E’ già pronta la bozza del Decreto del Presidnete del Consiglio dei
Ministri attuativo del “
Piano Casa”, previsto dall’articolo
11 del decreto-legge n. 112/2008 convertito in legge 6 agosto 2008,
n. 133.
Nel Piano è previsto il
cofinanziamento statale massimo del
30% per le case in affitto a “canone sostenibile, anche
trasformabile in riscatto” con un
contributo extra di 10.000
Euro nel caso in cui gli alloggi stessi abbiano un rendimento
energetico “in grado di limitare il fabbisogno di energia primaria”
per mq/anno di almeno la metà dei valori indicati dal Dlgs 192/2005
con la precisazione che gli alloggi realizzati con il contributo
statale dovranno restare
vincolate all'affitto per almeno 25
anni e avere un
canone non superiore al 70% degli
affitti a canone concordato.
La bozza del Decreto per Presidente del Consiglio dei Ministri
consta di 11 articoli così rubricati:
- Piano nazionale per l’edilizia abitativa
- Dotazione finanziaria
- Articolazione delle risorse
- Accordi di programma e Infrastrutture strategiche
- Parametri di finanziamento
- Canone di locazione
- Criteri di selezione delle proposte da mettere a
contributo
- Commissioni selezionatrici delle proposte
- Poteri sostitutivi
- Sistema integrato dei fondi immobiliari
- Ammissione al piano degli interventi senza contributi.
La bozza che, in verità, contiene soltanto pochissimi spazi
bianchi, dopo essere stata ufficializzata dovrà essere sottoposta
alla Conferenza unificata, ricordando che sia Comuni che Regioni
non nascondono di non aver gradito alcuni aspetti del piano casa e
che anzi stanno considerando un ricorso alla Corte costituzionale
contro il programma.
Il Piano, così come previsto all’articolo 1 della bozza di DPCM, è
articolato nelle seguenti cinque “
linee di intervento”:
- sistema integrato di fondi immobiliari per l’acquisizione e la
realizzazione di edilizia residenziale finanziate dai fondi
immobiliari, costituiti per la valorizzazione e l’incremento
dell’offerta abitativa, con la partecipazione di soggetti pubblici
e/o privati;
- incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica con
le risorse derivanti anche dall’alienazione di alloggi di edilzia
pubblica in favore degli occupanti muniti di titolo legittimo;
- promozione finanziaria, anche di iniziativa di privati;
- agevolazioni a cooperative edilizie;
- programmi integrati di promozione di edilizia anche
sociale.
In riferimento all’articolo 5 della bozza di DPCM, per ciascun
intervento l’onere a carico dello Stato
non potrà superare il
30% del costo di realizzazione, acquisizione o recupero degli
alloggi che saranno offerti in locazione a canone sostenibile,
anche trasformabile in riscatto.
Qualora gli alloggi raggiungano un
comportamento
prestazionale, in termini di rendimento energetico, in grado di
limitare il fabbisogno di energia primaria annuo per metro quadro
di superficie utile, tale da conseguire un indice di prestazione
energetica inferiore almeno il 50% rispetto a quello richiesto dal
Dlgs 192/2005, potrà essere riconosciuto un
ulteriore contributo
statale fino a 10 mila euro.
Così come previsto all’articolo 6 della bozza del DPCM, gli alloggi
realizzati con il contributo statale dovranno restare
vincolati
all'affitto per almeno 25 anni e avere un
canone non
superiore al 70% degli affitti a canone concordato.
Nell’articolo 7 del DPCM viene precisato che la
concessione dei
contributi sarà effettuata assumendo a riferimento i seguenti
parametri:
- incidenza dell’investimento privato in rapporto a quello
pubblico;
- incidenza del numero di alloggi a canone sostenibile in
rapporto al totale degli alloggi;
- efficienza energetica;
- dimensione demografica del Comune;
- salubrità, vivibilità e sicurezza dell’alloggio.
Accedi al
FOCUS PIANO
CASA e leggi tutti gli articoli sull'argomento
© Riproduzione riservata