Il comma 8 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.
112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008 n.
133, è abrogato.
Con questa azione democratica il Parlamento ha posto fine a quella
che ormai appariva una vera e propria “disuguaglianza sociale” che
dall’estate scorsa stava fortemente penalizzato la professionalità
di tanti tecnici che operano all’interno degli uffici della
pubblica amministrazione. Il pericolo che dal 1 gennaio 2009 il
compenso sarebbe stato ridotto ad un misero 0,50% è stato
scongiurato.
Il Governo ha dovuto fare un passo indietro e il successo di questa
operazione arriva dalle battaglie condotte dall’U.N.I.T.E.L.
(Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali) che ha tenacemente
sbarrato la strada a chi in un modo o nell’altro aveva già
stabilito tutto a priori con il beneplacito di tanti “notabili”che
solitamente siedono in quei tavoli ove si decidono le sorti di
questo paese.
Come Presidente nazionale dell’UNITEL, associazione che mi onoro di
rappresentare, fin dal primo momento ho ritenuto opportuno battermi
con le mie sole ed umili forze per contrastare l’ingiusta manovra
varata durante l’estate.
Non si poteva stare inermi di fronte ad una questione di primaria
importanza che metteva tutta la categoria dei tecnici locali
dinanzi ad una disparità dagli esiti catastrofici. Oltre alla
mortificazione professionale del tecnico dell’ente locale si andava
incontro anche ad una esternalizzazione di tutti quei servizi che
non facevano altro che appesantire economicamente l’ente pubblico.
Sarebbe stato deplorevole non vedere, non rendersene conto. Da qui
il dovere di UNITEL di offrire risposte a una dura realtà che
improvvisamente ci siamo trovati a dover affrontare da soli.
La manifestazione pubblica, che come associazione abbiamo indetto
lo scorso 28 ottobre a Napoli presso il Real Albergo dei Poveri, è
servita per sensibilizzare l’opinione pubblica a scongiurare questa
disparità, “disuguaglianza sociale”. L’evento è stato un successo
di pubblico di addetti ai lavori a cui i media hanno riservato però
una sufficiente accoglienza: tiepida la risposta dei tanti
esponenti di Governo e delle organizzazioni professionali invitati.
Tra gli invitati il parlamentare Aurelio Misiti, una vita spesa da
tecnico e già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici, che ha abbracciato fin da subito le ragioni di
UNITEL.
Non è un caso se è stato proprio lui il primo firmatario della
proposta di abrogazione del comma “incriminato” durante la seduta
per la conversione in legge del dl 162/08 alla Camera dei Deputati
il 17 dicembre scorso. Ed insieme a lui desidero ringraziare i
tanti che hanno preso a cuore la questione manifestando, ognuno con
le proprie competenze, il proprio dissenso a questa spaccatura
professionale tra tecnici interni e tecnici esterni dentro gli
uffici p.a.
Dispiace costatare che, come spesso accade, le cronache hanno dato
maggior risalto alle polemiche piuttosto che alle visioni condivise
che si sono sviluppate attorno la questione. E’ chiaro che si
tratta di un criterio che non riesce mai a cogliere la sostanza dei
fatti. Ed i fatti da considerare, in estrema sintesi, sono due: il
primo è che ogni ufficio tecnico ha garantito sempre i risultati
durante le tre fasi di progettazione, direzione e collaudo. Ed in
secondo luogo, c’è da precisare che molti tecnici (architetti,
ingegneri, geometri), che lavorano negli uffici tecnici della p.a,
sono da considerarsi professionisti di eguale dignità a tutti gli
altri, che in molti casi hanno conseguito un esame di abilitazione
alla professione. Quindi, appartenenti ad un ordine professionale
che sentono di dover rigorosamente rappresentare.
Bernardino Primiani
Presidente nazionale UNITEL
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