Mentre il governo sembra aver fatto il primo passo indietro sulle
limitazioni alle detrazioni fiscali del 55%, professionisti,
imprese e normali consumatori continuano la loro protesta contro un
decreto legge che di fatto ne limita fortemente l'utilizzo con
conseguenze assai prevedibili e disastrose, non solo per
l’ambiente, ma per un settore dell’economia reale che aveva dato
nuova linfa al Paese attraverso nuovi posti di lavoro e nuovi
sbocchi professionali che avevano riacceso la speranza di molti
lavoratori (
leggi news).
Come sottolineato in un comunicato dalla Federazione delle
Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e
Affine:
la detrazione del 55% nel 2007 e nel 2008 ha portato
indubbi vantaggi per l’ambiente oltre a diminuire, in modo
sensibile e immediato, i costi energetici affrontati dalle
famiglie. Tali detrazioni hanno contribuito alla diffusione di
tecnologie che hanno una funzione fondamentale nel conseguimento
degli obiettivi di risparmio energetico imposti dalla Comunità
Europea. Le conseguenze di questo provvedimento sono facilmente
prevedibili:
- blocco delle ristrutturazioni edilizie e degli interventi
di riqualificazione energetica
- perdita di posti di lavoro e diffuso utilizzo della Cassa
Integrazione
- chiusura di numerose aziende che hanno realizzato
investimenti significativi in tecnologie ad alta efficienza per il
triennio 2008-2010
- aumento delle emissioni di CO2 nell’ambiente da parte degli
edifici e conseguente aumento di sanzioni da parte delle Autorità
Europee
- aumento dell’incidenza dei costi dell’energia per le
famiglie italiane e della cronica dipendenza energetica del
Paese.
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qualcuno.
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Incentivi 55% a rischio...Raschiando il fondo del
barile...
È quantomeno deludente che il Governo di una nazione
industrializzata qual è l'Italia non sia in grado di elaborare una
strategia forte e coerente a fronte di questo momento di crisi, e
che vada anche ad attingere risorse in un settore che invece
sarebbe da incentivare, quale quello dell'efficienza energetica.
Addirittura mettendo a rischio incentivi promessi con disposizioni
legislative cogenti.
Viene proprio da pensare che ci meritiamo sia la crisi finanziaria
che quella ambientale. Almeno fino al momento in cui comprenderemo
come sia importante mettere da parte stupide divisioni e piccolezze
"politiche" per prendere impegni più seri per ambiente e
persone.
STOP ALL'ART 29
Sono tecnico progettista presso una azienda del settore
termo-tecnico a livello nazionale e perito industriale iscritto
all'albo.
La mossa del Ministro Tremonti ci lascia sconcertati per diversi
motivi oggettivi.
- Il Governo parla di RECESSIONE, annuncia piani di sostegno
all'economia e poi, che fa?Blocca uno strumento che crea posti di
lavoro AUTENTICI! Occupazione per i professionisti che progettano e
dirigono i lavori, occupazione per le imprese manifatturiere che
producono i materiali, occupazione per le imprese commerciali che
tali materiali li vendono e per le imprese artigiane che tali
materiali vanno ad installare. Tutti sanno che l'edilizia è il
volano economico di un paese, riqualificare energeticamente un
edificio comporta lavoro per TUTTE le categorie professionali,
artigianali e industriali coinvolte nell'edilizia civile.
- Le detrazioni fiscali del 55% hanno avuto immediato successo
già nel 2007 e per il 2008 è previsto un bilancio eccezionale. Come
del resto le detrazioni del 36% rivolte alle ristrutturazioni
edili, che hanno confermato negli anni la lungimiranza dei
legislatori. Tali provvedimenti generano economia REALE, eliminano
l'evasione fiscale perché il contribuente ha tutto l'interesse a
richiedere le FATTURE. Lo stato crea un sistema che gli consente di
ottenere anche entrate sicure, sia in termini di IVA sia di gettiti
derivanti da entrate che tutti i soggetti NON POSSONO
"imboscare".
