Sembra ormai lontano il tempo in cui i professionisti marciavano
uniti verso Roma rivendicando il loro diritto di esercitare
professioni intellettuali da anni fiore all'occhiello della sempre
più decadente Italia. Era il 2006 ma sembra siano passati anni da
quando il decreto Bersani (223/2006) era riuscito ad unire tutte le
categorie professionali verso un'unica rivoluzione contro
l'abolizione delle tariffe professionali e il divieto di
pubblicità. Anche le parole
liberalizzazione e
mercato
aperto sembrano ormai vecchie di decenni.
Con la nuova legislatura sembra ci siano segnali ben differenti.
Vediamo ad esempio che lo scorso luglio
Maurizio Gasparri,
presidente dei senatori del PdL, e
Antonio Tomasini,
presidente della Commissione Sanità del Senato, hanno firmato un
disegno di legge che di fatto ridurrebbe numero e quantità di
medicinali da vendere nelle parafarmacie. Ma ancora più eclatante è
la dichiarazione del viceministro per le infrastrutture, Roberto
Castelli, in quale ha affermato nel corso della giornata finale del
53imo Congresso Nazionale degli Ingegneri che:
"La tariffa
minima per gli ingegneri era sinonimo di qualità e garanzia per gli
utenti. Toglierla è stato un errore. Farò presente quanto prima la
questione al ministro Angelino Alfano."
"Una tariffa base - ha poi proseguito Castelli -
non è
contraria ai principi di libera concorrenza e su questo principio
credo sia d'accordo anche l'Unione Europea."
Grande entusiasmo chiaramente da parte del presidente del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri
Paolo Stefanelli il quale si è
dichiarato
"Molto soddisfatto dell'impegno assunto dal
viceministro Castelli, anche perché va oltre le nostre richieste di
solo soglie di retribuzione chiare (tipo indici di anomalia) sotto
le quali la prestazione deve essere monitorata perché da
considerare sottocosto. I minimi servono solo per i lavori
pubblici, dove nelle pubbliche amministrazioni scatta l'automatismo
ad accettare il prezzo più basso e il professionista non compete ad
armi pari con le imprese."
Anche sul fronte dell'appalto integrato, il viceministro Castelli,
su segnalazione del presidente Stefanelli, si è reso disponibile ad
affrontare seriamente il problema limitando se non abolendo la
possibilità di affidare sulla base del progetto preliminare questa
tipologia di contratto.
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