IN ATTESA DELLA MODIFICA ALL'ART 29 CONTINUANO LE PROTESTE

10/12/2008

Mentre il governo sembra aver fatto il primo passo indietro sulle limitazioni alle detrazioni fiscali del 55%, professionisti, imprese e normali consumatori continuano la loro protesta contro un decreto legge che di fatto ne limita fortemente l'utilizzo con conseguenze assai prevedibili e disastrose, non solo per l’ambiente, ma per un settore dell’economia reale che aveva dato nuova linfa al Paese attraverso nuovi posti di lavoro e nuovi sbocchi professionali che avevano riacceso la speranza di molti lavoratori (leggi news).

Come sottolineato in un comunicato dalla Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine:la detrazione del 55% nel 2007 e nel 2008 ha portato indubbi vantaggi per l’ambiente oltre a diminuire, in modo sensibile e immediato, i costi energetici affrontati dalle famiglie. Tali detrazioni hanno contribuito alla diffusione di tecnologie che hanno una funzione fondamentale nel conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico imposti dalla Comunità Europea. Le conseguenze di questo provvedimento sono facilmente prevedibili:
  • blocco delle ristrutturazioni edilizie e degli interventi di riqualificazione energetica
  • perdita di posti di lavoro e diffuso utilizzo della Cassa Integrazione
  • chiusura di numerose aziende che hanno realizzato investimenti significativi in tecnologie ad alta efficienza per il triennio 2008-2010
  • aumento delle emissioni di CO2 nell’ambiente da parte degli edifici e conseguente aumento di sanzioni da parte delle Autorità Europee
  • aumento dell’incidenza dei costi dell’energia per le famiglie italiane e della cronica dipendenza energetica del Paese.
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Incentivi 55% a rischio...Raschiando il fondo del barile...
È quantomeno deludente che il Governo di una nazione industrializzata qual è l'Italia non sia in grado di elaborare una strategia forte e coerente a fronte di questo momento di crisi, e che vada anche ad attingere risorse in un settore che invece sarebbe da incentivare, quale quello dell'efficienza energetica. Addirittura mettendo a rischio incentivi promessi con disposizioni legislative cogenti.
Viene proprio da pensare che ci meritiamo sia la crisi finanziaria che quella ambientale. Almeno fino al momento in cui comprenderemo come sia importante mettere da parte stupide divisioni e piccolezze "politiche" per prendere impegni più seri per ambiente e persone.

