Le piccole e medie imprese chiudono la propria attività. L'aumento
eccezionale dei prezzi, soprattutto del greggio e del ferro, sta
distruggendo il tessuto produttivo del settore edile, in
particolare nei comparti dove tali materie prime hanno un impiego
più rilevante. Oggi comincia il Sud con la Basilicata e la Puglia e
preannunciano la chiusura di tutti i cantieri che non riescono più
a reggere rincari che superano il 150%: sono i primi drammatici
segnali di una crisi che inizia da settori che tradizionalmente
anticipano condizioni di diffuso e generale recesso economico.
Le pmi costituiscono certamente la tipologia di imprese più
vulnerabile e l'Aniem, che le rappresenta, ha attivato iniziative
in tutte le sedi istituzionali competenti, parlamentari e
ministeriali. Ieri ha sottoposto la preoccupante situazione
all'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici nel corso di
un'audizione promossa per esaminare le problematiche connesse alla
lievitazione dei prezzi ed ha contestualmente invitato il Ministro
delle Infrastrutture, Matteoli ad attivare iniziative idonee a
fronteggiare la gravissima crisi in atto.
In particolare, l'Aniem ha rinnovato la richiesta che fin dal terzo
decreto correttivo al Codice dei Contratti o con apposito decreto
legge (ricorrendo i presupposti giuridici dell'emergenza) sia
corretto il vigente meccanismo di compensazione dei prezzi
svincolandone l'applicabilità all'eccezionalità dell'evento e
consentendone l'adozione anche per gli incrementi accertati
nell'anno di presentazione dell'offerta. E' stata altresì auspicata
una modifica più strutturale che consenta il ripristino di un
sistema revisionale fondato su criteri oggettivi desumibili da
metodi costanti di rilevamento dei prezzi (anche attraverso
strumenti di rilevazione a carattere regionale).
Fonte: ANIEM
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