Il problema della casa è diventato un'emergenza sociale: “servono
politiche forti per incrementare il patrimonio in affitto con
prezzi calmierati o controllati”. E' questo il messaggio che il
Censis e Federcasa lanciano nella loro ricerca
“Social Housing housing e agenzie pubbliche per la casa”,
presentata al “IX Incontro finanziario dell'Autonomia locale”,
organizzato da Dexia Crediop.
Lo studio è partito dalla constatazione che in Italia “per molti
anni il problema della casa è stato rimosso, nella convinzione
diffusa che l'elevato tasso di proprietà fosse una garanzia
sufficiente della soddisfazione del fabbisogno. Inoltre la
competenza sulle politiche abitative è stata regionalizzata senza
una contestuale assegnazione di risorse adeguate, col risultato che
le politiche abitative si sono praticamente azzerate”.
L'inadeguatezza e la rigidità di un'offerta tutta basata sulla casa
di proprietà e sull'affitto a prezzi di mercato, spiega lo studio,
ha accresciuto le situazioni di disagio abitativo: nel 2007 il
77,2% degli sfratti è avvenuto per morosità dell'inquilino, mentre
era solo il 26% nel 1990, un sintomo chiaro dello scarto fra
dinamiche salariali e prezzi di mercato.
Il sistema tradizionale di aiuti per la casa, sottolineano Censis e
Federcasa, non è più in grado di offrire risposte adeguate di
fronte a fenomeni come la crescita del numero delle famiglie,
l'aumento dell'immigrazione, l'invecchiamento della popolazione, il
precariato e le difficoltà per i giovani di uscire dalle famiglie
d'origine. Ma come intervenire?
Lo studio suggerisce politiche articolate sul territorio e basate
su un sistema di aiuti diversificato e in grado di rispondere a
richieste come il bisogno di casa temporaneo, tipico di studenti,
lavoratori stagionali e in mobilità, oppure il bisogno di casa per
un periodo di difficoltà come accade ai separati o ai
disoccupati.
Infine, serve un nuovo sistema di operatori che comprenda anche il
settore privato e favorisca la nascita di società immobiliari di
tipo europeo anche in Italia. Censis e Federcasa hanno messo in
evidenza anche la questione delle “aziende casa” pubbliche, nate
per la promozione e gestione degli alloggi sociali. Questi enti
hanno subito le ostilità della politica che ne ha ridotto
l'efficienza, mentre, secondo lo studio sono perfettamente in grado
di svolgere il loro ruolo di sviluppo in larghe zone del paese.
Su 33 aziende monitorate (Ater, Acer, Aler, ecc.), per lo più al
Centro-Nord, i dati sono positivi: tra il 2001 e il 2006 gli
alloggi gestiti sono aumentati, ad esempio, del 21% a Trento, del
17% a Siena, del 15% a Bergamo. Non poteva mancare un commento sul
piano casa del governo, che viene considerato positivamente in
quanto “mostra la volontà di affrontare con una politica nazionale
unitaria una questione centrale per la società italiana”, tuttavia
“non si deve genericamente espandere il patrimonio di edilizia
residenziale, ma occorre rafforzare un'offerta accessibile
all'affitto, che costituisce l'elemento di debolezza del quadro
italiano”.
Fonte: www.demaniore.com
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