- La decisione del ministro BLOCCA il virtuoso movimento generato
dal decreto legislativo 192/2005 (con l'On. Scajola ministro delle
Attività produttive), in attuazione alla direttiva 2002/91/CE
(rendimento energetico nell'edilizia). Faccio notare a titolo
esemplificativo come tali provvedimenti legislativi hanno
determinato la rinascita del settore solare italiano, con la
creazione di nuove imprese e l'ampliamento di quelle
esistenti.
- I miglioramenti in campo energetico del patrimonio edilizio
italiano, mediamente vecchio, con caratteristiche di isolamento
termico ridicolo e impiantisticamente obsoleto, generano risparmi
energetici IMMEDIATI e REALI per i proprietari e sono un OBBLIGO
che l'Italia si è impegnata a mantenere aderendo al protocollo di
Kyoto! Questa decisione, a mio avviso, sancisce la definitiva resa
dell'Italia davanti agli obiettivi che gli Stati aderenti al
protocollo hanno concordato e le sanzioni saranno ovviamente pagate
dalla collettività.
Per i motivi sopraesposti, volgiamo la nostra umile supplica al
capo del governo affinché la legge sia lasciata così com'è,
altrimenti il contribuente i lavori, probabilmente, non li farà
più. E' chiaro che se un cittadino deve cambiare la caldaia perché
vecchia e rotta, lo fa al di là degli incentivi, ma gli interventi
"pesanti" di riqualificazione energetica, che comportano interventi
edili e impiantistici, rischiano di essere annullati in quanto le
famiglie fanno conto dello sgravio fiscale per coprire le ingenti
spese di tali interventi! Cito la mia esperienza personale: lunedì
1 dicembre arrivo in ufficio e il mio collega Gianluigi mi chiede
perplesso: Pietro, sai qualcosa di nuovo sulle detrazioni del 55%
Mi ha chiamato un nostro cliente disperato perché stava andando a
montare dei pannelli solari e il cliente lo ha rimandato a casa
perché aveva sentito in TV che Tremonti ha detto che metterà un
limite alle detrazioni ecc. ecc. e quindi i pannelli NON LI VUOLE
PIU'!!!!!
Faccio quindi appello a tutte le categorie economiche coinvolte,
alle associazioni ambientaliste, alle associazioni professionali
affinché il Presidente On. Berlusconi, il ministro On. Scajola e il
ministro On. Prestigiacomo blocchino il ministro On. Tremonti ed il
suo team dal confermare tale gravissima decisione.
Art. 29 Decreto Legge anticrisi
La settimana è cominciata molto male, oltre la crisi ci si mette
anche il governo, questo provvedimento anti crisi la crisi la fa
venire e non scomparire.
Siccome Tremonti che io stimavo molto (parlo di Tremonti perché la
politica economica si esprime attraverso di esso) per i seguenti
motivi:
- è molto creativo;
- è contrario a introdurre tasse (imposte so benissimo che le due
cose sono profondamente diverse in un paese normale, ma in Italia
sono tutte imposte perché anche le tasse vengono utilizzate senza
un preciso fine da sempre, ma tant'è e mi piacerebbe che qualcuno
ci mettesse mano, ma da quest'ultimo Tremonti ho perso ogni
speranza);
- vuole tagliare i costi di una pubblica amministrazione
inefficiente ed inefficace;
- ecc.
Vedo, purtroppo che si è Vincenzissato (Vincenzo Visco) cioè è
diventato un ragioniere e finanziere tutto ciò di cui l'Italia ed
in particolare io non ho bisogno.
