Il 15 luglio scorso il ministro al Welfare Maurizio Sacconi
ha presentato il Rapporto INAIL sull’andamento
infortunistico nel 2007.
Nel 2007 le denunce di infortuni registrate sono circa 15.500 in
meno rispetto al 2006, con una flessione dell'1,7%
(superiore, dunque, al -1,3% che si era registrato nell'anno
precedente). Il calo risulta più significativo alla luce del fatto
che nel 2007 il numero degli occupati (fonte ISTAT) è cresciuto
dell'1%; in termini relativi, il miglioramento reale è, dunque, del
2,7%.
Per quanto riguarda i casi mortali la diminuzione è pari al -12,8%.
Le morti bianche denunciate sono state 1.170, 171 in meno rispetto
ai 1.341 dell'anno precedente. Il dato è, però, ancora provvisorio.
Sulla base delle stime previsionali effettuate e dell'andamento
delle denunce pervenute negli ultimi mesi, infatti, il numero
definitivo degli infortuni mortali dovrebbe attestarsi intorno ai
1.210 casi. La flessione del fenomeno si registra in maniera
rilevante sia in Agricoltura (-21%) che nell'Industria e Servizi
(-12%). C'è da rilevare, invece, un aumento di 2 casi (da 12 a 14)
per i Dipendenti Statali. Oltre la metà delle morti bianche (52,1%)
sono avvenute sulla strada: tra queste c'è distinguere quelle
occorse nell'esercizio di un'attività lavorativa e quelle "in
itinere", cioè nel tragitto casa-lavoro. In particolare gli
infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro, fanno registrare
una diminuzione del 18,1% rispetto all'anno precedente e del 30,1%
nel periodo 2001-2007; mentre quelli in itinere sono aumentati
dell'8% rispetto al 2006 (da 274 a 296 casi).
Maglia nera al Nord industrializzato.
Oltre il 60% degli infortuni è concentrato nel Nord
industrializzato: nel Nord-Est, in particolare, sono stati
denunciati nel 2007 quasi 299mila casi, un terzo del totale
nazionale. In generale, comunque, l'analisi territoriale evidenzia
come la riduzione degli infortuni ha riguardato praticamente tutte
le regioni italiane, ad esclusione della Sicilia (+4,1%), del
Lazio, della Calabria e della Provincia autonoma di Bolzano (dove,
peraltro, si realizzano incrementi inferiori al mezzo punto
percentuale). Per ripartizione geografica si distingue il Sud con
un calo del 3,3%, seguito dal Nord-Est (-2,2%) e dal Nord Ovest
(-1,6%). Più contenuto il calo al Centro (-1,1%), mentre in
controtendenza l'andamento delle Isole (+2,4%), derivante
esclusivamente dal sostenuto incremento della Sicilia.
Aumentano gli infortuni dei lavoratori stranieri.
Per quanto riguarda i lavoratori stranieri il dato infortunistico è
in controtendenza rispetto all'andamento generale del fenomeno. Si
registra, infatti, un incremento degli infortuni sul lavoro
dell'8,7% rispetto all'anno precedente (oltre 140mila denunce
contro le 129mila del 2006). In particolare l'aumento è stato
considerevole tra i migranti dei Paesi U.E. (quasi il 150% in più),
dovuto all'ingresso dal 1 gennaio 2007 di Romania e Bulgaria nella
Comunità Europea. Una quota consistente degli infortuni si
concentra in attività di tipo industriale. Al primo posto il
settore Costruzioni, che registra oltre 20mila denunce l'anno, pari
al 14,5% del complesso di tutti gli infortuni afferenti agli
stranieri. In questo settore è elevato anche il numero delle morti
(sebbene in flessione nel triennio) con 39 casi nel 2007, quasi 1
decesso su 4 dell'Industria e Servizi. Per quanto riguarda i paesi
d origine Marocco, Romania e Albania sono i Paesi maggiormente
colpiti dal fenomeno, col 40% delle denunce e il 47% dei casi
mortali. In particolare la Romania con quasi 18mila casi si pone al
secondo posto (dopo il Marocco) nella graduatoria delle denunce e
al primo di quella relativa ai casi mortali, con 41 morti bianche
nel 2007.
Il 57% degli infortuni concentrato in sole 18mila
aziende.
Nel 2006 le aziende che non hanno subito alcun infortunio nel corso
dell'anno sono la stragrande maggioranza: ben il 92,4% del totale
(quasi 3,5 milioni di aziende su un totale di oltre 3,7 milioni);
quelle che denunciano almeno un infortunio all'anno sono appena al
7,6% del totale (280 mila aziende circa). La lettura del fenomeno,
in termini di numero di eventi infortunistici, mette in evidenza,
quale aspetto più significativo, come degli 836mila infortuni
denunciati nel 2006 dalle aziende dell'Industria e Servizi, più
della metà, 477mila infortuni (pari al 57% del totale) si
concentrano in sole 18mila aziende. Già operando una prima
distinzione fra aziende artigiane e aziende industriali, si
riscontra che le aziende che non subiscono alcun infortunio
nell'anno sono percentualmente superiori fra le artigiane (93,0%)
rispetto a quelle industriali (91,9%); e questo vale anche per il
caso di un solo infortunio denunciato (5,8% per le artigiane e 5,1%
per le industriali). Le percentuali si capovolgono già a partire da
2 infortuni denunciati, dove la quota di aziende industriali
diventa superiore a quella delle artigiane (1,3% contro 0,9%). La
forbice, tra le due tipologie di azienda, tende a crescere
sensibilmente fino al massimo che si riscontra nella classe "5
infortuni e oltre" che risulta enormemente più elevato nelle
aziende industriali (0,82%) rispetto a quelle artigiane
(0,03%).
Nell'U.E l'Italia al di sotto di Spagna Francia e
Germania.
Sulla base dei tassi di incidenza relativi agli infortuni in
complesso forniti da Eurostat, viene confermata, anche nel 2005
(ultimo anno reso disponibile) la favorevole posizione dell'Italia
rispetto alla media europea. Il nostro Paese presenta, infatti, un
indice pari a 2.900 infortuni per 100.000 occupati, al di sotto sia
del valore riscontrato per Euro-Area (3.545), sia per quello della
U.E. dei 15 (3.098); la graduatoria risultante dalle statistiche
armonizzate, colloca l'Italia ben al di sotto quindi di Paesi
assimilabili al nostro come Spagna, Francia e Germania.
Per i casi mortali l'Italia, invece, con un indice nazionale di 2,6
decessi per 100.000 occupati, si colloca, sempre per il 2005, al di
sopra del dato rilevato per i 15 Stati membri (2,3), ma
praticamente in linea con quello registrato nell'Euro-Area (2,5),
che comprende Paesi più omogenei al nostro sia dal punto di vista
dei sistemi assicurativi, sia di quello della omogeneità e
completezza dei dati.
Fonte: www.inail.it
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