Preoccupazione e richiesta di misure incisive per rilanciare il
settore sono state espresse dall'Aniem - l'Associazione Nazionale
delle pmi edili della Confapi - che ha rilevato la necessità di
fronteggiare tempestivamente gli effetti negativi che si stanno
manifestando sul settore delle costruzioni dopo alcuni anni di
costante crescita del comparto.
Il Presidente dell'Aniem, Fabrizio Marchi sottolinea, in
particolare, l'urgenza di azioni determinate per invertire il trend
negativo che rischia di destrutturate un tessuto produttivo
costituito, in ampia prevalenza, da imprese di piccole e medie
dimensioni. “I dati sul 2008 sembrano incontrovertibili
nell'indicarci un calo dei livelli produttivi che viene
ulteriormente esasperato dalle proiezioni per il 2009. La
situazione ancor più seria se consideriamo la ricaduta della
congiuntura negativa che coinvolge sia il settore dei lavori
pubblici (-5% previsto per il 2009), che quello dell'edilizia
privata (- 3% ).".
Di fronte a questo scenario, i segnali del Governo appaiono incerti
ed inadeguati. Marchi, in particolare, esprime la delusione della
propria Associazione per il Decreto Legge approvato venerdì scorso
contro il caro-pezzi in edilizia.
"Il Governo ha ritenuto di non ascoltare le richieste delle pmi ed
ha varato un provvedimento i cui effetti compensativi (limitati ai
lavori contabilizzati nel 2008 e solo su aumenti superiori al 10%)
saranno marginali ed inadeguati. Vogliamo il riconoscimento di
diritti e di certezze che attengono a qualsiasi logica contrattuale
ed economica: meccanismi automatici e costanti nel tempo. Non sono
queste le misure che possono contrastare una fase di recessione che
potrebbe ulteriormente aggravarsi a causa dei tagli superiori al
14% previsti nella Finanziaria del prossimo anno per il nostro
settore.".
Sembra, inoltre, addirittura assumere i toni di una provocazione il
disegno di legge sulle centrali di committenza, già approvato dalla
Camera ed ora all'esame del Senato, che prevede l'obbligo
sostanziale per gli enti appaltanti di ricorrere a capitolati
prestazionali e prezzari sulla base della media dei prezzi
praticati alle amministrazioni aggiudicatrici negli ultimi tre
anni, ridotti del 5%.
"E' una misura che va esattamente nella direzione opposta a quella
da noi auspicata. I prezzari devono essere costantemente aggiornati
e rispondere tempestivamente alle variazioni reali del mercato.
L'attuale norma sulle centrali di committenza - conclude Marchi -
rischia di avere effetti devastanti su un settore già in seria
difficoltà"
Fonte: www.aniem.it
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