Giovedì 29 gennaio si è svolta a Palazzo Chigi una conferenza
stampa per illustrare il Piano Nazionale per l’edilizia scolastica
secondo l'Intesa raggiunta con le regioni, le province e i
comuni.
Il ministro dell’Istruzione,
Mariastella Gelmini, insieme al
ministro per i Rapporti con le Regioni
Raffaele Fitto, hanno
spiegato ai giornalisti presenti in sala stampa gli obiettivi e le
modalità di realizzazione del Piano contenuto nell'Intesa.
La messa in sicurezza riguarda
9 milioni di persone (tra
docenti, personale amministrativo e alunni) e
45.000 scuole.
Il Ministero dell’istruzione ha promosso un grosso sforzo
organizzativo al fine di prevenire eventuali situazioni di rischio
presenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Per questo
ha convocato ripetutamente i tavoli di confronto con gli enti
locali e ha chiesto alle Regioni un impegno vincolante per stilare
l'anagrafe strutturale e non strutturale delle scuole italiane. Per
la prima volta si supera la frammentazione delle competenze
sull'edilizia scolastica per favorire un piano organico di
intervento e per la prima volta nella storia della Repubblica si ha
una anagrafe strutturale degli edifici.
Il Ministero ha, poi, riconvocato una nuova conferenza unificata
con gli enti locali per chiedere un ulteriore importante dato: i
dati non strutturali (ad esempio controsoffitti, tramezzature,
parapetti).
L’accordo siglato con gli enti locali prevede di avere entro 6 mesi
anche i dati non strutturali mediante la costituzione gruppi di
lavoro in ogni regione composti da rappresentati dei provveditorati
per le opere pubbliche, dall’ufficio scolastico regionale, dai
dirigenti scolastici interessati, dall'anci, dall’uncem, dell’upi
che nominano squadre tecniche con il compito di compilare la scheda
di rilevazione dati di tutte le scuole attraverso un
sopraluogo.
Nell’anagrafe non strutturale saranno presenti le seguenti
informazioni:
- la data di costruzione e di ultima ristrutturazione degli
edifici;
- lo stato generale di conservazione e di eventuale degrado della
scuola e degli impianti;
- l'eventuale rischio sismico delle zone nelle quali essi si
trovano;
- l'esistenza di eventuali barriere architettoniche e natura
delle stesse;
- la presenza delle necessarie condizioni di sicurezza;
- l'esistenza delle varie certificazioni richieste, con
particolare riferimento all'agibilità, all'idoneità sismica e
statica ed alla conformità alla normativa in materia
"anti-incendio";
- la presenza di eventuali strutture in amianto.
Nonostante le difficoltà economico-congiunturali che il nostro
Paese sta affrontando, per fronteggiare il problema della edilizia
scolastica il governo ha voluto investire in maniera significativa
300 milioni di Euro sia per l’anno 2008 che per l’anno 2009 con un
decreto del 18 luglio 2008. Occorre anche ricordare che:
- con il decreto legge 1 settembre 2008, n.137 convertito dalla
legge 30 ottobre 2008, n. 169, è stato previsto lo sblocco di
risorse non compiutamente utilizzate, per destinarle alla messa in
sicurezza di non meno di 100 edifici scolastici caratterizzati da
particolare criticità sotto il profilo della sicurezza sismica
nonché lo snellimento delle procedure di utilizzazione delle
risorse stesse;
- con lo stesso provvedimento è stato, altresì, disposto il
consolidamento, a regime, dell’assegnazione ad interventi di
edilizia scolastica nelle zone a rischio sismico di una percentuale
non inferiore al 5% delle risorse complessivamente assegnate al
Programma delle infrastrutture strategiche;
- con l'intesa raggiunta nella Conferenza unificata del 13
novembre 2008, si è proceduto, con apposita ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri, alla ripartizione di un
fondo per l'adeguamento strutturale e antisismico.
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