L’Autorità per la vigilanza sui Lavori pubblici e l’Autorità
garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) con una
segnalazione datata 28 marzo inviata al Presidente del Consiglio
dei Ministri, al Presidente della camera, al Presidente del Senato,
al Ministri delle Attività produttive ed al Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti interviene sull’argomento relativo
alle modelità di affidamento di lavori nell’ambito di concessioni
pubbliche.
Nel documento congiunto, le due Autorità chiedono al legislatore di
riscrivere la normativa che consente ai concessionari di affidare a
terzi solo il 30% dei propri appalti e segnalano anche alcuni casi
accertati di violazione della legge, con affidamenti "in house" che
vanno oltre il limite consentito "specie nel settore
autostradale".
In riferimento al problema dei lavori "in-house" le Autorità
rilevano che - salva la specifica rilevanza dei casi in cui
sussista una diretta violazione della legge n. 109/1994 in
relazione al superamento dei livelli massimi di attribuzione di
lavori a imprese controllate e/o partecipate - anche quando gli
affidamenti di lavori avvengano in conformità ai limiti
normativamente stabiliti gli effetti verificabili sul mercato
corrispondono a un’oggettiva limitazione del numero e dell’importo
dei lavori messi a gara, con conseguenti restrizioni alla libera
concorrenza. Le Autorità continuano precisando che tali restrizioni
risultano aggravate dal fatto che, tenuto conto del numero assai
limitato di imprese regolarmente coinvolte nella realizzazione di
tali lavori, si registrano obiettivi squilibri sul piano
concorrenziale, non immediatamente stigmatizzabili dalle competenti
autorità, ma ai quali si ritiene che il legislatore debba porre
opportuno rimedio, eventualmente modificando la precitata
disposizione dell’articolo 2, comma 3, della legge n. 109/1994.
Nel documento viene precisato che tale opportuna revisione del dato
normativo dovrebbe avvenire quantomeno nel senso di imporre per
qualsiasi fattispecie una percentuale minima di lavori da affidare
a terzi a mezzo di procedure ad evidenza pubblica, ben più alta di
quelle attuali.
Indipendentemente da tale auspicata modifica normativa, le Autorità
raccomandano in ogni caso e sin d’ora ai soggetti concessionari di
ricorrere nella più alta misura possibile a procedure ad evidenza
pubblica per l’affidamento di lavori, al fine di garantire un più
ampio confronto concorrenziale.
In conclusione, le Autorità auspicano che il Parlamento ed il
Governo, nel riesaminare la normativa vigente in materia di appalti
pubblici e procedere agli adeguamenti resi necessari dalla
produzione normativa comunitaria, tengano in adeguata
considerazione le suesposte osservazioni, al fine di tutelare e
promuovere nella maniera più efficace e opportuna la concorrenza in
un settore, quale quello in discussione, di primaria rilevanza per
l’economia nazionale.
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