Lo scorso 21 luglio la Camera dei Deputati ha approvato, con il
ricorso alla fiducia, il cosiddetto maxi emendamento al Decreto
legge 112 inserendo anche un articolo dell'ultima ora, il 60bis dal
titolo:
Ulteriori misure di riduzione della spesa e abolizione
della quota di partecipazione al costo per le prestazioni di
assistenza specialistica.
Di questo articolo proponiamo il comma 8:
A decorrere dall'1 gennaio 2009, la percentuale prevista
dall'articolo 92, comma 5, del codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163, è destinata nella misura dello
0,5 per cento alle finalità di cui alla medesima disposizione e,
nella misura dell'1,5 per cento, è versata ad apposito capitolo
dell'entrata del bilancio dello Stato.
Per evitare equivoci riproponiamo anche l'articolo 92, comma 5, del
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163:
Una somma non superiore al due per cento dell'importo posto a
base di gara di un'opera o di un lavoro, comprensiva anche degli
oneri previdenziali e assistenziali a carico dell'amministrazione,
a valere direttamente sugli stanziamenti di cui all'articolo 93,
comma 7, è ripartita, per ogni singola opera o lavoro, con le
modalità e i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata
e assunti in un regolamento adottato dall'amministrazione, tra il
responsabile del procedimento e gli incaricati della redazione del
progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori,
del collaudo, nonché tra i loro collaboratori. (…)
Grande scontento da parte dell'UNITEL (Unione Nazionale
Italiana Tecnici Enti Locali), il cui parere non si è fatto
attendere con il l'intervento del Presidente,
Arch. Bernardino
Primiani, il quale afferma la totale incompetenza dei
legislatori paragonandoli ad:
"Operatori estemporanei che,
senza avere la minima conoscenza dei settori nei si quali mettono
le mani, procurano danni incalcolabili non solo alle casse dello
Stato, ma anche alla crescita di intere categorie di professionisti
della pubblica amministrazione, alla credibilità dei numeri, alla
qualità del "prodotto" della P.A. che, almeno nel nostro settore,
segue le medesime regole, criticità e difficoltà responsabilizzante
del settore privato.".
In un comunicato, il
Presidente Primiani si affida ai numeri
affermando in tono sarcastico:
"
Facciamo gli esegeti, visto che siamo nel paese degli
interpreti, e traduciamo liberamente: a quei paraventi dei tecnici
della pubblica amministrazione, che oltre ad aver la pancia piena
del proprio ricco stipendio, per redigere e firmare in prima
persona progetti, collaudi, atti di direzione lavori e di
programmazione, procedure per la sicurezza e per il project
management e tutto quello che c'è sotto le stelle per giungere
dall'esigenza di un opera alla consegna delle chiavi al fruitore,
pretendevano il 2% (al lordo di tassazione ed oneri riflessi) sul
costo dell'opera, da dividere con tutti i collaboratori, portiamo
la dazione allo 0,5% ed il resto lo diamo ai poverelli.
Così, tanto per non prendere di vista i numeri, per un collaudo
statico di un'opera poniamo da 200.000 euro, il malnato, a fronte
di risibili responsabilità penali, sgraffignerebbe al 31.12.2008,
per la sua quota parte, non meno di 250 euro lordi, insomma toglie
al poverello di cui sopra almeno tre banconote da 50 euro al
netto!
Giustizia è fatta, gliene daremo € 37,50, tanto i solai reggono
sempre!
Quanto sopra -
continua il Presidente Primiani -
nell'ottica di prendere anche quella piccola incentivazione del
2%, che era il discrimine per uno sforzo straordinario, per
assumersi ulteriori responsabilità, per convivere con Gip, Gup,
marescialli e Upg vari: ora chi glielo fa fare? Se non è totalmente
ebete si limiterà a fare l'ordinario, riservandosi di affidare
all'esterno, come la Legge permette, l'attività di progettazione e
quisquilie connesse.
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