STOP ALL'ART 29
Sono tecnico progettista presso una azienda del settore termo-tecnico a livello nazionale e perito industriale iscritto all'albo.
La mossa del Ministro Tremonti ci lascia sconcertati per diversi motivi oggettivi.
  1. Il Governo parla di RECESSIONE, annuncia piani di sostegno all'economia e poi, che fa?Blocca uno strumento che crea posti di lavoro AUTENTICI! Occupazione per i professionisti che progettano e dirigono i lavori, occupazione per le imprese manifatturiere che producono i materiali, occupazione per le imprese commerciali che tali materiali li vendono e per le imprese artigiane che tali materiali vanno ad installare. Tutti sanno che l'edilizia è il volano economico di un paese, riqualificare energeticamente un edificio comporta lavoro per TUTTE le categorie professionali, artigianali e industriali coinvolte nell'edilizia civile.
  2. Le detrazioni fiscali del 55% hanno avuto immediato successo già nel 2007 e per il 2008 è previsto un bilancio eccezionale. Come del resto le detrazioni del 36% rivolte alle ristrutturazioni edili, che hanno confermato negli anni la lungimiranza dei legislatori. Tali provvedimenti generano economia REALE, eliminano l'evasione fiscale perché il contribuente ha tutto l'interesse a richiedere le FATTURE. Lo stato crea un sistema che gli consente di ottenere anche entrate sicure, sia in termini di IVA sia di gettiti derivanti da entrate che tutti i soggetti NON POSSONO "imboscare".
  3. La decisione del ministro BLOCCA il virtuoso movimento generato dal decreto legislativo 192/2005 (con l'On. Scajola ministro delle Attività produttive), in attuazione alla direttiva 2002/91/CE (rendimento energetico nell'edilizia). Faccio notare a titolo esemplificativo come tali provvedimenti legislativi hanno determinato la rinascita del settore solare italiano, con la creazione di nuove imprese e l'ampliamento di quelle esistenti.
  4. I miglioramenti in campo energetico del patrimonio edilizio italiano, mediamente vecchio, con caratteristiche di isolamento termico ridicolo e impiantisticamente obsoleto, generano risparmi energetici IMMEDIATI e REALI per i proprietari e sono un OBBLIGO che l'Italia si è impegnata a mantenere aderendo al protocollo di Kyoto! Questa decisione, a mio avviso, sancisce la definitiva resa dell'Italia davanti agli obiettivi che gli Stati aderenti al protocollo hanno concordato e le sanzioni saranno ovviamente pagate dalla collettività.
Per i motivi sopraesposti, volgiamo la nostra umile supplica al capo del governo affinché la legge sia lasciata così com'è, altrimenti il contribuente i lavori, probabilmente, non li farà più. E' chiaro che se un cittadino deve cambiare la caldaia perché vecchia e rotta, lo fa al di là degli incentivi, ma gli interventi "pesanti" di riqualificazione energetica, che comportano interventi edili e impiantistici, rischiano di essere annullati in quanto le famiglie fanno conto dello sgravio fiscale per coprire le ingenti spese di tali interventi! Cito la mia esperienza personale: lunedì 1 dicembre arrivo in ufficio e il mio collega Gianluigi mi chiede perplesso: Pietro, sai qualcosa di nuovo sulle detrazioni del 55% Mi ha chiamato un nostro cliente disperato perché stava andando a montare dei pannelli solari e il cliente lo ha rimandato a casa perché aveva sentito in TV che Tremonti ha detto che metterà un limite alle detrazioni ecc. ecc. e quindi i pannelli NON LI VUOLE PIU'!!!!!

Faccio quindi appello a tutte le categorie economiche coinvolte, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni professionali affinché il Presidente On. Berlusconi, il ministro On. Scajola e il ministro On. Prestigiacomo blocchino il ministro On. Tremonti ed il suo team dal confermare tale gravissima decisione.

