Nell'ottica della sacrosanta salvaguardia dei conti pubblici, i
professionisti tecnici della pubblica amministrazione vengono
colpiti con precisione chirurgica dalla Legge 2/'09 che converte, a
colpi di fiducia, il DL 185/'08, attraverso la eliminazione, di
fatto, del compenso integrativo per le attività di progettazione e
project management in senso lato.
Ricapitoliamo la incredibile vicenda: il Codice degli appalti DLgs
163/2006 art.92 stabilisce il compenso del 2%; la legge 133 del
6.8.2008 art.61.8 decurta il compenso da 2% a 0,5%; la legge
22.12.2008 n.201(si ponga attenzione alla data..) abroga il detto
art.61.8 e riporta il compenso al 2%, con alcune condizioni.
Infine, almeno per ora, l'art.18 sexies di questa legge riduce di
nuovo il compenso a 0,5%, destinando il residuo 1,5 per cento, ad
apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato.
Viene inoltre sincronicamente resa pubblica la circolare della
Ragioneria Generale dello Stato, n. 36/2008, correlata alla manovra
fiscale estiva (L. n.133/'08) con la quale il Ministro, al comma 8,
definisce i criteri di applicazione della defalcazione del compenso
professionale, specificando, che la riduzione si applica "a tutta
l'attività progettuale non ancora remunerata a tale data", in poche
parole: retroattivamente.
Evitando ogni commento di tipo "etico", nonché facili citazioni sul
come i dipendenti della P.A. non possano oggettivamente essere
orgogliosi di come venga considerato dal Legislatore il proprio
lavoro, reputiamo che, in un paese che, come diceva Kelsen, è
patria della leggi più che del diritto, l'interpretazione fornita
dalla Ragioneria in merito alla decorrenza dal 1° gennaio 2009
della decurtazione, sia da applicarsi per le sole attività di
progettazioni, ex art.92, co.5 del Codice dei Contratti.
Reputiamo che gli Enti che approvano i progetti esecutivi delle
opere pubbliche previste nel piano annuale delle opere entro il 31
dicembre 2008, non debbano prevedere alcuna decurtazione, decadendo
le ipotesi di "retroattività" perché la norma non contiene
disposizioni in questa direzione, atteso che dovrebbe essere
applicata secondo la giurisprudenza costituzionale.
Tutti sanno che UNITEL si è battuta, e si batterà ancora, con tutti
i mezzi democratici, per far riconsiderare una norma che penalizza
fortemente i tecnici degli uffici della PA, con la consapevolezza
dei propri mezzi e delle proprie risorse, e con l'ottica primaria
della tutela della qualità dei servizi per il cittadino, prima che
per spirito di appartenenza.
Ma se è vero che, a mente dell'art. 36 della Costituzione, "il
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla
quantità e qualità del suo lavoro", in questo caso l'unica cosa che
emerge è l'ipocrisia del sistema, che annuncia risparmi, aumenta di
fatto la spesa, per il sicuro ricorso ad attività esternalizzate,
deprime la professionalità di punte di diamante del lavoro
pubblico, ai quali è stato, nei fatti e soprattutto nei modi,
indicato che rappresentano, per la politica, solo una zavorra.
di
Bernardino Primiani -
Presidente Nazionale
U.N.I.T.E.L.
Intanto i commenti dei nostri lettori sulla retroattività del
taglio dell'incentivo non si sono fatti attendere.
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