
nazionale italiana tecnici enti locali), indirizzata al presidente
dell’VIII Commissione della Camera dei Deputati, con cui il
Presidente
Bernardino Primiani formula alcune proposte di
modifica al terzo decreto correttivo al Codice dei contratti
relativamente:
- alle polizze di responsabilità civile terzi per la copertura
dei rischi di natura professionale a favore dei dipendenti che
devono essere totalmente a carico delle stazioni appaltanti;
- ai compensi incentivanti per i coordinatori sicurezza, per i
responsabili dei lavori e per i validatori e verificatori del
progetto, dei quali viene chiesta la reintroduzione a favore dei
pubblici dipendenti ai quali viene affidato l'incarico.
Ricordiamo, per ultimo che sul terzo decreto correttivo si sono già
espressi la Conferenza unificata ed il Consiglio di Stato con i
pareri allegati alla presente news.
© Riproduzione riservata