Art. 29 Decreto Legge anticrisi
La settimana è cominciata molto male, oltre la crisi ci si mette anche il governo, questo provvedimento anti crisi la crisi la fa venire e non scomparire.
Siccome Tremonti che io stimavo molto (parlo di Tremonti perché la politica economica si esprime attraverso di esso) per i seguenti motivi:
  • è molto creativo;
  • è contrario a introdurre tasse (imposte so benissimo che le due cose sono profondamente diverse in un paese normale, ma in Italia sono tutte imposte perché anche le tasse vengono utilizzate senza un preciso fine da sempre, ma tant'è e mi piacerebbe che qualcuno ci mettesse mano, ma da quest'ultimo Tremonti ho perso ogni speranza);
  • vuole tagliare i costi di una pubblica amministrazione inefficiente ed inefficace;
  • ecc.
Vedo, purtroppo che si è Vincenzissato (Vincenzo Visco) cioè è diventato un ragioniere e finanziere tutto ciò di cui l'Italia ed in particolare io non ho bisogno.
Andiamo per ordine:
- con la Legge 133 ha tolto l'obbligo della certificazione energetica nelle transazioni (evviva un balzello in meno), ma non è così perché il mercato che era già asfittico da due anni non ha ricevuto nessuno stimolo a valorizzare meglio gli edifici costruiti meglio e meno costosi in termini di esercizio (il costo del riscaldamento incide su un 3% dell'investimento in un edificio risparmioso incide meno dell' 1%);
- con l'ultimo decreto chiamato anticrisi (solo da lui, ma non certo dal sottoscritto che lo battezza pro-crisi) si sono tolte le agevolazioni sulle ristrutturazioni destinate al risparmio energetico (non si venga a dire che ci sono ancora perché sono 1/10 di quello che serve e sono concesse con l'autorizzazione segnale di altri tempi non certo moralizzatrici poi che si fa si gioca al toto di chi arriva prima) dov'è finito Tremonti sempre che ci sia stato perché così si sono ottenuti i seguenti risultati:
  1. si era messa in moto un'economia di circa tre miliardi di euro;
  2. si era messa in moto un'economia in bianco che pagava l'IVA e le giuste tasse;
  3. si era messa in moto un'economia che pagava lo stato con maggiori introiti rispetto a quanto perso perché lo stato sui tre miliardi realizzati da piccoli interventi aveva la capacità di tassarli almeno 5-6 volte;
  4. si era incentivato il risparmio energetico vero che si deve fare sulle case vecchie perchè se aspettiamo le nuove ci vogliono 50 anni prima che si raggiunga un risparmio significativo;
  5. vi ricordo che il consumo in riscaldamento è un terzo dei consumi energetici nazionali se si riesce ad effettuare un intervento su un quarto del parco immobiliare italiano in dieci anni che non è una follia e per ogni intervento si ottengono risparmi di circa due terzi di quello che si consuma ora si ha 1/3x1/4x2/3=circa 6% sul totale dei consumi Italiani direi un bel successo.
Vi ricordo inoltre che io sono un professionista che lavora nel settore dell'edilizia che sono due anni che tra Prodi con nuove tasse e un Trichet che alzava i tassi perchè non capiva che non c'era inflazione, ma solo crisi e speculazione (con conseguenti aumenti dei costi aggiunti importati e non inflazione) e adesso ci si mette anche Tremonti non si sà più come sbarcare il lunario.
Penso che se il governo và avanti così il problema di cui parla Berlusconi di un consenso imbarazzante si risolva da solo.
Proposte semplici semplici:
  1. rimettete subito le agevolazioni sul risparmio energetico e non c'è bisogno che sia il 55%, ma sarebbe sufficiente un 40%;
  2. si può pensare di non consentire al contribuente di scegliere da tre a dieci anni il periodo d'imposta sul quale spalmare le detrazioni, ma fissarlo su dieci anni;
  3. nessun tetto o mantenimento dei tetti attuali sugli interventi attuali.
SUI LAVORI PUBBLICI
Creare dei certificati sul debito delle Aministrazioni (Comuni, USL, ...) garantiti dallo Stato che ridiano ossigeno alle Aziende che si vedono creditrici da anni e che devono andare in banca per avere credito.
Questo Governo deve dire cosa vuol dire fare economia libera (o non è più quello che si vuole lo si dica e si abbia il coraggio di dirlo):
  1. tre miliardi per risolvere il problema Alitalia tutti protetti e noi no (siamo sempre figli di un Dio minore);
  2. 10 miliardi spesi da Prodi per mandare in pensione prima 100.000 giovani (58 anni) e non si tocca più;
  3. Le provincie perché la Lega si mette di traverso non si tolgono, si tagli indiscriminatamente sulla scuola ( i tagli d'accordo anche di più, ma la spesa và riqualificata è semplice ridurre un tot % indiscriminatamente e sfregarsene);
  4. Privatizzazione dei servizi locali;
  5. piano casa per dare una casa a costi accettabili come è possibile che per un appartamentino in Italia un giovane si debba indebitare per 30 e passa anni.
Ho fatto circa 50 pratiche nel 2008
ho fatto circa 50 pratiche nel 2008 che si protrarranno anche per il 2009 e 2010 e adesso cosa dico ai miei clienti?

Noi giovani architetti
Sono un architetto trentenne che tenta a fatica di mantenersi con la propria professione, ma che prospettive ci sono per noi giovani se andranno drasticamente diminuendo anche le piccole pratiche di riqualificazione energetica degli edifici che ci davano una speranza in più di lavoro!
Quasi quasi mollo tutto e vado a fare le pulizie a domicilio...




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