Giovedì scorso, prima dell’approvazione dal parte del Consiglio dei
Ministri del decreto-legge che contiene, tra l’altro, le misure di
riequilibrio dei rapporti contrattuali tra stazioni appaltanti e
imprese in caso di rilevanti e repentine variazioni percentuali dei
prezzi di materiali da costruzione, così da evitare il blocco delle
realizzazioni di opere infrastrutturali strategiche per lo sviluppo
del Paese, nonché pesanti ricadute sui livelli occupazionali,
l’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), l’Associazione
imprese generali (AGI), l’Associazione delle organizzazioni di
ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica
(OICE), l’Associazione nazionale cooperative di produzione e lavoro
(ANCPL) e Confindustria hanno diffuso, congiuntamente, il seguente
comunicato stampa.
COMUNICATO STAMPA
Le Organizzazioni nazionali rappresentative del settore delle
costruzioni (Ance, Agi, Oice e Ancpl, unitamente a Confindustria)
non condividono nel merito e nel metodo il decreto legge sul caro
prezzi dei materiali che il Governo si appresta ad approvare nella
seduta di domani.
Nel metodo: dopo tre mesi di trattativa viene portato
unilateralmente all’approvazione un testo non conosciuto dalle
Organizzazioni del settore.
Nel merito: quanto proposto non scongiura il fermo dei
cantieri in quanto limita l`intervento al solo 2008 e destina 300
milioni alle sole amministrazioni dello Stato (cioé ai Ministeri)
non prendendo in considerazione quanto avviene per gli stessi
problemi negli Enti locali.
Quanto all’uso di questi fondi, si resta in attesa di conoscere con
puntualità a quali opere siano destinati.
Dobbiamo ulteriormente rilevare come un ben diverso atteggiamento è
stato assunto per altri settori, sicuramente in crisi, ma
certamente molto meno rilevanti rispetto al settore delle
costruzioni sia per numero di occupati sia per la funzione
antirecessiva che e` in grado di svolgere per l’economia del
Paese.
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