Il Governo nella seduta del 29 marzo scorso, senza peraltro alcuna
comunicazione ufficiale se non la pubblicazione del nuovo testo nel
sito internet www.comdel.it, ha inviato nuovamente al Presidente
della Repubblica il Codice Ambiente per l’emanazione e la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Sembra che il provvedimento entro oggi verrà firmato dal Capo dello
Stato anche se sullo stesso continuano a scatenrasi le polemiche di
ambientalisti ed opposizione.
Vale la pena ricordare che il provvedimento era stato rinviato, nei
giorni scorsi dal Capo dello Stato all’esecutivo con una serie di
rilievi tra i quali la mancata considerazione delle competenze
della conferenza Stato-Regioni e la mancanza del parere del
Consiglio di stato.
Sembra che l’esecutivo abbia risposto ai rilievi del Capo dello
Stato precisando che:
- il Codice ambientale non è un Testo unico perché mancano
diversi settori tra cui le aree protette e che, quindi, il vaglio
del Consiglio di Stato non è obbligatorio;
- il parere negativo delle Regioni non è stato, invece, preso in
considerazione a causa del fatto che non si trattava di un vero
parere ma di un documento della Conferenza dei presidenti mentre il
parere doveva essere espresso dalla Conferenza unificata Stato,
Regioni, Province e Comuni.
L’esecutivo, prima di rinviare il Codice al Capo dello Stato, ha
apportato alcune modifiche agli articoli 267 e 318 ed il Presidente
della Repubblica non potrà non formare il provvedimento non potendo
impedire al Governo l’esercizio della delega in merito alla stesura
del Codice stesso.
Ricordiamo che nel Codice ambientale sono state inserite, tra le
altre:
- le autorizzazioni ambientali (Vas, Via, Raccordo Via --
Ippc);
- le norme in merito al suolo ed alle acque (Distretti
idrografici , Tutela e pianificazione);
- le norme in merito ai rifiuti ed alle bonifiche;
- le norme concernenti l’aria;
- le norme relative al danno ambientale.
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