Dall'Aniem allarme per l'aumento prezzo materie prime

25/07/2008

Le piccole e medie imprese chiudono la propria attività. L'aumento eccezionale dei prezzi, soprattutto del greggio e del ferro, sta distruggendo il tessuto produttivo del settore edile, in particolare nei comparti dove tali materie prime hanno un impiego più rilevante. Oggi comincia il Sud con la Basilicata e la Puglia e preannunciano la chiusura di tutti i cantieri che non riescono più a reggere rincari che superano il 150%: sono i primi drammatici segnali di una crisi che inizia da settori che tradizionalmente anticipano condizioni di diffuso e generale recesso economico.

Le pmi costituiscono certamente la tipologia di imprese più vulnerabile e l'Aniem, che le rappresenta, ha attivato iniziative in tutte le sedi istituzionali competenti, parlamentari e ministeriali. Ieri ha sottoposto la preoccupante situazione all'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici nel corso di un'audizione promossa per esaminare le problematiche connesse alla lievitazione dei prezzi ed ha contestualmente invitato il Ministro delle Infrastrutture, Matteoli ad attivare iniziative idonee a fronteggiare la gravissima crisi in atto.

In particolare, l'Aniem ha rinnovato la richiesta che fin dal terzo decreto correttivo al Codice dei Contratti o con apposito decreto legge (ricorrendo i presupposti giuridici dell'emergenza) sia corretto il vigente meccanismo di compensazione dei prezzi svincolandone l'applicabilità all'eccezionalità dell'evento e consentendone l'adozione anche per gli incrementi accertati nell'anno di presentazione dell'offerta. E' stata altresì auspicata una modifica più strutturale che consenta il ripristino di un sistema revisionale fondato su criteri oggettivi desumibili da metodi costanti di rilevamento dei prezzi (anche attraverso strumenti di rilevazione a carattere regionale).

Fonte: ANIEM

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