VARATO IL NUOVO PIANO DI AZIONE AMBIENTALE IN EMILIA-ROMAGNA

12/12/2008

L´Assemblea legislativa dell´Emilia Romagna ha approvato mercoledì 3 dicembre il Piano d´azione ambientale, che mette a disposizione quasi 150 milioni di euro nel 2009-10. Il Piano d´azione ambientale è nato in Emilia-Romagna nel 1999, con la legge regionale di applicazione della Legge Bassanini, che ha definito i poteri dello Stato ed ha accelerato il trasferimento dei poteri alle Regioni, ai Comuni e alle Province. Entro la fine dell´inverno cominceranno a concretizzarsi le iniziative per spendere il denaro stanziato dal Piano su progetti che ruotano soprattutto attorno a rifiuti e difesa della biodiversità, ma anche su “progetti di area vasta” che riguardano acque ed aria.

Gli stanziamenti esclusivamente regionali assommano a 71 milioni 700 mila euro; fondi nazionali e comunitari portano il totale a 148 milioni 700 mila euro. L´assessore regionale all´Ambiente e allo sviluppo sostenibile Lino Zanichelli descrive il Piano inserendolo nella “stagione nuova” in cui le politiche ambientali sono entrate anche grazie alla svolta verde del presidente eletto Barak Obama, che per fronteggiare la crisi economica ha annunciato negli Stati Uniti un New Deal verde da 150 miliardi di dollari in 10 anni per l´ambiente e le energie rinnovabili. In questa prospettiva, dice l´assessore, “la crisi economica può essere anche uno stimolo per percorrere le vie dell´innovazione”. La “stagione nuova” trasforma le politiche ambientali: “non una nicchia nobile di un sistema più ampio e fondato sulla crescita tradizionale, ma un progetto di sviluppo sostenibile capace di essere sintesi tra economia, coesione sociale e tutela delle risorse naturali”.

Per i rifiuti, il Piano d´azione ambientale traccia tre filoni di intervento. La riduzione nella produzione di rifiuti, finanziata con 15,5 milioni di euro; la loro “tracciabilità” (2 milioni di euro); la riduzione delle emissioni di anidride carbonica - il gas dell´effetto serra che fa aumentare le temperature - provenienti dalle operazioni legate allo smaltimento, che riceve altri 2 milioni di euro. Ci sono poi 5 milioni di euro per un progetto che coinvolgerà diverse Province per il recupero dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali.

I fondi destinati alla riduzione dei rifiuti verranno spesi attraverso le Province. Oltre ad azioni per migliorare la raccolta differenziata - che in Emilia-Romagna già raggiunge il 40% del totale - potrà trovare finanziamento, ad esempio, la diffusione dei detersivi alla spina nei supermercati. Si acquista una sola volta la bottiglia di plastica e, quando è vuota, la si riporta al negozio per riempirla di nuovo. Si evita così di produrre un gran numero di flaconi destinati a passare direttamente dagli scaffali dei punti vendita alla pattumiera. Ci guadagna anche il portafoglio, perché i detersivi alla spina, di solito, costano un po´ meno. I detersivi alla spina offrono ormai un´amplissima gamma di prodotti: bucato a mano e in lavatrice, per capi delicati, per piatti... Ci sono perfino gli ammorbidenti.

Altre azioni concrete per ridurre i rifiuti possono ad esempio riguardare le mense scolastiche ed aziendali: evitare l´acqua in bottiglia ed usare quella del rubinetto, che è ottima e soggetta ad un gran numero di controlli. Anche qui, tutti contenitori in meno che finiscono nei bidoni della spazzatura. E, di nuovo, un risparmio: l´acqua del rubinetto costa molto meno di quella in bottiglia. Oppure, sempre nell´ambito della ristorazione collettiva, la produzione di rifiuti può essere decisamente ridotta abolendo piatti, bicchieri e stoviglie usa e getta, ed adottando invece stoviglie che possono essere usate e riusate per moltissimo tempo. Basta passarle ogni volta in lavastoviglie.

Verrà invece predisposto entro la fine dell´inverno un bando per spendere i 2 milioni di euro destinati alla “tracciabilità” dei rifiuti, o meglio alla loro “etichettatura”. La Regione chiederà alle imprese di inviare idee e preventivi di spesa per mettere a punto un sistema che consenta di seguire e ricostruire passo passo il percorso dei rifiuti - soprattutto quelli speciali, prodotti dalle aziende, ma anche quelli urbani - a partire dal momento in cui vengono raccolti e fino allo smaltimento; avere la certezza che nulla si aggiunga ai carichi di rifiuti avviati agli impianti e poi trattati; avere la certezza, anche, che nulla si separi da questi carichi o vada in qualche modo “perduto”.

