Può essere il settore edilizio il terreno ideale per l’innovazione
e la sperimentazione tecnologica in grado di contribuire alla
riduzione delle emissioni responsabili dei cambiamenti climatici e
di fornire anche una proposta concreta ai problemi di costo
dell’energia delle famiglie? In mancanza di una politica nazionale
univoca per la promozione delle fonti rinnovabili e il risparmio
energetico, quanto contano le scelte e le normative adottate dalle
amministrazioni locali?
A questi ed altri interrogativi risponde il primo rapporto
dell’Osservatorio Nazionale Regolamenti Edilizi per il risparmio
energetico presentato oggi al SAIE di Bologna da Edoardo Zanchini,
responsabile energia e urbanistica di Legambiente e Lorenzo
Bellicini dell’Istituto di ricerca Cresme, dal titolo Analisi dei
regolamenti edilizi comunali, delle linee guida provinciali e delle
normative regionali in materia di risparmio ed efficienza
energetica e produzione di energia da fonti alternative a quelle
fossili.
“I regolamenti edilizi comunali sono una leva fondamentale per
promuovere e realizzare politiche ambientali e energetiche
innovative. Siamo abituati a ragionare di energia solo in termini
di “fonte” (petrolio, gas, carbone, nucleare) e a pensare agli
edifici come luogo di consumo di energia prodotta altrove. Quello
che invece si viene profilando in questa prima indagine - hanno
dichiarato i due curatori dell’indagine - è uno scenario in cui
attraverso una profonda innovazione nel modo di progettare,
costruire e gestire gli edifici non solo si può ridurre
significativamente la domanda elettrica e termica civile, ma
addirittura una parte dell’energia potrà essere prodotta dagli
edifici e consumata o scambiata con la rete. Le esperienze
realizzate in molti comuni italiani in questi anni, spinta da
regolamenti edilizi di nuova generazione, è interessante proprio
perché hanno prodotto risultati significativi in termini di
innovazione, offrendo anche una risposta concreta ai problemi di
costo dell’energia delle famiglie”.
La prima indagine di Cresme e Legambiente sul regolamento edilizio
come motore del cambiamento, ha preso in considerazione un campione
di 1000 comuni raccogliendo e catalogando 188 regolamenti edilizi,
che, attraverso l’obbligo (104) o con i soli incentivi (85),
promuovono un diverso modo di costruire che guarda alla
sostenibilità ambientale.
Il principale indirizzo che emerge dall’analisi dei 188
regolamenti edilizi è quello che riguarda l’obbligo di progettare e
realizzare l’impianto di produzione di energia termica in modo di
coprire con fonti rinnovabili almeno il 50% del fabbisogno annuo di
energia per la produzione di acqua calda e di prevedere
l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di
energia elettrica non inferiore a quantità definite con valori
diversi per unità abitativa dai vari regolamenti. L’obbligo
riguarda tutte le nuove costruzioni, le demolizioni e ricostruzioni
e le ristrutturazioni integrali di edifici che superino una certa
dimensione per alcuni comuni, o tutte indistintamente per altri.
Misurato in termini di potenziali, i regolamenti edilizi dei 104
comuni censiti che obbligano le nuove costruzioni a rispettare gli
obiettivi di risparmio energetico, interessano un mercato annuo di
40mila abitazioni, circa. il 13% delle 300mila abitazioni
realizzate in Italia nel 2008, interessando 7,6 milioni di
abitanti.
In 104 comuni i regolamenti edilizi comunali prevedono
prescrizioni obbligatorie che condizionano sempre il rilascio del
permesso di costruire, e a volte anche quello per la
ristrutturazione, ad una serie di adempimenti legati alla
produzione di energia da fonti alternative. Le prescrizioni
riguardano in gran parte due fattispecie di intervento, e cioè la
realizzazione di impianti di produzione di energia termica
alimentati da fonti innovabili in grado di consentire la copertura
di almeno il 50% del fabbisogno di energia primaria necessaria per
la produzione di acqua calda sanitaria; l’installazione di pannelli
fotovoltaici per la produzione di energia elettrica non inferiore a
0,2 kW per ciascuna abitazione.
