Gli Usa ed Eurolandia uniscono le forze contro la crisi
finanziaria, e per il mercato interbancario è una boccata
d'ossigeno: il tasso Euribor segna in questi giorni il calo più
forte in oltre cinque anni, avvicinandosi al 5% indicato dal
governatore della Banca d'Italia Mario Draghi come primo
obiettivo da raggiungere. E chi ha un mutuo a tasso variabile
inizia a sperare, visto che le rate mensili, se il trend di discesa
si confermerà, dovrebbero seguire a ruota.
L'Euribor trimestrale, cioé il tasso che le banche applicano
fra di loro sul mercato interbancario della liquidità per un
prestito a tre mesi in euro, continua a scendere. Ed è il calo più
forte mai visto dal 24 febbraio 2003. E scende anche l'Euribor a
un mese.
Un effetto delle nuove misure annunciate dagli Usa, con il governo
pronto a ricapitalizzare le banche seguendo la strada tracciata
dall'Europa, e circa tre mila miliardi di dollari di fondi
stanziati da Usa ed Europa complessivamente per sbloccare i mercati
creditizi. Il trend di discesa, dopo settimane di tassi in continua
ascesa di record in record, di per sé è incoraggiante perché indica
un cauto ritorno alla fiducia fra le banche. Un allentamento delle
tensioni per il mercato interbancario è l'obiettivo numero uno
delle autorità, perché il mercato dove le banche si cambiano fondi
a breve termine è l'epicentro della crisi dei mutui e il suo
intasamento è stato il responsabile del crollo di diversi istituti,
dato che le banche si sono trovate in difficoltà nel coprire le
proprie esigenze di contante a breve termine, innescando una fuga
di investitori e correntisti.
Ma c'e anche un altro aspetto di questo terremoto finanziario.
La crisi finanziaria internazionale in corso ha sconvolto molte
certezze e travolto vari steccati, sconfinando pienamente
nell'economia reale, mettendo tanta gente “comune” a contatto
ravvicinato con un mondo, quello della finanza, in passato
riservato ai soli specialisti.
Un mondo che ha quindi sviluppato nel tempo un vocabolario
iper-tecnico ed esclusivo, a tratti “autoreferenziale”, e spesso
ricco d'inglesismi.
Ecco un brevissimo glossario della crisi, allo scopo di orientarsi
più agevolmente tra Wall Street e dintorni.
EURIBOR
Salito agli onori della cronaca per essere il punto di riferimento
su cui vengono calcolati i mutui a tasso variabile, l'Euribor è, di
fatto, il tasso a cui i depositi dell'area euro vengono prestati da
una banca a un'altra. La sua rilevazione avviene tutti i giorni
lavorativi ed è divenuto con il tempo l'indicazione forse più
affidabile del costo del denaro.
SUBPRIME
Protagonisti principali della crisi in atto, di cui rappresentano
l'origine e la causa prima, i subprime sono prestiti, o mutui, di
qualità non primaria. Vengono cioé erogati a clienti definiti “ad
alto rischio”, che per le loro caratteristiche (basso reddito o un
passato di insolvenza) non sono ammessi al normale mercato del
credito. In questi casi il tasso d'interesse e i costi applicati
dagli istituti di credito sono molto più elevati rispetto a quelli
medi per compensare l'alto livello di rischio. I mutui sono poi
cartolarizzati, cioé trasformati in titoli ad alto rendimento e
venduti a investitori istituzionali. I tassi ora sono saliti e
molte famiglie non riescono pi§ a ripagare questi mutui, con rischi
per chi ha investito in questi prodotti.
DERIVATI
I derivati sono strumenti finanziari di vario tipo (opzioni,
futures, swaps), che consentono in pratica di “scommettere” sulle
variazioni di valore di altri beni, detti attività sottostanti
(azioni, indici, valute, titoli vari, tassi, ma anche vino). I
derivati possono essere oggetto di contrattazione anche in mercati
non regolamentati. L'EURIBOR - Salito agli onori della cronaca per
essere il punto di riferimento su cui vengono calcolati i mutui a
tasso variabile, l'Euribor è, di fatto, il tasso a cui i depositi
dell'area euro vengono prestati da una banca a un'altra. La sua
rilevazione avviene tutti i giorni lavorativi ed è divenuto con il
tempo l'indicazione forse più affidabile del costo del denaro.
FONDI SOVRANI
Chiamati in causa a più riprese come i potenziali “avvoltoi” di
questa crisi, sono i “fondi investimento” controllati e gestiti
direttamente dai Governi di alcuni Paesi, soprattutto forti
esportatori di petrolio, come Emirati Arabi e Qatar, ma anche la
Norvegia. Vengono utilizzati per investire in strumenti finanziari
(azioni, obbligazioni, immobili) gli eventuali surplus fiscali o le
riserve in valuta estera.
BRETTON WOODS
Al centro del dibattito sempre più pressante per il ritorno ad un
sistema di scambi a loro ispirato, gli accordi di Bretton Woods
hanno rappresentato l'apice dell'attuazione della politica
keynesiana, e furono firmati nel luglio del 1944, mentre la Seconda
Guerra Mondiale volgeva al termine, nella cittadina del New
Hampshire. Stabilirono, pur con progressive modifiche e
adattamenti, le regole per le future relazioni commerciali e
finanziarie internazionali.
Fonte: www.demaniore.com
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