Andiamo per ordine:
- con la Legge 133 ha tolto l'obbligo della certificazione
energetica nelle transazioni (evviva un balzello in meno), ma non è
così perché il mercato che era già asfittico da due anni non ha
ricevuto nessuno stimolo a valorizzare meglio gli edifici costruiti
meglio e meno costosi in termini di esercizio (il costo del
riscaldamento incide su un 3% dell'investimento in un edificio
risparmioso incide meno dell' 1%);
- con l'ultimo decreto chiamato anticrisi (solo da lui, ma non
certo dal sottoscritto che lo battezza pro-crisi) si sono tolte le
agevolazioni sulle ristrutturazioni destinate al risparmio
energetico (non si venga a dire che ci sono ancora perché sono 1/10
di quello che serve e sono concesse con l'autorizzazione segnale di
altri tempi non certo moralizzatrici poi che si fa si gioca al toto
di chi arriva prima) dov'è finito Tremonti sempre che ci sia stato
perché così si sono ottenuti i seguenti risultati:
- si era messa in moto un'economia di circa tre miliardi di
euro;
- si era messa in moto un'economia in bianco che pagava l'IVA e
le giuste tasse;
- si era messa in moto un'economia che pagava lo stato con
maggiori introiti rispetto a quanto perso perché lo stato sui tre
miliardi realizzati da piccoli interventi aveva la capacità di
tassarli almeno 5-6 volte;
- si era incentivato il risparmio energetico vero che si deve
fare sulle case vecchie perchè se aspettiamo le nuove ci vogliono
50 anni prima che si raggiunga un risparmio significativo;
- vi ricordo che il consumo in riscaldamento è un terzo dei
consumi energetici nazionali se si riesce ad effettuare un
intervento su un quarto del parco immobiliare italiano in dieci
anni che non è una follia e per ogni intervento si ottengono
risparmi di circa due terzi di quello che si consuma ora si ha
1/3x1/4x2/3=circa 6% sul totale dei consumi Italiani direi un bel
successo.
Vi ricordo inoltre che io sono un professionista che lavora nel
settore dell'edilizia che sono due anni che tra Prodi con nuove
tasse e un Trichet che alzava i tassi perchè non capiva che non
c'era inflazione, ma solo crisi e speculazione (con conseguenti
aumenti dei costi aggiunti importati e non inflazione) e adesso ci
si mette anche Tremonti non si sà più come sbarcare il lunario.
Penso che se il governo và avanti così il problema di cui parla
Berlusconi di un consenso imbarazzante si risolva da solo.
Proposte semplici semplici:
- rimettete subito le agevolazioni sul risparmio energetico e non
c'è bisogno che sia il 55%, ma sarebbe sufficiente un 40%;
- si può pensare di non consentire al contribuente di scegliere
da tre a dieci anni il periodo d'imposta sul quale spalmare le
detrazioni, ma fissarlo su dieci anni;
- nessun tetto o mantenimento dei tetti attuali sugli interventi
attuali.
SUI LAVORI PUBBLICI
Creare dei certificati sul debito delle Aministrazioni (Comuni,
USL, ...) garantiti dallo Stato che ridiano ossigeno alle Aziende
che si vedono creditrici da anni e che devono andare in banca per
avere credito.
Questo Governo deve dire cosa vuol dire fare economia libera (o non
è più quello che si vuole lo si dica e si abbia il coraggio di
dirlo):
- tre miliardi per risolvere il problema Alitalia tutti protetti
e noi no (siamo sempre figli di un Dio minore);
- 10 miliardi spesi da Prodi per mandare in pensione prima
100.000 giovani (58 anni) e non si tocca più;
- Le provincie perché la Lega si mette di traverso non si
tolgono, si tagli indiscriminatamente sulla scuola ( i tagli
d'accordo anche di più, ma la spesa và riqualificata è semplice
ridurre un tot % indiscriminatamente e sfregarsene);
- Privatizzazione dei servizi locali;
- piano casa per dare una casa a costi accettabili come è
possibile che per un appartamentino in Italia un giovane si debba
indebitare per 30 e passa anni.
Ho fatto circa 50 pratiche nel 2008
ho fatto circa 50 pratiche nel 2008 che si protrarranno anche per
il 2009 e 2010 e adesso cosa dico ai miei clienti?
Noi giovani architetti
Sono un architetto trentenne che tenta a fatica di mantenersi con
la propria professione, ma che prospettive ci sono per noi giovani
se andranno drasticamente diminuendo anche le piccole pratiche di
riqualificazione energetica degli edifici che ci davano una
speranza in più di lavoro!
Quasi quasi mollo tutto e vado a fare le pulizie a domicilio...
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