Sempre tramite un bando che la Regione conta di predisporre per la fine dell´inverno verranno spesi i 2 milioni di euro con cui si cercherà di ridurre le emissioni di anidride carbonica legata al ciclo dei rifiuti. Anche qui, si attendono idee e preventivi: c´è il Ccs (sigla inglese che sta per “Carbon capture and storage”, ossia la captazione dell´anidride carbonica che esce dagli impianti, ma si tratta di procedimenti ancora tutti da perfezionare) ma c´è anche la possibilità di diminuire le emissioni modificando le temperature degli inceneritori e le “miscele” che vi bruciano, oppure migliorando i motori dei generatori che bruciano il biogas prodotto dalle discariche (essenzialmente metano) per trasformarlo in energia elettrica.

La difesa della biodiversità è il secondo grande tema su cui ruota il Piano d´azione ambientale. Il punto di riferimento è quello individuato dall´Unione Europea: arrestarne la perdita entro il 2010. La “filosofia” del Piano mira ad una miglior protezione degli ambienti naturali di pregio. Le infrastrutture e tutto ciò che può essere utile ad una miglior fruizione anche turistica non sono in primo piano; si punta piuttosto all´integrazione fra tutela e valorizzazione nell´ottica dello sviluppo sostenibile.

Per la tutela della biodiversità il Piano stanzia 10 milioni di euro, di cui 3 di provenienza comunitaria destinati ai due parchi nazionali (Foreste Casentinesi e Appennino Tosco-Emiliano) e al Parco interregionale del Delta del Po. Gli altri 7 milioni di euro, stanziati direttamente dalla Regione, verranno spesi attraverso le Province per rafforzare e migliorare il sistema delle aree naturali protette, con particolare riguardo ai siti individuati dalla Rete di Natura 2000. Possibile anche l´allargamento di queste stesse aree. Si vogliono proteggere e per quanto possibile “restaurare” e ripristinare gli ambienti naturali che costituiscono l´habitat delle specie considerate più a rischio, comprese quelle a torto considerate “minori” come l´avifauna e gli anfibi, che stanno subendo una forte riduzione numerica in tutto il mondo. Ammontano ad un milione di euro gli stanziamenti per l´educazione e la divulgazione ambientale e per lo sviluppo della conoscenza naturalistica.

Aspetti relativi alla natura sono presenti anche nel progetto “Valle del Po” da 34 milioni di euro. Si tratta di una riqualificazione del grande fiume intesa anche come rinaturalizzazione dell´alveo. Per quel che riguarda il versante più propriamente idraulico e di difesa del suolo, si vogliono sistemare le aree golenali e i “pennelli”, ossia le barriere che regolano il deflusso delle acque. L´obiettivo è mantenere il più possibile costante l´assetto idrometrico del Po, anche per garantirne la navigabilità, e migliorare il deflusso naturale delle acque.

Ancora in materia di acque, interventi da 15 milioni di euro sono previsti nella fascia costiera: non solo completare gli impianti di depurazione, ma anche indirizzare le acque depurate verso l´uso agricolo ed industriale. Si vuole poi effettuare la riqualificazione della salina di Cervia, che è collegata alle aree del Parco del Delta del Po, e della Valle Pega, nel Ferrarese.

Interventi anche sul Canale Emiliano-Romagnolo, una delle più importanti opere idrauliche italiane. Preleva dal Po acque per scopi irrigui e le conduce verso la zona di Rimini e Forlì. Con 6 milioni di euro, si vuol far sì che le acque del canale servano anche per scopi industriali e per l´approvvigionamento di acqua potabile. Questo per assicurare la disponibilità di acqua in una zona in cui essa tende ad essere scarsa e per contenere il problema della subsidenza, cioè per limitare l´abbassamento lento e costante del suolo legato all´abitudine di alimentare gli acquedotti con acqua prelevata dalle falde sotterranee.

Ed infine l´aria. Alle imprese verranno erogati 4 milioni di euro per effettuare o completare le bonifiche dei manufatti in amianto; si spenderanno complessivamente 33 milioni di euro per un accordo di programma sulla mobilità sostenibile che coinvolge ministero per l´Ambiente, Regione e Comune di Bologna e che mira a combattere l´inquinamento attraverso il risparmio energetico, la costruzione di piste ciclabili, la diffusione degli automezzi elettrici (a cominciare dalla linea 14 di autobus) e dei filtri antiparticolato.

a cura di www.regione.emilia-romagna.it


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