24 comuni su 104 hanno inserito nei regolamenti edilizi obblighi
di risparmio energetico, prevedendo prescrizioni che vanno oltre la
produzione di energia solare. Tali prescrizioni, rivolte
esclusivamente alle nuove costruzioni, riguardano l’adozione di
sistemi di recupero di acque piovane e grigie da utilizzare per gli
scarichi del water, la realizzazione di pavimenti drenanti nelle
superfici lasciate libere o nei giardini; l’utilizzo di materiali
naturali e di tecniche costruttive per incrementare l’efficienza
energetica; l’installazione di rubinetterie con miscelatore acqua e
aria; il controllo automatizzato dell’illuminazione delle parti
comuni; il posizionamento e orientamento degli edifici per
utilizzare al meglio il rapporto luce-ombra.
7 regolamenti edilizi su 104 indicano una percentuale di
copertura del fabbisogno totale di energia dell’edifici (15%-20%)
che deve obbligatoriamente provenire da fonti rinnovabili quali
esse siano (solare, acqua, vento, geotermia, ecc.).
Dall’analisi della provenienza territoriale dei regolamenti edilizi
comunali, risulta evidente una vivacità dei Comuni del nord
Italia con oltre 132 regolamenti su 188, rispetto ai 48 del
centro, mentre risulta assente la risposta del sud con solo 8
regolamenti. Dal punto di vista regionale, i comuni della
Lombardia (59) risultano maggiormente presenti, seguiti da quelli
dell’Emilia (40) e della Toscana (27). Infine, dalla Calabria non è
arrivato alcun regolamento, mentre un solo regolamento è arrivato
da Campania, Basilicata e Sicilia.
Tra le Province vale la pena segnalare le linee guida per la
definizione dei regolamenti edilizi comunali di tipo sostenibile
delle Province di Parma, Lecco, Varese, Milano, Como, Pavia, Trento
e Bolzano, che definiscono una serie di indirizzi e regolamenti per
consentire ai comuni della provincia di redigere i loro strumenti
regolativi relativi a interventi operativi come la definizione
del giusto posizionamento degli edifici al fine di ridurre al
minimo l’ombreggiamento sulle facciate, la facoltà dei comuni di
ridurre i contributi per la costruzione e gli oneri di
urbanizzazione secondaria per chi adotti impianti e tecnologie per
la riduzione del consumo energetico e la produzione di energia
rinnovabile.
Le Regioni prese in esame, e cioè Friuli, Veneto,
Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria, incentivano la
realizzazione di edifici sostenibili con contributi economici
(fino ad un massimo del 15% degli investimenti in Friuli, Veneto e
Toscana) e urbanistici (incremento del volume edificatorio fino al
50% nelle Marche e abbattimento degli oneri di urbanizzazione e del
contributo di costruzione e regolamentazione presente in tutte le
regioni esaminate); invitano i comuni ad adottare tali indirizzi
nei loro regolamenti edilizi entro termini prescrittivi
(Emilia-Romagna); prevedono schede per la valutazione delle
prestazioni ambientali degli edifici, al fine di definire una
graduatoria in funzione della quale assegnare incentivi economici
ed urbanistici (Toscana); auspicano la realizzazione di impianti
e tecniche per lo sfruttamento dell’energia solare, dell’energia
eolica, dei corsi d’acqua, della biomassa e del biogas, della
possibilità di collegamento a reti di teleriscaldamento urbano e di
microgenerazione dell’energia; bandiscono concorsi di idee e
progettazione per la realizzazione di interventi edili pubblici o
privati secondo le tecniche della bio-edilizia e della
bio-architettura, corsi di formazione, iniziative di ricerca
e di diffusione culturale sui temi dell’efficienza energetica e
della riduzione dei consumi (Veneto).
“I regolamenti edilizi – hanno sottolineato Zanchini e Bellicini -
rappresentano un punto di snodo fondamentale tra le pratiche
costruttive e le innovazioni in campo energetico. E’ in questa
direzione che è utile muoversi, informare in maniera diffusa,
spingere la formazione e la ricerca. In poco tempo all’edilizia è
stato assegnato un ruolo che mai prima aveva avuto. Ora che i
Governi non hanno più in mano la leva delle tariffe per aiutare le
famiglie in un mercato liberalizzato è qui che si può guardare e
intervenire per aiutare sia il clima che le famiglie in difficoltà.
I regolamenti edilizi possono allora rendere concreta un idea di
città in cui si ripensino case e quartieri per renderli più
vivibili, in cui cresca la possibilità di un lavoro qualificato
nella manutenzione, gestione, riqualificazione energetica in
edilizia”.
Fonte: www.legambiente.eu
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