La recessione ha cominciato a farsi sentire nel settore delle
costruzioni, dove si assiste ad un’improvvisa frenata delle
attività soprattutto in termini di ore lavorate. E i primi a farne
le spese sono i lavoratori: la stagnazione dell'occupazione sembra
infatti destinata ad aggravarsi con 200 mila occupati a rischio tra
il 2008 e 2009. Questi i dati “preoccupanti” che emergono dal
secondo Rapporto dell'Osservatorio Feneal-Uil/Cresme-Aree
Metropolitane relativo al secondo semestre 2008.
Il 2008 è caratterizzato da una “improvvisa frenata nel settore
delle costruzioni”, che si misura soprattutto nel numero delle ore
lavorate (-6,1% ad agosto rispetto al 2007, dal -1,8% di luglio),
ma sono negativi anche i valori dei lavoratori denunciati e delle
imprese iscritte alle casse edili. E dal momento che il processo di
regolarizzazione prosegue e copre in termini occupazionali la
situazione di difficoltà del mercato (l'emissione del Durc, il
documento unico di regolarità contributiva, ha registrato fino a
settembre un +9% rispetto al 2007), i segnali della frenata del
mercato reale “potrebbero essere ben più gravi”.
Secondo le stime del Cresme il mercato delle costruzioni dovrebbe
registrare una flessione della produzione, a valori deflazionati,
del -3,8% nel 2008 e del -5,0% nel 2009.
La crisi è particolarmente grave per la nuova produzione edilizia
privata, sia residenziale (-9,2% nel 2008 e -12,9% nel 2009) che
non residenziale (-5,4% nel 2008 e -7,5% nel 2009).
Previsioni negative anche per le opere pubbliche, soprattutto per
il 2009. In termini occupazionali, considerato che la flessione
della produzione si misura in poco meno del 10% del mercato in due
anni, significa che sono a rischio circa 200.000 occupati sui quasi
2 milioni di lavoratori del settore: e visto che gli occupati
stranieri nelle costruzioni si stimano in 400.000 unità - precisa
l’analisi - è molto probabile che gran parte dei lavoratori a
rischio saranno stranieri.
A proposito dei lavoratori stranieri, il rapporto evidenzia che la
forte crescita nel 2008 si è stabilizzata (sono il 33,1% dei
lavoratori denunciati).
La via da seguire, secondo il rapporto, è sostenere il mercato
delle opere pubbliche, che devono svolgere, come accade negli altri
paesi europei, il ruolo anticongiunturale nel mercato delle
costruzioni: per le grandi opere infatti la crescita sarà
importante nel 2009 e nel 2010, con una forte polarizzazione della
spesa (dal 32% del mercato al 60% nel 2011).
Fonte: www.demaniore.com
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